Maestri
Mario Piccolo: i grandi maestri non alzano mai la voce
Tentando quando ci lascia di rendere conto della vita di un maestro il rischio di cadere nell'agiografia o di limitarsi a un arido elenco di avvenimenti è molto alto. Un metodo forse non sufficientemente esplorato è quello di parlare non di quanto fatto dal maestro in questa vita ma delle tracce indelebili che lascia nei suoi discepoli.
Cari Amici,
quest’oggi [5 agosto 2024] , dopo una lunga malattia, è venuto a mancare il mio amato primo Maestro di Aikido: Mario Piccolo, 6º Dan Shihan, pioniere dell’Aikido in Italia.
Anche se costretto a letto da diversi anni, sono innumerevoli le volte in cui, nei miei pensieri, sono risuonati forti i suoi movimenti e le sue parole.
Ed oggi, nonostante insegni ormai da oltre vent’anni e che abbia intrapreso col mio Aikido un indirizzo forse un po’ differente dal suo, mi accorgo che, mentre faccio lezione, mi ritrovo ad utilizzare delle parole, degli esempi ed una mimica che erano stati inevitabilmente suoi e che mi sono entrati dentro.
In pratica, lo porto con me ad ogni lezione; ripeto alcuni tratti inconfondibili del suo stile e, in questo modo, egli continua ad esistere sul tatami; portando in salvo la sua essenza nella mia.
È questa, peraltro, è una nostalgia che, anziché guardare all’indietro con rimpianto, diviene una forma particolare di eredità. Prolungo nel mio modo di insegnare il suo stile, non però semplicemente mimandolo ma incorporandolo come il lavoro di un allievo devoto dovrebbe fare.
Faccio così mio quello che era stato suo. Ma lo faccio in maniera singolare, nuova, con il mio stile, appunto; così, in questo modo, faccio esistere ancora una volta i suoi insegnamenti nei miei, solo in una forma nuova.
Grazie Maestro, vivrai per sempre dentro tutto ciò che di buono ho da offrire agli altri.»
Silvio Martuscelli
Dojo Kyokan
Salerno