Cronache

2008, novembre: un raduno di eccezione

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Col Decreto del Presidente della Repubblica n. 526 dell'8 luglio 1978 veniva riconosciuta dallo Stato, su proposta del Ministero dei Beni Culturali, la personalità giuridica della Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese - Aikikai d'Italia.

L'appartenenza dell'aikido alla sfera culturale più che a quella sportiva non era all'epoca facile da far comprendere, ed è probabilmente per questa ragione che delle associazioni sorte un po' ovunque nel mondo su iniziativa dell'Hombu Dojo di Tokyo per far conoscere e diffondere l'aikido, solo l'Aikikai d'Italia scelse e soprattutto ottenne di essere riconosciuta come associazione culturale senza scopi di lucro, sul modello dello Zaidan Hojin Aikikai fondato da Ueshiba Morihei in Giappone.

L'1 e 2 novembre 2008, in occasione del trentennale di questo importante anniversario, l'Aikikai d'Italia ha organizzato un raduno di aikido presso il PalaSavena di San Lazzaro di Savena (Bologna) sotto la direzione del fondatore e Direttore Didattico dell'Aikikai d'Italia maestro Hiroshi Tada, 9∙ dan e con la partecipazione di tutti gli insegnanti della Direzione Didattica.

Complessivamente oltre 500 praticanti si sono allineati davanti al maestro per due giorni di pratica intensa e serena. Spesso i grandi raduni corrono il rischio di diventare un po' autocelebrativi, riducendo per causa di forza maggiore lo spazio riservato alla pratica dell'arte. Ma in questo raduno non è andata così: vediamolo nel dettaglio.

 

 


 

 

Testo: Manuela Gargiulo

Foto: Paolo Bottoni

Note redazionali (in blu): Paolo Bottoni

 

Quando il Maestro Tada arriva in Italia è sempre un evento!

Dopo l’incontro estivo con il maestro a La Spezia, ha cominciato a farsi strada l’atmosfera di preparazione del Trentennale della nostra associazione come Ente morale.

Sembrava una data così lontana ed invece ecco che siamo già al giorno della partenza! Sveglia all’alba, emozione in spalla… si va a Bologna a festeggiare!

 

 

 

 

 

Appena arrivati al PalaSavena mi ha piacevolmente colpito l’atmosfera.

Da un lato quella degli organizzatori: iperattiva, concitata per gestire tutto il fiume di persone, per far sì che tutto andasse per il verso giusto.

Dall’altro, quella di noi praticanti: sereni, contenti di trovarci tutti insieme e pieni di voglia di praticare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’androne del PalaSavena rimbombava di gente che si abbracciava, che rideva... saluti, baci, allegria...

Sì, è proprio così che mi aspettavo la prima sensazione del Trentennale, un’ondata di gioia… e di persone, in quanto eravamo in 520!!!

Eravamo tutti così contenti che con gentilezza e aiuto reciproco abbiamo condiviso agi e disagi (gli spogliatoi che traboccavano di gente, i tatami stracolmi di praticanti..).

Non c’era molto spazio essendo in così tanti ma abbiamo condiviso tutto senza alcun problema e poi finalmente tutti a praticare.

 

 

Un colpo d’occhio! quanta gente a festeggiare l’Aikikai!

Il caos iniziale piano piano ha lasciato posto al silenzio ed è arrivato il nostro direttore didattico, il maestro Tada che, pronunciando il fatidico ”Anjodaza!“  ha dato inizio al raduno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per l’occasione era presente tutta la Direzione Didattica nelle persone dei maestri Aiello, Fujimoto, Zucco, Raineri, Fabbretti, Esposito (da sinistra a destra).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vi erano inoltre vari ospiti dal giappone venuti a condividere con noi questo importante momento.

I maestri Tsuboi, Sugawara e Nomoto ed il maestro Ken Kiku, che ci auguriamo di vedere ancora.

