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Akira Kurosawa: 1965 - Barbarossa (Akahige) - Il tirocinio di Yasumoto

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La vicenda è tratta da Akahige shinryotan, raccolta di racconti di Shugoro Yamamoto (1903-1967). Noboru Yasumoto ha appena terminato tre anni di studio a Nagasaki, nel corso dei quali ha appreso i segreti della medicina occidentale seguendo l'insegnamento dei medici al servizio della delegazione commerciale olandese di stanza nell'isola artificiaile di Dejima, con assoluta proibizione di uscirne.

Era quello l'unico luogo in tutto il Giappone in cui era possibile durante l' epoca Edo - 1600-1868 - venire a contatto con degli stranieri, apprendere le loro conoscenze ed il loro linguaggio ed esaminarne i testi.

Yasumoto (interpretato da Yuzo Kayama) crede che la visita all'ospedale si un semplice atto di cortesia richiestogli dal padre per deferenza verso un vecchio amico. Sarà invece una esperienza che per quanto dura e inizalmente perfino traumatizzante cambierà il corso della sua vita facendone un vero uomo ed un vero medico.

Yasumoto è destinato in realtà a rimanere diversi anni nel lazzaretto di periferia, chiamarlo ospedale sarebbe troppo, di cui varca le porte un giorno. Ad introdurlo - introducendo allo stesso tempo lo spettatore - è il medico a cui darà il cambio, Genzo Tsugawa.

Cinico e ribelle, non è mai riuscito ad andare d'accordo con Barbarossa, a suo parere un idealista privo di senso della realtà.

 

 

 

Si è fatto carico dell'impossibile compito di tutelare la salute di un campionario di derelitti senza speranza, sporchi e malnutriti, maleodoranti di un disgustoso odore di frutta marcia: l'odore della povertà.

Nemmeno Yasumoto riesce a comprendere le ragioni del comportamento di Barbarossa, che pure sembrano evidenti ad una mentalità "moderna".

Contrariamente alle tradizioni i malati vengono alloggiati nell'ala sud, ove possono godere un po' di sole, mentre gli alloggiamenti dei medici - che si considerano classe privilegiata - sono al nord, esposti all'umido e al buio. Gli scarsi fondi vanno utilizzati con oculatezza, quindi i medici consumano i loro pasti in comune e le loro stanze non sono riscaldate.

Ed è durante uno di questi pasti che il primario burberamente si presenta: il suo soprannome è giustificato, oltre che dalla barba rossiccia che gli adorna il volto e dietro cui tenta invano di nascondere le sue trasparenti emozioni, dalla difficoltà di pronunciare un nome "che fa inceppare la lingua": Kiojo Niide.

Entra subito nel vivo della questione. Yasumoto non è venuto solamente a portargli i saluti del padre: prenderà servizio da subito, i suoi bagagli arriveranno tra poco in quanto tutto è stato accuratamente preordinato a sua insaputa per fargli immediatamente iniziare l'apprendistato nel lazzaretto.

I suoi preziosi appunti, ove sono racchiusi i metodi terapeutici dei medici olandesi, dovranno essere messi a disposizione di Akahige. Yasumoto ribatte che gli appunti sono suoi, nessuno può appropriarsene, ma è un dialogo tra sordi: secondo Akahige la medicina non può essere proprietà esclusiva di nessuno, deve essere al servizio di ogni malato, indistintamente.

La prima reazione di Yasumoto è quella di chiudersi in un ostinato mutismo. Poi di fuggire; ma qualcosa che nemmeno lui riesce a comprendere lo costringe ad arrestarsi, a restare.

Infine decide di boicottare apertamente Barbarossa, rifiutando di seguire le sue direttive ed anzi mostrandosi apertamente provocatorio nella sua disobbedienza.

Non immagina che non sarà Barbarossa a ridurlo alla ragione: sarà l'impietosa realtà della vita del dottore impegnato nel suo naturale campo di battaglia: in mezzo alla gente che soffre. Non sarà mai l'elegante medico di corte di annoiati aristocratici.

 

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