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Tamura Nobuyoshi sensei: l'ultimo saluto di uno degli ultimi grandi maestri

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Tamura Nobuyoshi sensei si è spento il 9 luglio 2010, dopo una malattia affrontata con serenità e fermezza. Era nato ad Osaka il 2 marzo 1933 ed entrato nell'Hombu Dojo di Tokyo negli anni 50. Risiedeva dal 1964 in Francia, dove aveva creato e portato a contare decine di migliaia di praticanti la Fédération Française d'Aikido et de Budo. Era solito inviare a discepoli e dojo, ad ogni inizio dell'anno, un messaggio augurale in cui comunicava le sue riflessioni, i suoi desideri, i suoi programmi. Quella che segue è la traduzione dell'ultimo saluto, ed ultimo messaggio, che Tamura sensei ha inviato al mondo e di altri messaggi raccolti a caso, così come li abbiamo trovati frugando in archivio, alla ricerca dell'insegnamento del maestro.

 

 


Buon anno a tutti!

 

Siamo nel 2010, ventiduesimo anno dell'era Heisei * secondo il calendario giapponese. Per il calendario ciclico cinese stiamo per entrare in un anno kanoetora (庚寅).

Kanoe (庚) ha tre significati: continuazione/continuità; ricezione; rinnovamento

Tora (寅) vuol dire: essere discreto; tendere ; continuare; evolversi

Un anno kanoetora è posto sotto il segno della continuazione di quanto è stato intrapreso l'anno precedente, senza fratture, ma eliminando la pesantezza degli errori precedenti. Indica anche che si pone tutta la propria volontà in nuove imprese. Si tratta ancora di non lasciarsi ingombrare, nel nuovo cammino che si apre davanti a noi, dall'accumulo delle azioni incomplete e delle situazioni senza sbocco. Sia nel quadro della nostra vita privata che nel nostro comportamento (o funzione) pubblica dobbiamo esaminare gli avvenimenti dell'anno precedente fino negli angoli più remoti, per liberarci da tutto quanto è spiacevole ed abbandonarlo; semplificare, abbandonare ogni ostacolo per ripartire su basi sane.

L'anno passato così come l'anno che l'ha preceduto in tutti i paesi del mondo sono cambiati alcuni presidenti o primi ministri. Politici, capitani d'industria, alti funzionari sono stati avvicendati. Le promesse pre-elettorali degli uni come le promesse allo scopo di ottenere promozioni degli altri si scontrano con opposizioni, rifiuti e ostacoli di ogni genere e non vengono quasi mai mantenute. In queste circostanze è meglio appoggiarsi su compagni di lavoro che condividano gli stessi interessi e in cui si possa avere fiducia. Diviene allora possibile abbandonare le vecchie abitudini e unendo le forze rivolgersi verso la creazione, con spirito costruttivo. Spesso è facile fallire, proprio quando si cerca di far progredire le cose. Più grandi sono i progressi desiderati, più forti gli effetti collaterali e le reazioni. E' dunque importante prendere bene le misure di quello che si vuole intraprendere e avanzare con precauzione.

Tora (寅) è omofono di tora (虎) nel senso di tigre. Ambedue gli ideogrammi possono essere impiegati in questa espressione.

La tigre è un animale che incute timore, e implica quindi l'idea di precauzione e precisione nelle mosse. Siamo pervenuti ad un'epoca in cui guerre e problemi economici - ad esempio - non possono essere risolti a livello nazionale o regionale. Occorre pensare al Mondo come ad una famiglia, ed al Pianeta come alla nostra casa.

Prima di dire "Maledetto paese!", "E' colpa del governo!", "Bisogna cambiare la politica!", è preferibile iniziare a considerare tutto come un nostro problema personale, esaminare noi stessi prima di criticare gli altri e seguire una Giusta Via. Che sia per avanzare di un solo passo, o anche di un mezzo passo, per marciare dobbiamo contare sulle nostre proprie forze.

Credo che sia proprio questo quanto ci ha insegnato o sensei.

N. Tamura

 

* Le ere giapponesi (年号, nengō) coincidono con i regni degli imperatori; terminata con la scomparsa dell'imperatore Hirohito l'era Showa (昭和, 1926-1989), ci troviamo ora nel ventiduesimo anno di regno dell'imperatore Akihito e dell'era Heisei (平成) iniziatasi l'8 gennaio 1989).