Iinfine erano presenti anche gli allievi giapponesi del maestro Tada che tutte le estati condividono con noi la pratica a La Spezia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sul tatami c’era una bella atmosfera  di studio, tutti pendevamo dalle labbra del maestro Tada.

Superattenti per non lasciarci sfuggire neanche una delle preziose parole che danno vita al suo insegnamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed è così che abbiamo potuto far rivivere dentro di noi le meravigliose immagini che il maestro ci propone, con la preziosa assistenza della traduzione di Koji Watanabe (alla sua sinistra nella foto).

Il giardino, lo spazio personale nel quale essere padroni.

Kekkai, il territorio dello spirito dove accogliere gli ospiti e nel quale, anche se accogliamo ospiti importanti - ad esempio praticando con gradi più elevati - sempre dobbiamo rimanere consapevoli  di essere proprietari e responsabili del territorio nel quale accogliamo l’ospite.

 

 

 

L'aspetto fondamentale, sempre dalle parole del maestro, non è quello tecnico.

E'  come ci predisponiamo internamente ad accogliere l’altro.

A non essere vittime inermi di un attacco esterno ma invitare l’ospite, provocare la sua reazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quindi importante non è reagire ad un evento esterno (go no sen) ma contribuire alla creazione dell’evento stesso (sen no sen).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pensavo che sarebbe stato solamente uno stage rappresentativo, dove è importante esserci ma dove è difficile studiare.

Iinvece mi sono ricreduta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anzi quello che più aleggiava sul tatami era l’attenzione, l’interesse, la voglia di capire il più possibile.

Trovarsi a praticare con persone diverse, raccogliere i preziosi suggerimenti dei gradi più elevati...

Insomma altro che stage di rappresenza!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono tornata al Dojo arricchita di nuovi insegnamenti, di nuovo entusiasmo e piena di voglia di studiare!

E ora qualche cenno di cronaca. La giornata di sabato è stata molto intensa.

Allenamento la mattina, allenamento il pomeriggio, poi una breve pausa e l’enbukai e infine la festa, di cui riparlerò più avanti.

La domenica il sole ci ha regalato un po’ del suo calore e della sua luminosità pennellando i tatami di giochi di luce.

 

 

 

 

 

Poi è arrivato il maestro Tada, che ha tramutato la luce in energia...

Regalandoci una giornata di allenamento molto interessante, ricca di approfondimenti e di meravigliose immagini.

E così dopo tanta intensità di pratica aikidoistica e di momenti piacevoli condivisi tutti insieme è arrivato il momento dei saluti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il commiato ha sempre in se un po’ di dispiacere e tristezza per via della fine.

In questo caso, di un bellissimo raduno che possiamo forse considerare come il regalo di compleanno di tutti noi praticanti al vecchio e caro Aikikai!

 

 


 

 

Appena terminata la lezione guardandomi intorno sugli spalti, ancora non popolati di spettatori, mi chiedevo: “Chissa se verrà tanta gente!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed è li che ho capito che non aveva importanza se c’erano persone o meno a vedere l’enbukai in quanto questo aveva rilevanza soprattutto per noi praticanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sotto gli occhi del maestro Tada, di tutta la Direzione Didattica, e di tutti i 520 praticanti...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Penso che ciascuno abbia voluto esprimere lo studio personale portato avanti con passione all’interno del proprio dojo anche se, almeno per quanto mi riguarda, è stato difficile tirare fuori se stessi in un evento simile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma si fa quel che si può, al meglio!

L’importante è il risultato finale e quello c’è stato

E' stato un enbukai conciso, armonioso, ricco di sfumature date dalle varie personalità e modi di praticare di tutti i partecipanti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il gruppo di bambini che ha partecipato al raduno non si è certo annoiato: prima la lezione di aikido, poi quella di origami, poi l'enbukai

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chiedendo ora scusa a quanti non possiamo menzionare per ragioni di spazio, ecco una breve rassegna degli shidoin (insegnanti di alto grado)  impegnati durante l'enbukai.

