Maestri
Nemoto Toshio: siamo tutti suoi figli
Oltre 50 anni fa il giovanissimo Toshio Nemoto reduce da un soggiorno di studio negli Stati Uniti fece tappa in Italia. Laureato alla Università Waseda di Tokyo, pensò di far visita al maestro da cui aveva appreso proprio alla Waseda l'aikido, Tada Hiroshi. Gli venne sorprendentemente proposto di fermarsi in Italia per insegnare, e altrettanto sorprendentemente accettò senza esitazione. Lasciando cadere almeno per il momento ogni suo altro progetto di vita.
Durante i tre intensi anni del suo soggiorno in Italia si stabilì a Torino, dove Tada sensei era riuscito in tempi brevissimi a dargli la possibilità di aprire un dojo. Ebbe frequenti spostamenti a Milano ove non si era ancora stabilito Fujimoto sensei ma anche in altre città soprattutto nel nord Italia. Nonché a Belgrado, Dubrovnik e Zagabria, in quella che era allora la Iugoslavia, in cui fu il primo a portare il verbo dell'aikido, su incarico di Tada sensei.
Nel 1970 degli impegni familiari lo obbligarono al ritorno in Giappone, alle soglie della fondazione della Accademia Nazionale Italiana di Aikido, divenuta poi più tardi Aikikai d'Italia. Fu impossibilitato quindi a veder nascere materialmente quanto aveva contribuito a concepire e dare alla luce. Nell'atto di fondazione dell'associazione, alla terza pagina, è tuttavia riportata la seguente clausola:
I signori comparenti in pieno accordo tra di loro riconoscono la qualifica di socio fondatore (anche se non firmatario del presente atto) al signor Nemoto Toshio.
Le vicende della vita portarono in seguito Nemoto sensei lontano dall'Italia, ove potè ritornare solamente 45 anni dopo, e dall'aikido dove aveva raggiunto agli inizi degli anni 80 il grado di 6. dan. Non mancò appena gli fu possibile di tornare a far visita ai suoi allievi di quei tempi tanto lontani, né di partecipare ai maggiori eventi dell'Aikikai d'Italia.
Senza però che la stragrande maggioranza dei presenti si rendesse conto non solo di essere là anche grazie a gentile signore taciturno che vedevano assistere alle lezioni, salutato con grande rispetto dai praticanti più anziani e tenuto in grande considerazione dai loro stessi maestri. E non solo: anche di avere intrapreso il cammino dell'arte, per una parte importante, anche grazie a lui e ai numerosi semi da lui lasciati.
Nella foto che pubblichiamo, il maestro Nemoto al giorno d'oggi: è intervenuto all'ultimo seminario dell'Aikikai d'Italia, tenutosi a Roma. Sono passati esattamente 50 anni dal primo seminario a Venezia, cui aveva ugualmente partecipato, assieme a Tada sensei. Una presenza importante
Perché è così importante il messaggio trasmesso da Nemoto sensei? Certamente per le sue competenze tecniche - ha insegnato con ineccepibile professionalità e lo testimonia la ricchezza e qualità attuale della offerta di aikido presente ove lui ha operato.
Ma soprattutto perché ha trasmesso - da pelle a pelle - un sincero entusiasmo e un profondo amore per l'arte dell'aikido.
E continua a farlo. Anche senza più salire sul tatami al posto che gli compete: quello dei maestri.
Nella foto, scattata probabilmente a Pesaro tra il 1967 e il 1969, da sinistra a destra:
Romeo Marcolini, Livio Carpi, scomparso prematuramente e a cui fu intitolato il dojo di aikido di Rimini, Toshio Nemoto, Franco Fazi. La foto è dovuta alla cortesia di Gabriele Parma.
Avremmo voluto In un successivo articolo che doveva apparire a breve riallacciare rapporti lasciati a volte colpevolmente cadere per mera trascuratezza, cercando di raccogliere alcune testimonianze di quanti hanno potuto praticare sotto la sua guida. Non è stato ancora possibile, ma speriamo un giorno di ritornarci sopra.