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Akira Kurosawa: 1963 - Anatomia di un rapimento

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Akira Kurosawa: Anatomia di un rapimento

1963

Toshiro Mifune, Tatsuya Nakadai, Takashi Shimura

 

L'opera è tratta da un romanzo giallo dell'autore italo-americano Salvatore Lombino, più noto al pubblico più colto col nome di Evan Hunter. Le sue opere più note sono il Seme della violenza e Gli amanti ma firmò anche la sceneggiatura del film Gli uccelli di Alfred Hitchkock. Gli appassionati del genere poliziesco lo conoscono col nome di Ed McBain con cui firmò una serie di romanzi imperniati sulle vicende dell'87° Distretto di Polizia di una immaginaria città che ricorda New York.

Uno di questi romanzi, il cui titolo originale è King's ransom (il riscatto di King, il protagonista della vicenda) fu pubblicato nella serie dei Gialli Mondadori nel 1964 col titolo di Due colpi in uno, e poi negli Omnibus nella raccolta Quelli dell'87° distretto (4 edizioni dal 1964 al 1975). Tratta appunto di un rapimento: quello di un bambino per cui viene chiesta una forte somma come riscatto. Kurosawa sentì l'impulso di girare quest'opera dopo che la famiglia di un suo amico era rimasta vittima appunto del sequestro di un bambino.

Il nome del protagonista di Tengoku to jigoku, ossia Tra cielo ed inferno, titolo giapponese del film, ricalca quello del protagonista del romanzo di McBain: Gondo Kingo, e anche la trama non presenta sostanziali variazioni: è un industriale delle calzature, che ha accumulato una grossa somma per portare a compimento un acquisto di azioni che gli permetterà il controllo della ditta di cui detiene un pacchetto di minoranza. Sventerà così le manovre di un gruppo di affaristi che invano cerca di attirarlo dalla sua parte per passare da una produzione di qualità a quella di merce scadente ma più lucrosa, supportata da pubblicità ingannevole.

La richiesta del riscatto lo pone di fronte ad una drammatica alternativa: dopo il primo comprensibile orgasmo si accorge che per errore non è stato rapito suo figlio ma quello del suo autista. Pagare nonostante tutto ed essere rovinato per sempre, o dichiararsi estraneo a tutta la vicenda e rifiutare? McBain e Kurosawa scelgono soluzioni diverse per sviluppare questo "canovaccio", ed è quanto andremo a vedere.

Douglas (Doug) King ci viene presentato da Ed McBain come una persona tendenzialmente sana: i loschi affaristi di cui abbiamo già parlato intendono sottrarre al maggior azionista, ormai vecchio e considerato incapace, la fabbrica. King, partito dalla gavetta, possiede il 13%: una percentuale che sommata alle altre già in loro possesso consentirebbe agli speculatori il controllo della ditta.

King rifiuta sprezzantemente: aveva accumulato all'insaputa di tutti un altro consistente gruppo di azioni, ed ultimamente ha realizzato una forte somma liquida vendendo praticamente tutto quello che possiede. Intende usarla per acquistare un altro pacchetto azionario di cui solo lui conosce la disponibilità, assumendo il controllo da solo.

Quando una telefonata arriva nella sua casa, e una voce ignota gli comunica di avere rapito suo figlio Bobby, che gli sarebbe stato restituito solo dopo il pagamento di un ingente riscatto, si vede perduto, ridotto sul lastrico e alla mercé dei suoi nemici. Dopo i primi frenetici momenti, in cui non si sa se prendere una iniziativa e quale, Bobby tra la sorpresa di tutti ricompare nella stanza: stava giocando a nascondino in giardino con Jeff, il figlio dell'autista. Ma ora non lo trova più, e stancatosi di aspettare è rientrato in casa.

E' subito evidente che i banditi, traditi dalla somiglianza tra i due bambini, entrambi biondi e della stessa età, e dal maglione di Bobby che Jeff indossava per proteggersi dal freddo, si sono ingannati. La reazione di King è sofferta ma decisa ed irremovibile: non pagherà. Non solo perché il bambino non è suo figlio, ma anche perché è un combattente irriducibile che quando viene aggredito non riesce a resistere all'impulso di ribellarsi, anche quando sa che sarebbe più logico arrendersi.

La posizione di Gondo (Toshiro Mifune) è molto più sofferta, Kurosawa decise di tratteggiarlo con una personalità più complessa, meno titanica e probabilmente più umana.

Stranamente, mentre era suo costume mettere in evidenza il lavoro di squadra dei componenti dell'87° distretto, in King's ramson Ed McBain mantiene la sordina su questo aspetto, e le indagini vengono condotte soprattutte dal protagonista principale della serie dell'87°, il detective italo americano Steve Carella. Per per molti anni venne chiamato Carell nelle edizioni della Mondandori, un nome troppo italiano in un giallo americano sembrava fuori posto.

Evidentemente si giudicava il pubblico italiano non ancora pronto ad accettare un protagonista "anomalo", abituato come era a poliziotti e investigatori privati statunitensi al 101%.

In Tengoku to Jigoku la folta squadra degli investigatori è guidata dall'investigatore capo Tokura (Tatsuya Nakadai) e coordinata dal capo della sezione investigativa (Takashi Shimura).

Kurosawa descrive accuratamente la loro meticolosità, la loro tenacia ed il loro spirito di corpo, evidentemente memore delle descrizioni delle indagini sviluppate da McBain negli altri libri della sua fortunata serie.

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