Ricordiamo che la parola enbukai ha il significato di manifestazione aperta al pubblico per mostrare le tecniche ed i principi dell'arte.

Fabio Mongardini (Shimabara, Palestrina)

 

 

 

 

 

 

 

Roberto Travaglini

(Aikido Keiko, Bologna)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giovanni Costabloz

(Aikikai, Aosta)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I maestri della Direzione Didattica.

il maestro Carlo Raineri

(Aikikai Imperia)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il maestro Domenico Zucco

(Ki Shin Tai, Torino)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il maestro Auro Fabbretti

(Scuola di Aikido, Savona)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il maestro Brunello Esposito

(Junsui Budo Gakkai, Napoli)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il maestro Pasquale Aiello

(Jikishinkai, Praiano)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

I maestri giapponesi ospiti.

Mikiko Sugawara sensei

Allieva del maestro Tada, ha insegnato in Svizzera ed è sempre una presenza piacevole ricorrente ai raduni dell'Aikikai d'Italia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Jun Nomoto sensei

Ha soggiornato a Firenze negli anni 70 ed insegnato praticamente in tutti i dojo allora esistenti in Italia.

Ritorna con grande piacere in Italia non appena ne ha l'occasione, e con altrettanto piacere viene accolto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Takeki Tsuboi: sensei

Esponente di spicco del Tada Juku, ha iniziato a praticare aikido nel 1961 alla università Waseda.

Assiste il maestro Tada nella conduzione del dojo Gessoji di Tokyo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hiroshi Tada sensei

Allievo diretto del fondatore dell'aikido, il grande maestro Ueshiba Morihe.

9∙ dan, Hombu Dojo shihan, fondatore e Direttore Didattico dell'Aikikai d'Italia.

Come sempre la dimostrazione del maestro inizia con un suburi happogiri di spada, appreso direttamente dal fondatore.

 

 

 

 

 

 

 

 

Iniziano poi le tecniche di aikido vero e proprio: un kokyunage con proiezione frontale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ancora un kokyunage, ma con proiezione alle proprie spalle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al termine della sua dimostrazione il maestro rivolge il saluto finale alla immagine ed allo spirito del fondatore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rivolgiamo anche noi il nostro saluto al grande maestro Ueshiba Morihei, che ci ha lasciato questo immenso regalo chiamato aikido

 


La lezione gratuita per bambini è stata tenuta dal maestro Domenico Zucco che qui vediamo assieme alla sua "nidiata".

Iin secondo piano gli insegnanti che lo hanno assistito:

da sinistra Mariarosa Giuliani (dojo Fujiyama di Pietrasanta), il presidente dell'Aikikai Franco Zoppi, Luisa Bargiacchi e Flavio Olgeri (Nippon La Spezia) e Dagmar Ebner (Aikido Keiko di Bologna).

 

 

 

 

 

 

 

Fin dall’inizio della progettazione di questo grande evento è parso chiaro che non sarebbe stato facile organizzare uno spazio dedicato ai ragazzi.

Se si è deciso di mantenere l’impegno è stato proprio per la consapevolezza di offrire ai giovani praticanti un’esperienza preziosa ed indimenticabile: l’incontro con l’Associazione, la grandezza degli spazi dall’allenamento, la presenza dei gradi più alti, della direzione didattica, dei maestri Giapponesi.

E così è nato il programma previsto per i bambini: una lezione di aikido con il maestro Zucco, membro della Direzione Didattica, una lezione di origami con Gianna Alice, una "meritata merenda" per ingananre l'attesa e la sera partecipazione all’enbukai.

I dubbi rimasero fino all'ultimo: si sa che non è facile spostare i bambini e che ottobre è un mese in cui i corsi nei dojo sono appena ripresi e l'affluenza non è al massimo.

