Testi
Masui - Testini: Il giardino giapponese nella tradizione e nel mondo
Sachimine Masui, Beatrice Testini
San Sen Sou Moku
Il giardino giapponese nella tradizione e nel mondo contemporaneo
CasadeiLibri, collana Porte d’Oriente
“Il libro esplora in profondità le caratteristiche essenziali
dell'arte del giardino nipponico e la sua potenzialità
come arte nel mondo contemporaneo. Contiene
traduzioni inedite degli scritti di vari maestri di giardini
dal medioevo ad oggi.”
Beatrice Testini è architetto e il suo interesse verso l’arte dei giardini ha radici profonde
come quelli verso altri aspetti della cultura giapponese, lo testimoniano la sua passione per lo shodo, la calligrafia giapponese, e la sua intensa pratica dell'aikido.
Il libro è diviso nelle 4 parti indicate dal titolo: San (montagna), Sen (fiume), Sou (erba), Moku (alberi). In San troviamo una accurata descrizione del territorio e del clima del Giappone, o per meglio dire dell’intero arcipelago.
Comprende infatti oltre alle 4 isole maggiori non meno di altre 6500. Il 76% circa del territorio giapponese è montagnoso: l’importante influenza della montagna, non solo sul clima ma anche sulla concezione paesaggistica del giardino, sono analizzati nel capitolo “ Origini e storia del giardino giapponese”; troviamo infine un saggio sul Sakuteiki, il più antico testo dedicato alla composizione del giardino.
Il capitolo Sen esamina una impressionante mole di testi composti a partire dal XIV secolo dai maggiori maestri dell’arte.
In Sou vengono descritte le strategie paesaggistiche del giardino giapponese: Ospitalità, Attraversamento, Riproduzione, Riduzione, Astrazione.
In Moku si esplorano i rapporti tra l’arte del giardino contemporanea e altre 4 arti tradizionali giapponesi, materia di cui dobbiamo segnalare innanzitutto quella sulla mutua influenza tra l’arte del giardino e le arti del budo.
Lo completano alcune appendici tra le quali quella del prof. Giangiorgio Pasqualotto sull’arte del suiseki,(da lui definita coltivazione di pietre), che utilizza pietre ritrovate in natura come elemento decorativo, non solo nei giardini ma anche all’interno degli edifici, per trasmettere il “senso di energia vitale e di variazione proprio di ogni fenomeno naturale”. Infine quella che propone “ il gioco del go come metafora dell’ar
chitettura del paesaggio e del giardino”, di Lorenzo Casadei, titolare della casa editrice, che nella sua ragione sociale - CasadeiLibri, gioca ironicamente sull’equivoco con il più ovvio Casa dei Libri. Si tratta di una casa editrice che affronta coraggiosamente la pubblicazione di testi essenziali per la conoscenza e la comprensione della cultura del sol levante.
Questa opera segna a parere del recensore un ottimo punto di riferimento per chi voglia interessarsi dell’arte del giardino giapponese. Il legame con la cultura marziale è testimoniato nel frontespizio
ove si ringraziano tra gli altri i maestri Hideki Hosokawa e Hiroshi Tada “per i loro preziosi insegnamenti che sono stati una guida nell’approfondimento degli argomenti affrontati”.
Va segnalato che la scienza moderna si interessa da tempo alle antiche arti tradizionali che ricercano l’armonia con se stessi e con l’universo, e che tentano di esprimerla nei modi più disparati. Nelle arti gestuali giapponesi si eseguono delle forme (teatrali, marziali, di etichetta come nel chanoyu) apparentemente effimere e destinate a scomparire immediatamente senza lasciare alcuna traccia
tangibile eppure incidenti tangibilmente sul corpo e sull’animo del praticante e tramandate di generazione in generazione sfidando i secoli,
Ma esiste anche la pratica e lo studio di arti destinate a lasciare tracce materialmente tangibili e che trasmettono nei secoli lo spirito del loro creatore, come la disposizione dei giardini di cui tratta il testo in esame.
Esistono al giorno d'oggi come detto prima seri studi scientifici che tentano di riprodurre, anche attraverso rigorosi modelli matematici, l’ideale di armonia rappresentato da un giardino di pietra
(cfr. ad esempio Neuroscience unlocks secrets of Zen garden, Nature, 26/09/2002). Ma probabilmente per molti di noi prevarrà sulla fredda logica matematica il piacevole “profumo” che lentamente penetra nell’animo del praticante che si accosta, attraverso la guida di un maestro, ad un’arte che viene da tempi lontani.
Ma chiudiamo con un richiamo all’arte occidentale, citato all’inizio del libro recensito, ma che vogliamo qui porre al contrario in chiusura.
... vola con li occhi per questo giardino
ché veder lui t’acconcerà lo sguardo
più al montar per lo raggio divino
Dante, Paradiso: XXXI, 97-99