Buon anno. Mi piacerebbe parlarvi delle feste dell'anno nuovo in Giappone, che sono quasi divenute per me una vecchia storia. Durante la mia infanzia le feste più divertenti erano Capodanno e Onnisanti.

Quando si avvicinava l'anno nuovo tutto il vicinato si lanciava in una gigantesca pulizia, asciugando i tatami al sole, battendo la polvere, sbarazzandosi degli oggetti inutili accumulati nel corso dell'anno, riparando le chiusure delle pareti di carta, e tutta la famiglia mangiava in fretta per pulire la casa fino a sera. Il giorno dopo si preparavano i mochi, il riso.

La vigilia il riso appiccicoso era messo a bagno prima di venire cotto a vapore.

Lo si metteva allora in un grande mortaio, e gli uomini pestavano mentre le donne giravano l'impasto.

Dovevano dunque uniformare la loro respirazione perché il mochi prendesse forma.

 

 

 

Bisognava lavorare finché diventasse morbido per prepararne i differenti elementi della festa, e con i resti si si faceva una specie di dolce da distribuire ai bambini che attorniavano i cucinieri.

Questo prendeva secondo l'importanza della famiglia tra una mezza giornata ed una giornata intera.

Ogni famiglia era fiera di adornare l'ingresso con una decorazione di pini, bambu e prugni, simboli di fortuna. La gente di campagna li andava a cogliere nelle montagne, la gente di città li acquistava, e le case più ricche si ornavano di vere foreste di oltre due metri di altezza, mentre quelle più modeste si accontentavano di mazzi di piccole dimensioni. Seguendo le credenza Shinto, gli dei scendevano dal cielo per rendere in quei giorni visita agli esseri umani, occorreva dunque attirarli con le decorazioni più visibili e attraenti.

La padrona di casa preparava i pasti per tre giorni per onorare gli ospiti, la famiglia e gli amici. L'altare domestico era guarnito di kagami mochi, sake, riso, sale e dei "prodotti dei tre mondi" (terra, aria e mare), Queste offerte erano destinate a ringraziare gli dei della loro buona grazia.

L'ultimo giorno dell'anno, quando la festa era al culmine, le famiglie riunite attendevano che suonasssero a mezzanotte le campane di tutti i templi buddisti del Giappone. Suonavano 108 volte per cacciare le influenze maligne dell'anno passato e salutare l'anno nuovo nel momento in cui tutti si scambiavano auguri di buon anno.

Un pasto tradizionale di toshikoshisoba (tagliatelle di grano saraceno) veniva servito in questa occasione. Prima che sorgesse il giorno si prelevava dal pozzo "l'acqua nuova" che rigenerava colui che ne beveva.

C'era anche una cerimonia di celebrazione del primo sole dell'anno. Alcuni scalavano le colline e le montagne ed anche il monte Fuji, per salutarlo ancor prima.

Tutti rivestivano poi i loro migliori kimono per recarsi al tempio Shinto più vicino.

Rientravano infine a casa dove li attendeva una zuppa fumante di legumi, di pollo e di mochi, lo zoni che seguiva un pasto festivo annaffiato dall'otoso, un sake profumato d'erbe medicinali che si riteneva tenesse lontane le malattie per tutto l'anno. I bambini ricevevano delle strenne otoshi-dama (l'anima dell'anno). Sono delle monete dentro dei sacchetti, che hanno rimpiazzato le offerte di kagami mochi di una volta.

I visitatori che venivano a portare i loro saluti avevano l'abitudine di offrire delle strenne ai bambini, che attendevano con impazienza quel giorno. I bambini della famiglia e del vicinato si riunivano per dei giochi appassionati con le biglie, e battaglie a carte, con la palla, con i dadi.

I sogni della sera dell'anno nuovo erano interpretati con serietà perché erano presagi dell'anno nuovo, ed il migliore augurio era il monte Fuji.

Ognuno faceva piani sull'anno a venire, l'anno novello era il momento più propizio per dedicarsi a questa attività ed era su questi bei pensieri che si addormentavano i bambini.