Si sa anche che organizzare costa fatica e tempo, e più volte è sorto il dubbio se condizionare questa scelta al numero di adesioni pervenute. Alla fine si è deciso di dare l’opportunità a chi lo volesse di partecipare, al di là del numero, del livello, della prenotazione. E così è stato.

I bambini che hanno risposto all'invito sono arrivati a Bologna con le loro famiglie armati di curiosità, di entusiasmo e anche di qualche timore, soprattutto quando si sono trovati a salire sull’enorme tatami del PalaSavena.

Non è facile uscire dall’atmosfera familiare del dojo, e trovarsi a praticare in uno spazio immenso con un maestro sconosciuto e compagni sconosciuti.

Eppure il maestro Zucco, raccogliendo i partecipanti in un cerchio, ha saputo circoscrivere lo spazio e creare intimità e confidenza, che hanno protetto i ragazzi dagli sguardi dei molti curiosi e li hanno proiettati in una dimensione tutta loro, dove in un’ora di pratica aikido e gioco si sono fusi facendo sperimentare anche ai più piccoli l’energia dell’amicizia.

Il ghiaccio si è rotto e dopo quella lezione i ragazzi hanno cominciato a sentirsi a loro agio.

 

 

 

 

 

 

Al termine della lezione di aikido i bambini partecipanti al raduno si sono impegnati in una vivace quanto produttiva sessione di origami, sotto la guida attenta di Gianna Alice, passata in tempo di record dal tatami al tavolo, dagli uke ai fogli di carta.

La loro vitalità ha messo a dura prova le capacità dell'unica insegnante che con grande maestria ha distribuito foglietti e indicazioni per la realizzazione di simpatici origami.

 

 

 

 

 

 

 

La differenza di età, di livello di manualità e comprensione le hanno certamente dato da fare.

Eppure è riuscita a distribuire preziose indicazioni e a far assaporare ai suoi allievi il gusto di ogni piega.

La decisione di coinvolgere i ragazzi anche nell’enbukai ha poi dato loro un senso di responsabilità.

L’atmosfera ufficiale, le presentazioni, il silenzio seguito dagli applausi, li hanno fatti sentire protagonisti dell’evento. I più giovani, i più piccoli, i più inesperti ma comunque presenti.

Tutto quello che per loro è stato organizzato, ma anche l’attenzione che molti hanno dedicato loro è stato importante. Il Maestro Tada ha firmato i loro tesserini, al pari di quelli degli adulti, il Maestro Fujimoto al bordo del tatami pochi minuti prima dell’ esibizione, ha rivolto loro alcune battute affettuose, il Maestro Zucco ha regalato loro dei suoi disegni, i dirigenti dell’Aikikai li hanno accolti, guidati, rassicurati.

Sicuramente i responsabili di dojo che si sono accollati la fatica di organizzare questa trasferta hanno riportato a casa con soddisfazione i commenti positivi che i ragazzi non cessavano di scambiarsi e hanno raccolto la stima dei genitori che hanno apprezzato le opportunità che questa partecipazione ha fornito ai loro figli.

Durante il raduno sono state esposte in una vetrina sistemata nell'androne alcune delle opere più rappresentative di Gianna Alice, la "nostra" esperta di origami.

Tutti i modelli visibili in queste pagine sono stati da lei inventati e realizzati.

E' stata anche presentata in anteprima il libro Kabuto da lei curato ed edito dall'Aikikai d'Italia, in cui vengono dettagliati 47 modelli di kabuto (elmi di combattimento) realizzati in origami. Alcuni degli esemplari si scorgono nella vetrina.

 

 

 

 

 

 


 

Nella serata del sabato, terminato l’enbukai, è stata l’ora della festa, cominciata con i vari ringraziamenti e premiazioni e terminata con una cena buffet offerta dal Maestro Tada.

Che bello! Come ti giravi vedevi gente conosciuta, amici che non incontravi da tempo... Proprio come una festa di famiglia, dove viene naturale sentirsi a casa, a proprio agio.

