Gendai

Akira Kurosawa: 1975 - Dersu Uzala - La grande lezione del piccolo uomo

Indice articoli

Gli uomini "civili" non nascondono la loro curiosità verso questo strano ma simpatico e cordiale individuo. Arseniev lo invita a condividere il loro pasto ed il loro fuoco.

Ma la simpatia dei soldati è venata da un senso di superiorità che le ingenue quanto genuine risposte di Dersu mettono immediatamente al loro posto.

 

 

 

 

 

Dice di essere un cacciatore, di non avere casa né denaro eppure di avere tutto quello che gli serve. Rivela anche, ma con dolore, di non avere più famiglia, portata via tanti anni prima da una tragedia che ha lasciato chiaramente una profonda traccia nel suo animo.

Ma senza intaccarne la serena fiducia verso il difficile mondo cui appartiene. La sua età non la sa precisare: "Mio non so bene. Mio molto, molto vissuto.."




Con la semplicità di chi vive a contatto con la natura umanizza gli elementi, o forse chissà rinuncia al superfluo per mettersi a loro livello e poter parlare con loro. Con naturalezza bisticcia col fuoco che scoppietta in continuazione, come se fosse un dispettoso compagno di pernottamento: "Hei, te!"

Poi sistema acconciamente la legna, che è stata sistemata da gente poco avvezza ad interagire con gli elementi della natura, e come per magia il fuoco diventa silenzioso. "E ora parla!...", lo prende affettuosamente in giro Dersu.




Tutti gli uomini del reparto, e soprattutto il capitano Arseniev che ne è già affascinato e conquistato, cominciano ad apprezzare la strana logica di Dersu, che tratta uomini, bestie e dei come sé stesso, e che tralascia disinvoltamente ogni orpello di civilizzazione per pensare solo alle cose essenziali della vita.

Come può essere così assolutamente privo di egoismo in un ambiente ostile ove la prima ed unica legge sembra recitare mors tua vita mea? Nel lasciare una capanna abbandonata che è stata loro rifugio per alcuni giorni, Dersu chiede ad Arseniev di lasciargli un po' di utensili e viveri. Cosa ne vuol fare? "Altri uomini viene. Legna asciutta trova. Mangiare trova. Bene sta..."

Gli elementi sembrano non avere segreti per lui, eppure Dersu si limita ad osservare attentamente quello che lo circonda - infatti il rimprovero che ripete spesso ai soldati è "Voi nulla vede!" - e ad essere in armonia con forze che non sa e nemmeno vuole contrastare né influenzare. Dentro l'ennesimo riparo di fortuna, mentra ancora gli scrosci di pioggia scuotono il bosco, Dersu prepara lo zaino e incita i soldati a prepararsi anche loro. Ma come fa a sapere che sta per smettere l'acquazzone? "Ascolta: da fuori uccello comincia a cantare. Pioggia finisce. Sole viene."

 

Non resta che seguirlo, seppure increduli. Ancora non ha cessato di piovere, ma già una magica luce penetra nella foresta, ed un arcobaleno appare ai soldati sbalorditi.

 

 

 

 

 

 

Dove si arresta l'antropomorfismo di Dersu? Sembra non trovare limiti. Quando un soldato gli fa notare che secondo lui dappertutto è pieno di " uomini" anche dove non c'è nulla, Dersu candidamente risponde: "Foco s'arrabbia: fa paura... acqua s'arrabbia, fa paura.. vento s'arrabbia: fa paura..."

E in quel momento, come per magia una raffica di vento scuote gli alberi e fa volare ogni cosa attorno agli uomini, e anche il fuoco del bivacco e l'acqua del fiume sembrano turbati. Continua Dersu: "Foco, acqua, vento: tre omeni forti...".

O ancora: "Come, chi vuoi che passi di qui? Tasso viene, cornacchia viene, volpe viene, topo viene! In taiga tanti uomini c' è."

Dersu anche se legato ai problemi materiali della vita più di qualunque uomo "civile", non sa sottrarsi al fascino della natura. Non tenta nemmeno. Di fronte ad uno splendido tramonto, ove sole e luna sembrano darsi il cambio sulla volta celeste, spiega ad Arseniev: "Questo [il sole] è l’uomo più forte. Se questo uomo muore tutti muoriamo. E questo [la luna] è altro omo forte."

 

 

 

 

Il viaggio con Dersu, un viaggio misterioso che ha portato gli uomini del reparto ed il loro capitano là dove non pensavano mai di dovere e potere andare, a leggere dentro sé stessi leggendo dentro la natura, sembra non dover mai finire.

Eppure, mentre sono ospiti di una famiglia dentro una capanna nella taiga, Dersu annuncia che le loro strade dovranno separararsi, e lui dovrà seguire il suo destino di cacciatore. La capofamiglia rimane di sasso al vedere quegli uomini affamati, che avevano divorato senza complimenti tutto quanto aveva loro offerto, rimanere assorti e pensierosi e rifiutare altro pesce fritto. Cosa sarà mai successo loro di così grave?

Cookies