Tecnica e storia

Storie di spade - Spade che tagliano bene

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Ma come è nata questa curiosità sulle spade utilizzate dai 47 ronin? Dalla vendita all’asta effettuata pochi mesi prima di una spada dal grande valore storico, perlomeno secondo i venditori.

Eccone il nagako, cioè il codolo. a sinistra potete vederne il lato omote con la firma e i titoli del maestro spadaio: Takada Ju Fujiwara Tsunayuki.

Dopo il lato omote viene mostrato anche il lato ura del nakago, in cui vengono incisi a volte la data e l’eventuale tameshigiri, la prova di taglio della lama. Per questa spada il tameshigiri è stato eseguito e l’iscrizione, “ichi no do Kondo Genpachi Tamesu Kore Akagaki genzo Oishi Yoshitaka” ci informa che se ne sono incaricati i due samurai Kondo Genpachi e Oishi Yoshitaka. Un parente di Oishi Oranosuke, capo dei 47 ronin? Esattamente, e questi due samurai erano ai suoi ordini, anche se non presero poi parte al complotto dei 47.

E’ quindi una spada dal grande valore storico, anche se il suo legame con il leggendario episodio è tutto sommato molto marginale. Dal punto di vista pratico si tratta di una spada antica di ottima fattura e recentemente ripulita, come vediamo dal particolare della lama, che però comincia a mostrare i segni del tempo: si noti l'esiguità dello scalino dell'hamachi, frutto di numerose ripuliture.

Si tratta di una spada solida e robusta, pensata per combattere e proveniente dalla scuola dei mastri spadai di Bungo, mirante all'efficacia ma artisticamente meno apprezzata rispetto ad altre. Forse per questo è rimasta invenduta, sebbene all'asta si sia arrivati ad una somma molto vicina ai 10.000 dollari.

Aveva naturalmente il suo bravo kantei¸come potete vedere: la perizia giurata, firmata da un esaminatore diplomato (i gradi di esaminatore si misurano, ci potevate giurare, in dan e sono tre). E il kantei di una spada assomiglia in modo impressionante ai certificati di grado dan rilasciati nelle maggiori scuole di arti marziali.

Rimarrebbe da togliervi un’ultima piccola curiosità: come viene effettuato il tameshigiri, la prova di taglio di una spada? Iniziamo a spiegarlo con l’illustrazione seguente, che richiede peró un certo sangue freddo.

Anticamente veniva efffettuata anche su dei corpi umani, normalmente di condannati a morte, adagiati su uno strato di sabbia che consentisse di vibrare il colpo - che poteva passare con una certa facilità diversi colpi impilati l’uno sopra l’altro -  senza timore di danneggiare la preziosissima lama.

I colpi erano rigidamente codificati e classificati secondo l’ordine di difficoltà, fino all’impervio ryo guruma.

E’ invece una leggenda metropolitana che i samurai usassero provare le loro spade appostandosi al buio dietro gli angoli dei quartieri malfamati per tagliare il primo innocente passante.

Ci saranno anche stati soggetti del genere, ma cosí come ci sono oggi i ragazzi che passano il loro tempo tirando sassi dai cavalcavia.

La prova sui corpi umani non era comunque la norma: si ricorreva allora ad appositre strutture chiamate tameshiwari che simulavano la resistenza del corpo umano.

La tradizione del tameshigiri è continuata anche in epoca moderna, e tra i più rinomati collaudatori veniva considerato il grande maestro di spada Hakudo Nakayama, creatore del moderno Musho Shinden ryu, una antica scuola che grazie al suo impulso divenne forse la più importante scuola di iaido dei nostri giorni,

citiamo, dal sito internet di una scuola statunitense di iaido, il Kenshinkan Dojo, purtroppo non più on line:

A sword oshigata (tang rubbing) appears in the book Military Swords of Japan: 1868-1945, which records Nakayama Hakudo's test results. The engraved words state, "Hami saijo Nakayama Hiromichi tamesu kore wo" and "Showa 17 nen 11 gatsu kichi nichi" (The highest quality cutting ability. Tested by Nakayama Hiromichi on a lucky day, November 1942) (Fuller and Gregory, 1996:116-117). The authors hasten to add that the test was carried out on a straw bundle or green bamboo, simulating a body.