Le celebrazioni ufficiali avevano a quel punto lasciato spazio alla festa, con una buffet allestito nei locali stessi dove si svolgeva il raduno, ai bordi del tatami, come si conviene a dei praticanti. Non era il caso di turbare con fotografie "ufficiali" questo momento di pace e di incontro informale tra i praticanti di primo pelo e quelli ormai navigati, tra i maestri e gli allievi.

Della parte "cerimoniale" vera e propria parliamo invece qui sotto.

 

§ § §

 

All'inizio della serata il presidente dell'Aikikai d'Italia, Franco Zoppi, ha voluto brevemente ricordare il cammino percorso dalla associazione: fondata ufficialmente nel 1970,  idealmente già esisteva fin dal 1964, data dell'arrivo in Italia del maestro Hiroshi Tada come delegato dell'Hombu Dojo di Tokyo.

Nel 1978, al termine di un lungo iter amministrativo, ottenne dallo Stato italiano il riconoscimento della personalità giuridica: importantissima tappa di un percorso ancora lungo e pieno di impegni, ma che verrà affrontato con lo stesso spirito degli anni pionieristici ma consapevole di avere molto in più: nuove energie, grazie all'apporto di tanti nuovi praticanti e tanti nuovi maestri.

 

Nella ricorrenza del Trentennale del riconoscimento dell'Aikikai d'Italia da parte dello Stato, era giusto dare dare un simbolico riconoscimento agli associati che ininterrottamente, da quel giorno, hanno continuato il loro lavoro.

Per evitare una interminabile cerimonia di premiazione, solamente due tra i "vecchi" praticanti, sempre comunque giovani di spirito, sono stati invitati a ritirare la loro medaglia durante il raduno. Ecco Ernesto Fiscella, responsabile del dojo Aikikai di Ivrea.

 

 

 

 

E Giancarlo Bellini, responsabile del dojo Bushin di Cernusco (Milano).

 

Tutti gli altri iscritti dell'Aikikai d'Italia con 30 anni di anzianità associativa hanno ricevuto, presso i dojo di appartenenza, la loro medaglia ricordo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma ad un certo punto i bambini si ricordano che è una festa, e decidono di farlo presente anche agli altri facendo irruzione tra le "personalità".

Siano benvenuti la loro spontaneità e la loro gioia di vivere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' terminata l' ultima lezione, e con essa termina anche il raduno.

Il maestro Tada rivolge a tutti i presenti il suo saluto ed il suo ringraziamento.

E non manca di lasciare a tutti i suoi consigli e le sue "prescrizioni" in attesa del prossimo incontro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'atmosfera è ancora festosa.

Lo è stata sempre durante questi due giorni a San Lazzaro e la folla dei partecipanti risponde calorosamente, festosamente, al saluto e alle esortazioni del maestro.

 

 


 

Al termine della prima giornata di allenamento il sindaco, Marco Macciantelli, interviene per portare il suo saluto ai partecipanti al raduno.

Ad un cenno dell’insegnante - il maestro Hiroshi Tada visibile sulla destra - gli oltre 500 praticanti, che erano completamente all’oscuro della visita interrompono immediatamente l’allenamento e si dispongono in posizione formale di seiza di fronte al kamiza.

Impassibili, silenziosi, immobili, concentrati sul nuovo venuto, a tutti sconosciuto. In educata attesa delle sue parole.

Pur dichiarandosi un perfetto neofita in materia di arti marziali il sindaco ha voluto esprimere la sua meraviglia ed il suo apprezzamento per la disciplina e la compostezza dimostrati da un numero così alto di partecipanti all'evento, e la sua sicurezza che tali doti, favorite e valorizzate da un lavoro valutabile positivamente anche dopo un fugace contatto, potrebbero certamente essere di grande giovamento al corretto ed equilibrato sviluppo della società civile.

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