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Akira Kurosawa: 1954 - I sette samurai - 2: La ricerca

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Il film stesso venne presto ripreso dall'industria americana, e nella versione in ambientazione western (I magnifici sette) conobbe un ulteriore travolgente successo: praticamente tutti i protagonisti divennero di colpo dei divi, e si spalancarono loro lunghe e felici carriere. Ancora una riuscita contaminatio circa 10 anni dopo, con la trasposizione in chiave western di un'altra opera di Kurosawa e precisamente Yojimbo da cui il nostro Sergio Leone ricavò Per un pugno di dollari, opera che lo sottrasse al lavoro di secondo regista senza diritto di firma (Per un pugno di dollari lo firmò con lo pseudonimo di Bob Robertson, omaggio al padre che usava firmarsi Roberto Roberti). Questa opera diede a Leone il passaporto per l'olimpo dei grandi registi trascinando al successo anche l'interprete Clint Eastwood, ora anche lui regista rinomato e di grande appeal sia per il pubblico che presso la critica. Non ha avuto invece un riscontro degno di nota il rifacimento  sempre in chaive western di Rashomon (L'oltraggio) nonostante il valore degli interpreti, tra cui Paul Newman, e del regista Martin Ritt. Ma non c'è da stupirsi molto per questo: anche la carriera di Kurosawa attraversò alti e bassi, e a volte per ragioni non facilmente spiegabili.

La masnada scruta dall'alto della collina un villaggio di contadini: ma i briganti vi sono già passati da poco, bisogna dare il tempo agli abitanti di arrivare al nuovo raccolto prima di poter avere di nuovo qualcosa da predare. E appena si sono allontanati, sbucano dal loro nascondiglio due taglialegna, che hanno ascoltato terrorizzati i loro discorsi: ora il villani sanno cosa li aspetta, e dopo il primo sconforto il vecchio del villaggio propone una soluzione inedita: combattere. Combattere con l'aiuto di qualche samurai randagio, che si contenti del solo vitto perché il villaggio non ha altro da offrire.

Ed è così che un gruppetto di contadini si reca in una città vicina, nota per essere un crocicchio dove prima o poi passano tutti i samurai in cerca di ingaggio in quel periodo di incessanti e cruente guerre, che offrono continuamente sia occasioni di rovina, come probabilmente è capitato ai briganti, che di gloria, potere, ricchezza.

La rassegna dei candidati, guardati solo da lontano dai poveri contadini che non ardiscono rivolgersi ai personaggi altezzosi che si trovano a passare davanti a loro, o se ne pentono velocemente quando lo fanno, è uno dei pezzi forti di Kurosawa: il film meriterebbe anche solo per questa sequenza di essere visto. Certamente è una delle sequenze, tante, che rimangono impresse indelebilmente in ogni spettatore.

A molti di loro però sfuggirà un particolare: il giovane samurai che inizia la rassegna è impersonato da Tatsuya Nakadai, che divenne poi uno degli attori icona di Kurosawa, che lo scelse per sostituere Toshiro Mifune dopo gli scontri avuti con lui durante le riprese di Akahige. Fu protagonista assoluto di Kagemusha e poi di Ran gli ultimi capolavori jidai del maestro.

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