Il secondo giorno dell'anno era consacrato alle visite al vicinato, alla famiglia e alle relazioni di lavoro. Il terzo giorno gli adulti riprendevano il lavoro ma i bambini restavano in vacanza ancora qualche giorno.

Il 7 si preparava il nanakusagayu, la zuppa di riso con le 7 erbe della primavera che aveva la virtù di purgare gli organismi affaticati dagli eccessi delle feste.

L'11 si rompevano i kagami mochi che ornavano l'altare, nel corso della cerimonia del kagami biraki, il 15 si festeggiava il dondoyaki, cerimonia nel corso della quale si bruciavano gli ornamenti festivi, il fumo servendo da veicolo agli dei per riguadagnare i loro domini.

Si dice che gli dei che ci rendevano visita in occasione di queste feste fossero gli spiriti dei nostri antenati. Essi vivono, si diceva, nelle montagne, nei cieli, negli alberi che ci circondano. E' grazie al loro aiuto che i loro discendenti possono conoscere pace e prosperità. Ed è per mantenere questo legame che i loro discendenti devono accoglierli al meglio durante le feste, per ringraziarli e pregarli di vegliare sui viventi.

L'universo si sviluppa giorno dopo giorno. Il fatto di progredire giorno dopo giorno è la caratteristica degli esseri viventi. La vita è quello che abbiamo ricevuto dagli dei o piuttosto la vita è la manifestazione della divinità stessa.

E' dunque importante sapere che noi abbiamo la forza di combattere ed eliminare sfortune, malattie, incidenti. Crisi, guerre, catastrofi naturali non sono punizioni ma segnali che dobbiamo interrpretare e ringraziare. In questo senso dobbiamo ritrovare il corso naturale delle cose, il più rapidamente possibile, per raddrizzare il Mondo. Solamente consacrandovici sinceramente gli dei ci aiuteranno

Quest'anno vorrei poter vivere in pace rimettendomi al cielo. E voi?....

I migliori auguri di pace e di buona salute.

N. Tamura


Bras, 1° gennaio 1998

Buon anno, ed i migliori auguri

Spero che l'anno che viene sia per tutti più meraviglioso e più ricco dell'anno passato.

Tra 730 giorni entreremo nell'anno 2000. Il 21° secolo sarà il secolo della cultura spirituale.

Il 20° secolo, troppo orientato verso il mondo materiale, ha lasciato una scia sempre crescente di inquinameno, epidemie, catastrofi, carestie e guerre.

A questo punto diviene urgente cambiare direzione. Hanno già cominciato a vendere i posti per gli avvenimenti sportivi, i cabaret, i ristoranti, i concerti, le cerimonie che marcheranno la fine del secolo ed il passaggio al secolo successivo.

Tocca anche a noi preparare questa festa che non si ripeterà che una sola volta e fare di tutto per goderne pienamente.

Il secolo che viene non è solo un problema per l'umanità, è soprattutto quello - per tutti gli esseri viventi sulla terra - di svilupparsi assieme ed in armonia. Tutti gli esseri viventi hanno le loro finalità e gioiscono della loro vita, è un diritto imprescindibile.

Gli uomini portano un sogno nei loro cuori e possono trasformarlo in realtà. Se al contrario si portano nel cuore angoscie e paure, possono allo stesso modo essere trasportate nella realtà.

E' per questo che è importante portare in se la gioia, la bellezza, la pace, in modo da poterle manifestare.

Spero dunque, questo anno, che voi possiate mettere in opera degli ideali sempre più elevati, che vi facciano progredire. Consacriamoci tutti al benessere comune. Occorre cominciare di là, per lavorare su se stessi e trasmettere questa gioia alla propria famiglia, agli amici, al proprio prossimo, alla società.

Il vostro desiderio, il mio desiderio, il desiderio di tutti risuoneranno assieme per costruire in accordo la grande famiglia umana.

N. Tamura


Bras, 31 dicembre 2001

L'anno che viene sarà buono.

Noi facciamo tutti dei buoni propositi all'inizio dell'anno, ma arriva la fine dell'anno e non ne vediamo il buon fine. Quest'anno ancora sogno di perfezionare il mio aikido, di fare dei progressi in francese, che la mia famiglia abbia buona salute, di scrivere un libro; il mio elenco è lungo...

