Miti, leggende, eroi
Jizo e il culto Mikuzo Kuyo
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Scritto da Michelangelo Stillante
Lo confesso: anche io ho i miei preferiti e sono: il duo Raijin-Fujin, Hachiman e la triade Sumiyoshi Sanjin. Di che sto parlando ? Ma dei Kami giapponesi, ovverosia oggetti di venerazione di origine shintoista che spesso vengono indicati come divinità e che in Giappone sono associati ad una miriade di cose: all'abbondanza, al vento, alla luna, al mare, al sole, alla terra ecc. ecc. ...
Raijin è il dio dei tuoni, fulmini e tempeste mentre Fujin il dio del vento, indicati da me come un duo perché praticamente sempre raffigurati insieme. Hachiman (a destra) è il dio della guerra - ma anche della cultura - e la triade Sumiyoshi Sanjin è la protettrice del mare e della navigazione.
Ho detto "una miriade" e infatti pare che siano qualche milione! Ma come per me anche tra i giapponesi ci sono i preferiti e tra queste milioni di divinità che ne sono una decina che spiccano non necessariamente nel seguente ordine:
Jizo
Raijin e Fujin
Agyo e Ungyo
Inari
Kannon
Benzaiten
Yebisu
Amaterasu
Shitenno
Izanami e Izanagi
Soffermiamoci in particolare su Jizo (nella foto a fianco). Jizo ( 地蔵 ) che in giapponese si potrebbe tradurre con "Gioiello della Terra" o "Ventre della Terra" è il nome giapponese di una popolare divinità del buddhismo, Ksitigarbha, rappresentato comunemente come un monaco.
Le referenze, le offerte, i rituali a lui dedicati sono molto diffusi in Giappone e le relative statue si trovano in abbondanza, soprattutto nei cimiteri.
È infatti credenza popolare che la divinità sia protettrice dei defunti e dei neonati prematuri o malformi e oggetto di aborti.
Jizo è anche considerata divinità protettrice dei viaggiatori e le statue a lui dedicate sono comuni lungo le strade e vengono adornate di sciarpe in lana, cappelli e vestiti per coprirle dal freddo.
Non sempre le statue a lui dedicate sono con le sembianze di un monaco adulto, anzi spesso i suoi lineamenti sono quelli di un bambino ad onore dei suoi protetti.
Le statue di cui stiamo parlando si chiamano Mizuko Kuyo ( 水子供養).
Con le dovute accortezze - visto il mio livello di giapponese - e con l'aiuto di Google Traduttore, Mizuko Kuyo si può tradurre con "servizio funebre per placare un feto abortito".
In epoca Tokugawa (1603-1868) esisteva una forma molto primitiva di servizio funebre a riguardo secondo la quale, essendo l'infanticidio largamente diffuso, il bambino indesiderato veniva affidato alle cure di Jizo senza troppe cerimonie.
Invece in epoca Meji (1868-1912), durante la quale si afferma la cultura di una famiglia prolifica e della donna "buona moglie e saggia madre" leale all'imperatore vengono varate diverse leggi contro l'aborto per contrastare il controllo delle nascite e promuovere lo sviluppo della popolazione.
E quando la cultura giapponese si rinnova, tutti gli aspetti della vita ne sono coinvolti e fu così anche per la religione a riguardo.
Non è qui che si voglia intraprendere una dissertazione morale sul culto né sui suoi aspetti cerimoniali, ma è qui che si vuole evidenziare come i giapponesi abbiamo un certo senso ludico anche negli aspetti più funerei della vita.
Nota: per quanto si faccia qui riferimento al calendario occidentale, il computo del tempo in Giappone segue diversi criteri. Si può fare riferimento alla capitale del momento (periodo Nara, Heian, Kamakura...), al governo (Ashikaga, Tokugawa...) all'imperatore regnante (Meiji, Showa, Heisei...). Ovviamente questi differenti metodi non sono direttamente confrontabili tra loro.
Durante i miei viaggi in Giappone (solo due per ora ma spero aumenteranno!) ho visto diverse celebrazioni di Jizo e molte statue a lui dedicate.
Ad esempio presso il tempio Zojo-ji a Tokyo, fondato nel IX sec da Shuei a Kojimachi (Tokyo) e spostato nella sua attuale locazione da Tokugawa Ieyasu nel 1590.
Divenne infatti il mausoleo di questa potente dinastia shogun dato che 6 dei 15 membri sono sepolti qui.
Vi possiamo ammirare diverse statue raffiguranti Jizo come quelle che vedete a fianco. Jizo viene, tradizionalmente rappresentato nelle sembianze di un monaco e con il bastone nella mano destra.
E poi... migliaia di Mizuko Kuyo acconciate con cappellini, bavaglini, mantelline, girandole e naturalmente una "bacheca" dove riporre le proprie preghiere.
Si posso anche trovare accanto alle statuette piccoli giocattoli, ciucciotti, caramelle e persino biberon per il latte.
Spostiamoci ora verso sud a un'ora di treno da Tokyo, nella turistica cittadina di Kamakura.
Qui, oltre a poter ammirare nel tempio Kotoku-in il favoloso Daibutsu (grande Buddha) di bronzo risalente al 1252, raffigurato nella posizione del loto, possiamo fare una visita al tempio Hase-dera o più comunemente chiamato Hase-kannon (anche la fermata di autobus si chiama così) per essere dedicato alla dea Kannon e che ospita la più grande statua in legno in Giappone della dea.
Qui possiamo ammirare diverse statue di Jizo circondate da migliaia di altre a lui dedicate.
Solenni, imperturbabili, composte e allineate fa veramente impressione per quante ce ne sono.
I giapponesi se ne prendono grande cura.
A volte considerandole persino soggetti per un selfie di famiglia.
Andiamo ancora più a sud ed arriviamo fino a Miyajima.
Questa piccola isola nel mezzo del golfo di Hiroshima (800 km da Tokyo) è visitata soprattutto per il santuario di Itsukushima e il grande Torii rosso vermiglio posto all'imbocco della sua insenatura.
Ma poche persone si inoltrano nel bosco per risalire verso la cima del sacro monte Misen.
Da qui, lungo la strada, si gode di una splendida vista del golfo antistante il santuario, mentre dalla cima si apre uno splendido panorama dell'altra zona del golfo.
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Lungo il sentiero per diverse ragioni il viandante ha il dovere di fermarsi presso il tempio Daisho-in.
E' uno dei più famosi templi del buddhismo Shingon.
Tra le altre ragioni che impongono la sosta:
Le 500 statue dei discepoli di Shaka Nyorai
Le 1000 statue di Fudo donate per commemorare il 77mo monaco capo
Le 33 statue della dea Kannon
I cilindri rotanti raffiguranti i Sutra della Fortuna e del Cuore
Le 1000 statuette raffiguranti il Buddha della luce infinita Amida Nyorai
... e naturalmente le statuette dedicate a Jizo !!!
Qui ho trovato della interpretazioni Mizuko Kuyo che avrei voluto portare a casa e mettere in giardino (che non ho) come le statuette dei sette nani.
Inaspettate, spiritose, apparentemente dotate di una calma interiore incredibile, ritratte mentre leggono, accolgono, pregano, esultano praticano arti marziali o persino body building!
L'unica cosa che potevo fare era fotografarle tutte (o quasi ) per appagare in parte la mia voglia di possederle e proseguire portandole con me nel cuore.
Il Giappone: paese dai mille aspetti contradditori e comunque sempre in armonia tra loro, com'è tipico e normale qui....
また会いましょう!
mata aimashou!
alla prossima!
Testo e foto sono dell'autore