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Nagisa Oshima: 1999 - Gohatto - Shinsengumi

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I film o i romanzi che trattano della breve quanto sanguinosa epopea dello Shinsengumi iniziano spesso in medias res, con il reclutamento dei miliziani mediante prove di combattimento alla spada.

Oshima non si sottrae a questa regola: all'interno del dojô il comandante Isami Kondo ed il suo luogotenente Toshizō Hijikata (Takeshi Kitano) assistono impassibili.

Si tratta di due personaggi storici. Lo Shinsengumi (Nuovo Gruppo Scelto) nacque come corpo irregolare al servizio dello shogun nel 1863 dalle ceneri di un precedente gruppo denominato Rōshigumi, e si divise ben presto in diverse fazioni. La maggiore, che prese poi il sopravvento sulle altre, era quella comandata da Isami Kondo. ll loro scopo era soprattutto quello di contrastare le azioni di analoghi gruppi irregolari al servizio dell'imperatore, che avevano portato a compimento numerosi attentati. Dopo la sconfitta definitiva delle forze fedeli allo shogun Kondo venne catturato e condannato a morte per l'omicidio del leggendario riformista Ryoma Sakamoto. E' anche questo un indicatore delle contraddizioni di quell'epoca travagliata: formalmente lo Shinsengumi, appoggiando la politica innovatrice dello shogun, andrebbe considerato un gruppo estremista certamente, ma anchesso "riforrnista".

Lo Shinsengumi adottava diverse uniformi, di solito di colore blu, contrassegnate dal profilo di due monti stilizzati in bianco sui baveri dell'aori. Il gohatto, il regolamento che ogni membro dello Shinsengumi si impegnava ad onorare, constava come anticipato di 5 regole. Sarebbe in realtà più corretto parlare di cinque divieti categorici.

Deviare dal codice samurai
Abbandonare lo Shinsengumi
Raccogliere denaro
Partecipare a conflitti tra estranei
Combattere per ragioni private

La pena era l'obblgo del seppuku, o l'esecuzione capitale per chi venisse ritenuto indegno di una morte onorevole. Erano inoltre richiesto mediante giuramento di continuare a combattere fino alla morte in caso di uccisione del proprio comandante, e di abbandonare sul posto i corpi dei propri caduti, sempre eccezione fatta per il comandante.

Toshizō Hijikata (1835 - 1869) era noto per la sua intransigenza nell'esigere il rispetto delle regole e per la fermezza con cui reprimeva i non infrequenti episodi in cui dei membri della milizia abusavano del loro potere di fatto. Dopo  la morte di Kondo raggiunse gli ultimi focolai della resistenza, deciso a testimoniare con la morte in battaglia non solo la sua fedeltà personale allo shogun ma anche quella di tutti i samurai che avevano prestato giuramento. Cadde in combattimento, colpito da una pallottola mentre a cavallo caricava il nemico, il 20 giugno 1869.

E' divenuto anche lui un personaggio leggendario e al giorno d'oggi protagonista degli immancabili manga.

Nelle illustrazioni dei fumetti e nei costumi dei cosplay, adolescenti che amano travestirsi nei loro personaggi preferiti, anche Hijikata viene generalmente rappresentato come un bishōnen, e indossa costumi fantasiosi e sgargianti.

Nonostante avesse nel 1865 appena 30 anni Oshima lo dipinge come un uomo maturo, tendente alla riflessione, più moderato di quanto sembra essere stato nella realtà.

E' il capitano del primo gruppo di combattimento, Sôji Okita (Rinji Takeda, a sinistra), a mettere alla prova di persona i volontari. Solo due emergono dalla massa. Tra di loro l'irruento Tashiro Hyozo (Asano Tadanobu), dalla tecnica non eccezionale ma irriducibile, ed  il giovanissimo efebico Sozaburo Kano.

Sôji Okita (1844-1868) era noto per le sue capacità di guerriero. Rimasto orfano appena nato, entrò nell'orbita della famiglia Kondo, che era depositaria della scuola di spada Tennen Rishin ryu. Divenne già a 18 anni detentore di una certificazione menkyo kaiden e fu nella cerchia del Tennen ryu che conobbe Isami Kondo e Toshizō Hijikata, seguendoli nella avventura dello Shinsengumi.

Apparentemente destinato ad un futuro di insegnamento, poiché Isami Kondo lo aveva designato come suo successore a doshu del Tennen ryu, Okita si spense prematuramente poco dopo l'esito della guerra Boshin (1868-69) in cui le forze imperiali sconfissero quelle shogunali. Era affetto da tubercolosi, all'epoca una malattia che mieteva numerose vittime.

E' anche lui uno dei personaggi che ha fortemente colpito l'immaginazione sia degli artisti che di giovanissimi cosplay: la sua immagine, più o meno deformata, è sempre più viva nella cultura popolare.

 

 

 

Per quanto sconfitti agevolmente da Okita sia Kano che Hyozo hanno mostrato sufficiente talento.

Sono i soli ad avere superato la prova di ammissione e vengono portati al cospetto di Isami Kondo (Yôichi Sai) per l'accettazione formale nello Shinswengumi.

Da questo momento sono vincolati da giuramento al rispetto del gohatto.

 

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