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Akira Kurosawa: 1943 - Sugata Sanshiro

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Akira Kurosawa: Sugata Sanshiro

1943

Susumu Fujita, Denjiro Okochi, Yukiko Todoroki, Takashi Shimura, Ryunosuke Tsukigata

 

Sul finire del 1800 varie scuole di jujutsu si confrontano per avere la supremazia, inviando i loro migliori esponenti ai tornei che selezioneranno gli istruttori di esercito e polizia.

Il migliore allievo della scuola Kodokan di Jigoro Kano otterrà la vittoria aprendo la strada allo straordinario successo del judo.

Commissionato per esaltare in tempo di guerra  le virtù tradizionali del popolo giapponese il film, che narra di queste vicende, venne poi seguito da un secondo episodio iniziato a girare poco prima della fine della guerra ma terminato dopo.

Infatti in alcuni confronti oriente-occidente introdotti ad arte vi si tenterà tra le righe una critica all’arroganza delle truppe di occupazione; ad esempio mostrando un confronto tra il judoka ed un pugile statunitense, che aveva brutalizzato i precedenti avversari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si tratta delle prime prove in assoluto di Akira Kurosawa, allora poco più che trentenne e reduce da travagliate vicende familiari che non gli avevano ancora consentito di trovare una sua via.

Sugata Sanshiro, questo è anche il nome del protagonista, è la sua prima prova in assoluto come direttore, dopo il tirocinio sotto il suo maestro Kanjiro Yamamoto: fu un'opera tormentata dalla censura bellica, per ragioni che non hanno ancora trovato una spiegazione convincente.

La lunghezza originaria era di 97 minuti, ma l'anno successivo l'intervento della censura obbligò ad eliminarne circa 17 e la versione rimaneggiata - l'unica rimasta fino al ritrovamento in Russia molti anni dopo di una copia con alcune scene tagliate - ne conta 72 circa. Va ricordato, forse è semplicemente questa la ragione principale, che una legge del 1944 limitava la lunghezza delle opere cinematografiche, e dopo il rimaneggiamento Sugata Sanshiro rientrava di giustezza nei limiti.

Si è tentato di ricostruire le parti mancanti attraverso un esame della sceneggiatura originale e una attenta osservazione delle scene in cui appaiono dei salti logici, ma come abbiamo detto senza arrivare a risultati definitivi. Particolarmente presa di mira dalla censura fu la discussione tra il maestro Yano (Denjiro Okochi) e il discepolo Sugata (Susumu Fujita) che precede il ravvedimento di questultimo.

Ma sembra che la versione eliminata parlasse della necessità di obbedire ad ordini superiori mentre quella post censura parla di generica opportunità di comportarsi rettamente. Non è chiaro quindi perché la censura bellica avrebbe dovuto tagliare una frase che poteva semmai essere di supporto alla propaganda militarista.

Lo stesso Kurosawa, che scrisse la sceneggiatura di un'opera omonima uscita nel 1965, diretta da Seichiro Yuchikawa, rinunciò a ritornare alla versione originaria né ha mai spiegato quali fossero le parti tagliate, pur ricordando nella sua autobiografia che si era trattenuto a stento dall'aggredire i componenti della commissione di censura e venne portato via da un provvidenziale intervento di Ozu e Taasaka, i due soli registi membri della commissione, che elogiarono anche il suo lavoro. Durante l'interminabile attesa due anonimi impiegati dell'ufficio discutevano animatamente tra di loro, ed uno dei due esclamando "Yama arashi!" (la tecnica di judo con cui il protagonista vinceva i suoi incontri) scagliò l'altro al solo. Kurosawa ebbe così conferma che il suo film nonostante tutto avrebbe incontrato il favore del pubblico.

I personaggi dell'opera provengono dalla vita reale. Sugata Sanshiro è tratto dall'omonimo romanzo - mai pubblicato per quanto ne sappiamo in occidente - di Tsuneo Tomita, legato per motivi familiari all'ambiente del Kodokan. Kurosawa ebbe una sorta di premonizione: tormentò incessanemente Nobuyoshi Morita, capo divisione della casa di produzione per acquistare i diritti del romanzo, ma dovette confessare non solo di non averlo letto, ma che nemmeno era stato ancora pubblicato. Finalmente si presentò di notte alla casa di Morita, avvolta nel buio, e bussò alla porta con la prima copia del libro chiedendo di leggerlo immediatamente.

La scuola Kodokan venne fondata nel 1882 da Jigoro Kano (1860-1938) che nel film viene chiamato Shagoro Yano, fino allora praticante di varie scuole di ju jutsu. Il suo metodo venne chiamato judo e si affermò in breve tempo, anche vincendo numerosi tornei interstile organizzati dalle forze dell'ordine e dall'esercito per selezionare gli istruttori.

I campioni più rappresentativi del Kodokan, chiamati Shitenno (Quattro Guardiani) furono Shiro Saigo (1866-1922), che è il personaggio principale del film con il nome di Sanshiro Sugata, Sakujiro Yokohama, Yoshiaki Yamashita e Tsunejiro Tomita (1865-1937). Tsuneo Tomita, l'autore del romanzo, era figlio di quest'ultimo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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