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Yasujirō Ozu: 1953 - Viaggio a Tokyo - L'epilogo

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Tokyo 15I due dovranno fare tappa a Osaka dove fortunatamente vive l'ultimo figlio Keizo, ferroviere.

Keizo arrivato al lavoro la mattina confida ai colleghi di essere preoccupato: Tomi ha avuto un malore nel treno, per quello ha dovuto scendere a Osaka.

Forse effetto dell'affollamento nel treno, forse della stanchezza dei recenti, ma avvertiva un dolore al petto.

Ha dovuto chiamare un dottore, ma concorda col collega che ha di fronte che occorre assistere i propri genitori, specialmente quando sono così anziani. Keizo in realtà non ricorda l'età della madre, ma pensa che abbia 67 o 68 anni. Molto anziana, commenta il collega.

Ripresai Tomi dal malore, il giorno seguente riprendono il viaggio su un treno meno affollato.

 

 

Tokyo 16Arrivati a Onomichi pochi giorni dopo inviano ai figli una lettera, non del tutto sincera, in cui si diciarano soddisfatti della maginifica esperienza del viaggio a Tokyo.

Ma arrivano poco dopo ai due fratelli altrettanti telegrammi, brevi quanto allarmanti: "Mamma è gravemente ammalta. Kyoko".

Per quanto comprensibile la loro reazione è pur sempre legata soprattutto alle proprie  preoccupazioni materiali: ci sono tante cose da sistemare prima di partire.

E sarà bene portare gli abiti da lutto?

 

 

 

 

 

 

 

Tokyo 17Nel frattempo Tomi si aggrava sempre di più.

E' costamente accudita da Kyoko e Shūkichi, ma sui loro volti si legge una crescente preoccupazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tokyo 18I figli sono intorno a lei, manca solamente Keizo che non ha ricevuto il telegramma che lo informava delle gravi condizioni della madre: si trova fuori città per lavoro. Arriverà troppo tardi e non se ne darà pace.

Tomi è già in coma, non è in grado di rendersi conto che sono intorno a lei.

Kōichi, anche sulla base delle informazioni ricevute dal medico locale, conosce già il destino della madre: se ne andrà la mattina all'alba, senza avere mai ripreso conoscenza.

Nemmeno il dolore, per quanto sincero, può far dimenticare le convenzioni.

La prima preoccupazione di Shige, tra le lagrime, è di chiedere se tutti siano muniti degli abiti da lutto.

 

 

 

 

Tokyo 19Si rendono conto solamente all'improvviso che Shūkichi non c'è.

Si è allontanato in silenzio.

E' Noriko che lo va a cercare: sta contemplando l'alba, e osserva che è bellissima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tokyo 20Sono  tutti ripartiti, tranne Noriko. Si è offerta di rimanere per qualche giorno per confortare Shūkich.

E' entrata nelle simpatie di Kyoko, che continuerà a prendersi cura del padre fino a quando le convenzioni sociali la obbligheranno a lasciarlo, quanto troverà marito.

Kuoko è rimasta dispiaciuta dal comportamento materialista dei fratelli, che sono arrivati a chiedere di avere gli oggetti della madre prima ancora che le fossero rese le onoranze funebri.

Noriko si dimostra realista: afferma che tutti sono destinati, forzati dalle circostanze, a comportarsi prima o poi così

Eppure lei sembra l'unica persona non solo capace di ribellarsi a queste convenzioni, ma anche di volerlo.

 

 

Tokyo 21Prima di ripartire si recherà naturalmente a salutare Shūkichi.

Lui la ringrazierà per quanto ha fatto per loro a Tokyo.

Assicura che per Tomi la sua ospitalità e il suo affetto sono stati l'esperienza più bella avuta a Tokyo e che la considerava la donna più gentile mai conosciuta..

La incita a dimenticare Shoji cercando un nuovo compagno e una nuova vita.

Noriko tenta di schermirsi, ma arriva infine a confessare le sue angosce, il suo timore di rimanere per sempre sola.

Shūkichi riesce ad essere allo stesso tempo gentile ma autoritario: consegna a Noriko l'orologio fuori moda che Tomi ha portato fin da giovane. Ne sarebbe stata felice Tomi, e anche lui vuole la felicità di Noriko.

Lei accetterà, dando sfogo a un pianto liberatorio.

 

Tokyo 22Poco dopo Kyoko si affaccerà alla finestra della scuola elementare dove insegna.

E' l'ora in cui sa che vedrà passare il treno che porta lontano Noriko.

Ma non per sempre: hanno promesso di rivedersi.

 

 

 

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