I wish to point out that "Hiromichi" is an alternative reading of "Hakudo." Nakayama Hiromichi is the same person as Nakayama Hakudo.

Questa testimonianza, corredata anche delle fonti, aiuta a mettere ordine nella confusione generata da troppi altri siti, che citandosi l'un l'altro senza mai risalire ai documenti originali rischiano di confondere le idee a chi prende per buone le loro indicazioni. Un'altra citazione, che proviene dal prestigioso Aikido Journal (omettiamo per rispetto, una svista può capitare a tutti, il nome dell'autore).

Prior to and during the Second World War, the famous kendo and iaido teacher Hakudo Nakayama selected swords for use by the Imperial Palace police by performing tameshigiri on the hip bones of pigs. I know of three swords bearing Nakayama’s sword-testing name, Minamoto no Yoshichika, that have shown up in the United States.

L'autore, probabilmente un cittadino americano di origine giapponese, è incorso in un equivoco che ci apprestiamo a chiarire, riprendendo un documento che abbiamo già pubblicato nell'articolo che tratta di Etichetta e manutenzione della spada.

Come è incontestabilmente provato dalle foto, sul nakago, lato omote, di questa spada, recentemente apparsa sul mercato, appare una firma: nidai Minamoto Yoshichika: Minamoto Yoshichika secondo. Si tratta di un maestro spadaio attivo all'inizio dell'epoca Showa, diciamo approssimativamente negli anni seguenti alla prima guerra mondiale.

Le sue opere sono relativamente facili a reperire sul mercato statunitense, ove sono pervenute in gran numero le spade appartenute agli ufficiali giapponesi sequestrate al termine della seconda guerra mondiale, non meraviglia quindi che la sua firma sia stata vista tre volte.

Ovviamente non ha nulla a che fare con la firma di Nakayama Hakudo, o Hiromichi come abbiamo visto in precedenza, che è visibile invece - così come deve essere - sull'altro lato del nakago, quello ura riservato alla data ed alle certificazioni: Hakudo Nakayama sho: certificato da Hakudo Nakayama.

Sembra del tutto fantasiosa anche l'ipotesi ventilata su Aikido Journal che i tameshigiri riservati alle guardie imperiali venissero eseguiti su ossa di maiali invece che sui consueti shiwari.

Nella foto seguente possiamo vedere Hakudo Nakayama mentre si prepara ad eseguire una dimostrazione di tameshigiri davanti all'imperatore, in un periodo non meglio precisabile intorno al 1933 (eseguì infatti diverse dimostrazioni, in occasione di differenti cerimonie annuali).

Nel filmato da cui è tratta la foto, due brevi documentari in cui vengono tratteggiate le vite di Hakudo Nakayama e di Morihei Ueshiba, attualmente non più disponibile sul mercato,  il maestro esegue dapprima il kata Inyo shintai, che mostra alcune affinità con l'esercizio di taglio sullo shiwari - visibile sulla destra, che esegue immediatamente dopo.

Vengono eseguiti tre tagli consecutivi in rapida successione - meno di un secondo - ognuno dei quali trapassa completamente il fascio di canne di bambu.

Gli shiwari utilizzati correntemente oggigiorno sono verticali, simulano pertanto la resistenza opposta da un corpo umano in posizione eretta. Come si vede quelli utilizzati da Nakayama sensei erano invece orizzontali, assomigliano all'attrezzo ginnico denominato cavallo , e lo strato di canne di bambu da tagliare appare molto più voluminoso: si ispiravano chiaramente ai metodi tameshigiri utilizzati anticamente, in cui potevano essere utilizzati firno a 3 cadaveri.

La foto successiva, della stessa provenienza, mostra il maestro Nakayama, in età ormai molto avanzata (nacque nel 1869 e scomparve nel 1958).

E' ripresa da una serie in cui esegue diversi kata delle serie omori ryu, hasegawa eishin ryu ed okuden ryu. La fase mostrata è il nukitsuke del kata shohatto.

Il certificato tameshigiri citato sul sito Kenshinkan riporta la data del 1942, ossia di quando il maestro aveva già 73 anni.

 

 

 

 

 

 

 

L'ultima foto mostra un particolare della posizione noto assunta dal maestro Nakayama al termine di shohatto.

Da notare anche la particolarità dello tsukamaki, la nastratura che avvolge il manico, di una tipologia non frequente concepita per facilitare al massimo la presa.

 

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