Ma cerchiamo di innalzare il livello! Ci sono nel mondo montagne di problemi che richiedono soluzioni immediate.

Brutali eruzioni di attentati terroristici di ampiezza finora sconosciuta, la malattia della mucca pazza, il clonaggio degli esseri umani, il riscaldamento planetario, l'assistenza alle persone anziane, il riciclaggio dei rifiuti, la recessione economica, la disoccupazione, gli scioperi, la delinquenza...

Tutti problemi che trovano la loro origine nell'uomo; ai quali occorre aggiungere le catastrofi naturali: terremoti, inondazioni, siccità, vulcani, incendi...

Più la società si sviluppa, più i problemi che genera crescono e si moltiplicano.

Senza cercare soluzioni miracolistiche, mi sembra importante prendere il tempo di riflettere sulle cause, per cercare delle soluzioni. E' evidente che occorre arrestare le inconcepibili ondate di attentati terroristi ma è non meno evidente che arrestare i colpevoli non basta per arrestare il terrorismo. Vorrei avere un cuore tanto grande da poter tendere loro l'orecchio per comprendere cosa possa spingerli a tali estremismi. Si può veramente pensare di non essere coinvolti dal semplice fatto che una buona metà dell'umanità, più di 3 miliardi di esseri umani, sopravvive con meno di un dollaro al giorno? Prima di massacrare milioni di vacche contaminate dalla malattia della mucca pazza, non sarebbe stato meglio prendersi il tempo di riflettere piuttosto che alimentare degli erbivori con dei rifiuti animali? Non è urgente porsi queste domande ed applicarle alla pesca, alla pescicultura o all'agricultura, dominate dall'ideologia del profitto e della produzione di massa, a detrimento della salute umana, rovesciando ogni priorità? Simili ragionamenti si potrebbero applicare alla medicina e alle medicine, alle manipolazioni genetiche. La gravità delle catastrofi natural non è aggravata ulteriormente dal desiderio di profitto che fa dimenticare le più elementari precauzioni e finisce per aumentare in proporzioni notevoli i costi economici ed umani?

Credo che sia venuto il momento che ciascuno debba darsi il tempo di ritrovare se stesso. Quando Cristo predicava il pentimento, non parlava degli altri ma di ciascuno di noi. Quando siamo guidati dall'interesse possiamo essere certi di deviare dalla via.

Detto questo, siamo tutti dominati dai desideri. Ognuno è attaccato ai suoi diritti, al suo rango, alla sua fortuna, alla sua famiglia, alla sua salute, al suo benessere, al suo proprio corpo. Ma occorre sapere che dovremo abbandonare tutto questo, assolutamente tutto.

Comprenderlo non semplificherebbe il modo di affrontare la vita? E' sempre bello pretendere di agire in nome della giustiza, della nazione, della società ma in verità tutto si riassume nel proprio interesse perché non si cercano mai le medesime motivazioni dell'agire "dell'altro".

La mutua comprensione, l'accettazione dell'altro, l'amore del prossimo; sono le qualità del cuore che ci si dovrebbe sforzare di sviluppare. Non si dovrebbe tentare di orientare l'educazione in questo senso?

Anche se all'inizio dell'anno ci si augura di perfezionarsi, è ben evidente che è lo scopo della vita, e che non si tratta di compierlo nello spazio di un solo anno

Buon anno a tutti.

N. Tamura

 


Buon anno 2003

Quale è stato il primo sogno del vostro anno?

Si dice in Giappone che un primo sogno favorevole è propizio per l'anno che si apre. Il miglior sogno è di vedere il monte Fuji, poi un falco, infine una melanzana.

I sogni che hanno aperto il millennio erano affollati di attentati, terremoti, guerre, inondazioni, uragani ed altre catastrofi; i drammi umani si aggiungono alle catastrofi naturali. I giapponesi dei tempi antichi credevano che le catastrofi naturali fossero il prodotto degli atti dei governanti che provocavano la collera celeste.

L'imperatore (figlio del Cielo) riceveva dal Cielo il mandato di governare e doveva in cambio regnare secondo la Legge Celeste. Se i detentori del potere lo rivolgevano al proprio profitto personale, scatenavano la collera celeste. Non respingiamo senza prenderla in esame quella che a prima vista potrebbe passare per una fumosa mitologia!

