La parola giapponese chanbara (チャンバラ), che accettiamo di trascrivere chambara in ossequio alla ortografia italiana, può essere tradotta alla lettera come combattimento alla spada ma nella terminologia del mondo del cinema ha il suo equivalente nel nostro cappa e spada o nell'inglese swashbuckler, che in origine identificò soldati di rango inferiore armati di scudo (buckler) e più tardi personaggi vanagloriosi pronti alla parola quanto a disagio con le armi in pugno.
Sono opere che non necessariamente raccontano una storia, sono talvolta solo un pretesto per mostrare delle scene di azione, ma questo non esclude che spesso meritino di essere viste ed apprezzate come testimonianza di una cultura, sia pure popolare, che è rimasta viva solo nel ricordo, e alcune nutrono ulteriori ambizioni.
E' un genere artistico che è stato anche accostato a quello a tutti noto come western. Le affinità sono indiscutibli, al punto che vi sono state frequenti commistioni. Dobbiamo però dire che da occidente si sono sovente degradate opere jidai di notevole spessore, privandole in chiave western - in nome dell'azione - di ogni spessore psicologico e di ogni implicazione morale. A volte succede invece che le trasposizioni giapponesi di opere occidentali tentino non solo di rispettarne lo spirito ma di accrescerne i contenuti: avremmo naturalmente per loro un occhio di riguardo.