Cronache
2014, aprile: intensità, come sempre, nei seminari di Tada sensei - Dalla base, ma già diretti verso l'obiettivo finale
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Ancora una volta il maestro Tada ci ricorda le basi, ma anche gli obiettivi, della sua didattica e lo fa non solo con le parole ma anche con le tecniche mostrateci.
Molto spesso ci limitiamo al raggiungimento della mera e perfetta esecuzione delle tecniche, senza preoccuparci del nostro stato d’animo, ha commentato il maestro, ma anche senza preoccuparci di come “trattiamo” il nostro uke. Ma proprio l’unione corpo-mente contraddistingue il vero artista marziale da un praticante qualsiasi.
Eseguire perfettamente la tecnica, non solo con il corpo ma soprattutto con lo spirito, sereno e controllato, in modo assoluto ma anche attento al “benessere” del mio compagno di pratica, evitandogli incidenti o movimenti dolorosi, rispettando il mio ed il suo corpo, alla stessa stregua di un uso di un violino “Stradivari”! Il suo perenne invito è di prestare questa attenzione sempre, nella nostra vita, dentro e fuori dal tatami. Praticare con Amore!
Questo non significa salire sul tatami con un fiore tra i capelli, modello “Hair”, ma seguire la via del budô non si contrappone a una complementarità tra addestramento marziale e unione con l’Universo, inteso anche come “presenza” positiva tra il consesso umano e naturale, senza apportare inutili “scontri”, di qualsiasi livello e natura. Non praticare questi principi, secondo il maestro Tada, equivale a non praticare correttamente aikido.
E la sua pratica, come anche quella di tanti altri grandi maestri, ne è un esempio. Vederlo muoversi sul tatami con spostamenti precisi, tai-sabaki impeccabili, un ritmo dell’esecuzione delle singole tecniche scandito al secondo. è impressionante e ogni volta ci lascia a bocca aperta…considerati soprattutto i suoi 84 anni!
Una volta suggerii ad un’amica medico di chiedergli un capello, per l’estrazione del suo dna, e metterlo a disposizione della scienza e dei posteri (scherzavo…eehh!!).
Torniamo allo stage. Molti punti focali espressi dal maestro, troppi per noi normodotati. Su tutti, quello che sempre mi colpisce (ma purtroppo non colpisce tutti, diciamolo...) è l’aderenza a certi principi sostenuti dall’aikido, oltre al costante allenamento, che stabiliscono il retto comportamento dentro e fuori dal tatami o dal dojo, la pratica interiore costante nella vita di tutti i giorni come dentro al dojo, secondo quei principi morali, etici di questa nostra disciplina.
Il controllo delle nostre emozioni, la mente trasparente, l’animo gentile e rispettoso verso i nostri uke anche di tutti i giorni (mogli/compagne e mariti/compagni, colleghi di lavoro, figli, passanti sulla strada…) verso i quali dobbiamo “praticare” un rapporto di onestà e sincerità, senza pensieri malevoli, con rispetto.
Un grande insegnamento, che certo non è proprio ed esclusivo dell’aikido, ma - visto che lo pratichiamo - perché non mettere in pratica anche questi insegnamenti?.
Il maestro Tada ci ricorda continuamente che siamo esseri inseriti nell'Universo e tuttuno con l’Universo, e il mero “movimento” sul tatami non ci qualifica come tali, ma è per tutto il resto che possiamo/dobbiamo fare quanto necessario per esserlo.
Spesso, ammettiamolo, assistiamo sul tatami (sia nei raduni che nel nostro dojo) a scene non proprio edificanti e conformi al retto comportamento secondo questi principi, vuoi per differenze caratteriali, vuoi per stanchezza o altro. Ma, pur ammettendo la nostra fallace umanità, tali atteggiamenti andrebbero controllati e corretti in nome proprio della pratica che seguiamo, ma ancora di più di una migliore esistenza come esseri umani. Prendiamo come riferimento, se vogliamo, il “giuramento di oggi” del maestro Nakamura Tempu… e ripetiamocelo ogni momento della giornata.
Quest’anno, però, sul tatami vi era un’atmosfera diversa, molto intensa, direi quasi “ottimale” per questo tipo di pratica e spero che rimanga così e si accresca singolarmente e tutti insieme.
Tecnicamente, come ripeto da tempo, non sono in grado di riportarvi e commentarvi le tecniche eseguite dal maestro.
Ma è straordinario come la loro “visione” e ripetizione, per quanto goffa al mio livello, mi abbia lasciato una carica di energia e una voglia sempre maggiore di pratica dell’aikido che ancora perdura a distanza di giorni. E spero che sia così anche per voi…
Buona pratica e buona vita a tutti!