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Yamaoka Tesshu (1836-1888). Il mediatore senza compromessi
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Come mai non solo si continua a parlare di Yamaoka Tesshu, ad oltre 120 anni dalla sua morte, ma si continuano a studiare metodicamente la sua vita, il suo pensiero, i suoi metodi di insegnamento e di allenamento? Non troverete qui una risposta esaustiva, ma tenteremo di fornire al praticante e allo studioso di arti marziali alcune tracce da seguire e approfondire.
Ono Tetsutaro nacque a Tokyo, allora conosciuta col nome di Edo, il 10 giugno 1836. Suo padre era Ono Asaemon, dignitario della corte Tokugawa, e la madre Iso era figlia di un monaco del tempio di Kashima; questo spiega la sua precoce iniziazione allo zen e alla spada. Iniziò intorno ai 9 anni la pratica del Jikishinkage ryu e pochi anni dopo lo Hono ha Itto ryu. All'età di 17 anni intraprese anche lo studio della lancia con il maestro Yamaoka Seizan, che scomparve prematuramente due anni dopo. Tetsutaro venne adottato nella famiglia del maestro, sposandone la sorella ed assumendo il nome di Yamaoka Tesshu (山岡 鉄舟) con cui è maggiormente conosciuto.
Nella prima parte della sua vita e della sua ricerca personale Tesshu si dedicò ad una pratica intensissima senza tuttavia seguire un metodo di vita conseguente, lasciandosi trascinare dai suoi impulsi personali sia a grandi prove di forza e destrezza che a prove altrettanto grandi ma di segno negativo, allentando con il sake nei locali di malaffare i suoi freni inibitori. Dimostrava in ogni caso anche quando dava il peggio di sé di avere sensibilità e capacità fuori dal comune. Accettando in uno dei frequenti momenti di ubriachezza di domare un cavallo intrattabile, lo ridusse alla regione, per quanto fosse in precarie condizioni e certamente non lucido, senza utilizzare in alcun modo la forza fisica di cui altrimenti faceva uso volentieri (era alto circa 185cm e pesava oltre 110 kg) o altri mezzi di costrizione, ma unicamente con la propria personalità dominante.
Erano comunque più frequenti gli episodi in cui Tesshu non riusciva a tenere a freno la sua natura irruente. E' ancora utilizzato come koan negli ambienti zen un episodio in cui Tesshu espose così al maestro Dokuon le sue giovanili conclusioni sull'illusorietà del mondo per dimostrare la sua piena comprensione della natura umana e di quella divina.
Dopo tutto la mente, Buddha, e gli esseri senzienti, non esistono. La vera natura dei fenomeni è il vuoto. Non esiste realizzazione, né delusione, né saggezza o mediocrità. Non esiste nulla da dare e nulla da ricevere.
Per tutta risposta Dokuon lo colpì fulmineamente con la sua pipa, facendolo seriamente arrabbiare; gli disse allora:
Se nulla esiste, da dove viene allora questa rabbia?
Una lezione analoga, ma ben più ardua da comprendere, ricevette nel mondo della spada. Affrontando in continuazione innumerevoli combattimenti si era procurato fama non solo di di avversario irriducibile e pressoché invincibile ma anche di grande maestro. Uno degli incontri di spada di Tesshu era stato con il maestro Sasakibara Kenkichi, maestro di Jikishinkage ryu. Dopo circa 40 minuti di attesa, l’uno di fronte all’altro nelle rispettive guardie, senza muoversi minimamente ma già madidi di sudore dai primi istanti, entrambi riposero le armi. Nessuno dei due rivelò chi si potesse considerare vincitore, e nessuno dei presenti riuscì ad azzardare ipotesi convincenti.
Katsu Kaishu fu grande maestro di spada anche lui – ricevette ancor molto giovane il menkyo kaiden della scuola Jikishinkage ryu – fu uomo politico di primo piano, ebbe infine frequenti e stretti contatti con Tesshu in entrambi i campi. Accompagnò un suo ritratto di Tesshu con lo scritto seguente:
Valoroso e saggio, questo uomo virile compie grandi cose
La sua spada era incomparabimente sublime
La sua illuminazione abbracciava ogni cosa
Le generazioni future ne vedranno mai l’eguale?
Eppure nel pieno delle sue forze fisiche e mentali - aveva circa 28 anni - Tesshu fu imprevedibilmente sconfitto dal quarantenne Asari Gimei, maestro della scuola Nakanishi ha Itto-ryu. Da quel momento non seppe più darsi pace all’idea di essere sistematicamente battuto in modo umiliante da un uomo gracile e molto più anziano, di cui era divenuto discepolo ma senza riuscire a comprenderne l'insegnamento. Durante un ennesimo scontro Asari lo incalzò senza colpirlo con la spada ma obbligandolo a retrocedere fino a farlo uscire per strada fuori dal dojo; gli chiuse poi la porta in faccia con un gesto allo stesso tempo spietatamente reale e sottilmente allusivo.
La ricerca di se stesso da parte di Tesshu durò circa 16 anni, senza che per tutto questo tempo riuscisse a comprendere cosa non andasse nella sua tecnica, nei suoi stati d'animo, nel suo stile di vita, e senza che gli potessero giovare l'insegnamento zen né l'allenamento continuo. Solamente il 30 marzo 1880 Yamaoka Tesshu durante una seduta di zazen all’alba raggiunse l’illuminazione, per poi recarsi immediatamente da Asari e chiedergli un nuovo combattimento. Asari declinò, giustificandosi con queste poche parole, “Ora sei arrivato”. Da quel momento si ritirò dall' insegnamento e dalla pratica lasciando la responsabilità della scuola a Tesshu.
Questi sviluppò in seguito un suo personale metodo che chiamò Muto ryu (scuola senza spada) che probabilmente differisce dall'Itto ryu soprattutto nella didattica piuttosto che nelle tecniche, tuttora praticato ma da un ristrettissimo nucleo di adepti. Il suo insegnamento e la sua parabola terrena furono brevi: scomparve improvvisamente il 19 luglio 1888, vittima di un cancro.
Il giorno fatale trovò la forza di lasciare scritto il suo poema d’addio ed assunse nel momento del trapasso la postura formale di zazen. Il suo momento supremo venne tramandato da un disegno eseguito sul posto dal discepolo Tanaka Seiji.
In occasione del funerale di Tesshu presso il tempio Zensho-an il monaco Tekisui compose questi versi:
Spada e pennello bilanciati tra Assoluto e Relativo
Il suo leale coraggio e la sua nobile forza perforarono il Paradiso.
Un sogno di cinquantatre anni,
Avvolto dalla pura fragranza del loto fiorente nel mezzo del fuoco ruggente.