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Fujisan - La montagna sacra giapponese - Nell'ambiente
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All’interno dell’area che le sue pendici delimitano, si possono contare ben 25 siti dell’UNESCO e naturalmente il monte ne rappresenta la parte principale, designato tale a giugno 2013. Fu presentato per la nomination nel gennaio 2012 – con un compendio di sole 1317 pagine e chi fosse interessato può scaricarlo qui o - se preferite - un’anteprima la potete vedere al seguente indirizzo dell'Unesco oppure qui,
L'area della montagna è compresa nel territorio del parco nazionale Fuji-Hakone-Izu, circa 50.000 ettari (500 kmq) dove sono presenti laghi e cittadine che danno anche nome ai vari percorsi utilizzabili per intraprendere l’ascesa alla cima: Yoshida, Subashiri, Gotemba, Fujinomiya, (http://www.fujisan-climb.jp/en/index.html & https://www.japan-guide.com/e/e6901.html).
Percorsi che nel 2020 sono stati chiusi per la prima volta in 60 anni a causa delle restrizioni dovute al coronavirus.
Ascendere verso la cima sembra quasi una esperienza mistica, annualmente sperimentata da circa 200k persone, che tuttavia deve sottostare alle rigide disposizioni in vigore: la cima è innevata per circa 9 mesi e mezzo l’anno, il tempo inclemente e spesso si lamentano diversi morti. Le normali vie turistiche quindi sono aperte dai primi di luglio a primi di settembre, mentre per gli alipinisti di professione la scalata è sempre possibile ma previo possesso di una certificazione di professionista e autorizzazione della polizia.
Secondo le cronache sembra che la prima ascensione alla cima sia avvenuta nel 663 d.c., portata a termine da En no Otsuno (役小角) asceta e mistico nipponico considerato il fondatore della pratica religiosa Shugendō.
Sembra invece che la prima ascensione da parte di uno straniero sia avvenuta nel settembre del 1860 da parte di sir Rutherford Alcock, primo diplomatico britannico a vivere in Giappone. Mentre invece siamo sicuri che a nessuna donna fu permesso scalarlo fino alla restaurazione Meiji avvenuta nel 1868. L’evento è stato portato a termine ufficialmente da Junko Tabei (田部井 淳子, nata con il nome di Junko Ishibashi; 22/09/1939 – 20/10/2016) la prima donna a scalare legalmente il monte Fuji nel 1975 e la prima donna a scalare le Sette Vette (I picchi dei sette continenti) completando l’opera nel 1992. A lei è stato dedicato un asteroide: 6897TABEI. Forse però la prima donna in assoluto a scalare il Monte Fuji nel 1869, è stata lady Fanny Parkes, la moglie dell’ambasciatore britannico sir Harry Parkes. Ogni anno come detto circa 200 mila persone scalano il monte Fuji, vulcano considerato attivo ma dormiente che neanche 4 scosse al giorno e circa 1400 l’anno hanno fatto svegliare fino ad ora.
Fortunatamente nessuno dei menzionati ha dovuto fare i conti con l’attività eruttiva di questa icona sacra, attività che riporta la prima eruzione nel 781 e l’ultima nel 1707/8 (terminò forse la notte del primo gennaio). Sembra ci sia stata un’attività eruttiva anche nel 1855/6 ma i dettagli non sono noti e non vi sono documenti a supporto. Siamo invece sicuri della sua presenza attiva e documentata da dopo il 1926 quando il monte Fuji venne messo sotto stretta sorveglianza per il crescere della popolazione alle sue pendici e siamo sicuri che la sua ultima manifestazione è stata nel 2011, in concomitanza del grande terremoto che ha sconvolto la regione del Sendai.
Il 15 Marzo 2011 un terremoto di 6.5 gradi della scala Richter è stato infatti registrato nella zona sud dell’area vulcanica. Il Fuji è ancora un vulcano attivo e la sua attività si deve catalogare sotto diversi capitoli: eruzione, fumarole, sismologica, roboante e così via. Per chi volesse approfondire i dettagli tecnici sullo studio del monte può riferire a questo documento dell’Agenzia Metereologica Giapponese (JMA), mentre per chi volesse aggiornamenti sull’attività vulcanica nipponica in genere può consultare la pagina relativa al seguente sito, sempre dell’agenzia metereologica nipponica.
Le condizioni ambientali createsi attorno al monte Fuji han portato in dono scorci di natura particolare e attraenti come gli alberi con il tronco rivestito da colate di lava, la gola di Osawa, la cascata di Shiraito, la sorgente di Mishima e il fiume Kakita, che sembra sia il maggiore contribuente di acqua pura in tutto il Giappone con 1 milione di tonnellate d’acqua al giorno, preziosa fonte per 350k persone lì vicino residenti.
Le basse temperature, le nevicate, l’ambiente così naturalmente e meravigliosamente turbolento e attivo tutto l’anno creano un contesto oggettivamente difficile sotto diversi punti di vista. Nel 1964 si registrarono venti in cima al vulcano di velocità 328 km/h e a livello del terreno di 304 km/h. Il 5 marzo 1966 il Boeing 707 911 della British si schiantò sulla montagna causando la morte delle 124 persone a bordo.
La più bassa temperatura registrata in cima è stata -38 gradi C nel febbraio 1981 e la più alta 17.8 nell’agosto 1942.
Fenomeno tipico delle cime coniche, e quindi anche del Fuji, è la formazione di nuvole lenticolari che donano una copertura naturale fatta appunto di nuvole alla cima del vulcano.
Queste si formano quando l'aria calda e umida colpisce la montagna e sale lungo i suoi versanti favorendo la concentrazione del vapore acqueo e la formazione delle nuvole.
I giapponesi chiamano questo fenomeno kasa-gumo (傘雲? "nuvole ombrello" o "nuvole tappo") quando la nube sosta sopra la cima del vulcano.