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Claudel: L'uccello nero del Sol Levante

L'uccello nero del Sol Levante

Paul Claudel

Il Cerchio, 1996

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Paul Claudel (1868-1955) è conosciuto soprattutto come drammaturgo e poeta ma la professione che abbracciò nella vita era quella di diplomatico.Figura a volte controversa, per il suo cattolicesimo talvolta quasi oltranzista e per le sue forse incomprese idee politiche conservatrici, fu tuttavia fiero oppositore del nazismo, da lui definito "demoniaco" anzi "coniugato con Satana" e del collaborazionismo del regime di Petain con la Germania, come anche del comunismo.

Viaggiò per la prima volta in estremo oriente sul finire del secolo XIX per ricoprire la carica di console di Francia a Shangai, ricevendone una profonda impressione che viene testimonata da diversi suoi scritti. Ritornò in Giappone dal 1921 al 1927 ma questa volta nelle vesti ufficiali di ambasciatore di Francia.

Se nel primo viaggio ebbe occasione di visitare il Giappone, la sua più lunga permanenza degli anni venti gli permise di esplorare la cultura giapponese, ed è un viaggio in essa, piuttosto che in luoghi materiali, che ci propone nel suo libro.

Il titolo, come ebbe a spiegare lo stesso Claudel, si ispira al suo cognome che "potrebbe essere tradotto in giapponese pressappoco come uccello nero" (forse per assonanza con corneille) e al ricordo del corvo che visitava regolarmente il giardino della residenza dell'ambasciatore, che i figli di Claudel avevano battezzato Adhemar. Ma anche, forse soprattutto, alla sagoma dell''uccello nero in controluce sullo sfondo del sole che appare in molte stampe giapponesi, in quasi tutte secondo Claudel. Non riusciamo a tacere che una maggiore prontezza di riflessi da parte del grafico gli avrebbe fatto scegliere per la copertina una stampa in cui fosse presente se non evidenziato questo particolare. Ma la perfezione, lo sappiamo, non è umana.

Questo libro ha conosciuto numerose edizioni, e in ognuna di esse Claudel ha voluto - forse a seconda dell'umore del momento o forse in base ad altre considerazioni a noi ignote - includere dei testi differenti. L'edizione in esame, i curatori contemporanei continuano a variare di volta in volta i brani selezionati, inizia con un capitolo dal titolo significativo, Uno sguardo sul carattere giapponese, e prosegue con Attraverso la città in fiamme, drammatica testimonianza del devastante terremoto del Kantô che il 1. settembre del 1923 distrusse numerose città e lasciò un numero tuttora imprecisato di vittime,valutato in oltre 100.000 morti e circa 40.000 dispersi di cui non si ebbe più alcuna notizia. In qualità di ambasciatore Claudel organizzò i soccorsi da parte delle navi da guerra francesi ancorate nel porto di Yokohama, che erano sfuggite allle conseguenze del terremoto e dei terribili incendi che lo seguirono conservando intatte le loro capacità di intervento:

Yokohama è distrutta. Dal mare alle colline di Kanagawa, all'infuori di un'unica casa che erge sinistramente il suo blocco lucente di ceramica vicino alla stazione di Sakuragicho, tutto è vuoto. * La capitale della seta è finita. Di tutte quelle matasse bianche e gialle, restano solo alcuni pacchi a mollo in un fango sporco, qualche rotolo di cordoni che i coolies si sono annodati intorno al collo. Tutta l'opera degli stranieri in Giappone da cinquant'anni, perché sono loro che hanno fondato Yokohama e ne hanno fatto il più grande porto del paese - è crollata in poche ore.

* qui una immagine di Yokohama rasa al suolo

Ancora più drammatico quanto segue, rappresentato con una necessaria crudità che deriva sicuramente dall'esperienza diretta dell'orrore, quando Claudel esaurita in poche parole la descrizione dei danni materiali passa a testimoniare quelli inflitti dalla natura al genere umano.

Dati i suoi interessi teatrali non c'è da meravigliarsi se Claudel nei suoi testi parla a più riprese delle rappresentazioni bunraku (teatro tradizionale di marionette), bugaku (stile di danza utilizzato durante le rappresentazioni alla corte imperiale) e kabuki (genere teatrale di tipo più popolare rispetto al più aristocratico e più antico teatro noh).

Il libro si chiude giustamente con il capitolo Addio Giappone ma non si tratta come si sarebbe portati a pensare del saluto di Claudel alla terra che ha appreso ad amare al momento di prendere commiato per andare a ricoprire un altro incarico negli Stati Uniti. Il testo, non appartenente alle prime edizioni, venne scritto dopo l'esplosione delle due bombe atomiche sganciate nell'agosto del 1945 su Nagasaki e Hiroshima, e venne pubblicato dal Figaro il 30 agosto. Assieme alla distruzione materiale Claudel paventa la scomparsa di quel Giappone tradizionale a lui tanto caro, che pur criticabile per "la ferocia, la perfidia, la brutalità di quella casta militare alla quale il paese ... deve la sua rovina attuale" aveva dato al mondo esempi altissimi di civiltà.

Viene riportato tuttavia nella prefazione l'addio del Giappone a Claudel, pubblicato il 17 settembre del 1927 sul Japan Times di Tokyo:

Sayonara, poeta diplomatico! Con dispiacere e tristezza il popolo del Giappone ha detto "arrivederci" a S.E.M. Paul Claudel, ambasciatore di Francia nel nostro paese ... L'ambasciatore Claudel è conosciuto dal popolo giapponese come il "Shijin Taishi" (diplomatico poeta) e fra gli artisti, musicisti e scrittori giapponesi egli ha più amici di quanti nessun'altro straniero vivo o morto abbia mai avuto, anche senza eccettuare il compianto Kotsumi Yagumo, che in Occidente è conosciuto col nome di Lafcadio Hearn. Il suo genio letterario e artistico gli ha permesso i penetrare nei recessi nascosti della vita e dell'arte del Giappone più profondamente di quanto nessun uomo dell'Ovest potrebbe mai riuscire a fare ... Il Diplomatico-Poeta è stato uno degli interpreti più sensibili del Giappone e della vita giapponese dopo la morte di Lafcadio Hearn. In un certo modo egli ha rappresentato l'Occidente e la civiltà occidentale più che [soltanto] il suo paese.

 

 

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