Lo stato del mondo non può non avere relazioni con i nostri atti ed i nostri errori... Non è inutile rifletterci per poter almeno immaginare di rimediarvi eiristabilire un mondo più equilibrato.

A marzo di quest'anno avrò 70 anni.

Confucio disse: " A 15 anni volevo studiare; a 30 prendere la mia indipendenza; a 40 ho smesso di esitare... a 50 ho compreso la volontà de Cielo, a 60 l'ho seguita... A 70 nulla più separa la mia volontà da quella del Cielo." Non è meraviglioso constatare che che a 70 anni la propria volontà può essere conforme a quella del Cielo?

Lo stesso o sensei ripeteva spesso che non doveva fare altro che essere in piedi davanti al suo aite senza dover fare nulla... Io mi domandavo allora che avrebbe potuto fare se il suo aite l'avesse "veramente" attaccato.

La fusione e l'unità tra il mondo divino ed il mondo umano sono al centro della pratica di o sensei. Egli esprimeva la certezza che colui che non rispondeva alle leggi universali non poteva turbarle. Beninteso, confrontato ad un insegnamento così essenziale, rimanevo sordo e cieco. Avevo passato la mia infanzia durante la guerra e la sola cosa importante per me era mangiare quanto mi toccava. Non avevamo molto da mangiare, quasi niente per vestirci e non sempre un tetto... La povertà era il nostro quotidiano... Un ragazzo aveva un avvenire già tracciato: militare. Se possibile ufficiale di marina o pilota di caccia! Una ragazza sarebbe stata infermiera!... Ed arrivò la sconfitta. Ci ritrovammo col mondo rovesciato addosso!

Quelli che erano i fondamenti della nostra cultura, della nostra educazione, della nostra economia, della nostra religione, crollavano. Ho avuto fortuna ad incontrare l'aikido a questa epoca, e anno dopo anno di trovarvi un cammino che mi si adattava.

Sono successe tante cose da allora... E se mi giro verso il passato trovo che ne sono uscito piuttosto bene! Mi è successo di disturbare chi mi circondava, di appoggiarmi un po' troppo su alcuni, probabilmente di infastidire altri e di fare loro cattiva impressione, al punto da sentirne oggi la vergogna. Ho passato 40 anni in Europa senza occuparmi di altro che del mio lavoro. Ne ho infine preso un po' di distanza prendendo coscienza del mondo che mi circonda. Senza dubbio tutto questo non è stato sempre facile per voi, e me ne scuso. Avete saputo restare al mio fianco senza stancarvi, fedelmente. Ve ne ringrazio.

Vorrei arrivare all'età di 70 anni libero da ogni attaccamento, potermi consacrare a fare il mio dovere in tutta libertà, facendo piacere a tutti, senza creare opposizioni o rifiuti. Questo è il mio sogno per questo anno.

Spero di poterlo portare anche a voi, senza vane agitazioni, prendendo il tempo di gustare ogni singolo istante.

E' un esempio che vi propongo di tentare di seguire, assieme a me.

Buon anno a tutti

N. Tamura


Come detto in apertura, questa selezione dai messaggi augurali di Nobuyoshi Tamura sensei non ha inizialmente seguito alcuna logica: così come venivano casualmente rintracciati nell'archivio, venivano tradotti e pubblicati.

Abbiamo tentato infatti - forse senza successo ma con sincero fervore - di rispettare lo spirito se non la lettera delle parole del maestro, e trasmetterle senza lasciar passare troppo tempo dal doloroso momento della sua scomparsa.

Ai praticanti italiani è stata annunciata praticamente in tempo reale dal maestro Fujimoto, in chiusura del suo raduno di Laces la mattina del 10 luglio 2010.

Dopo una prima rilettura, veloce, ma non superficiale, perché i tempi del cuore sono infinitamente più rapidi di quelli della mente, ci è sembrato che il caso, o forse il destino, abbia voluto decidere autonomamente e nel migliore dei modi cosa rendere pubblico in questa occasione, ed in quale ordine, facendone un discorso compiuto e legato da una forte logica di assieme.

Lasceremo tutto così.

 

 

 

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