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Ryōhanji - Oltre al karesansui
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Il Ryōhanji non è enorme, ma nemmeno di modeste dimensioni come molti altri templi, e ha notevoli punti di interesse.
Ad esempio Le sette tombe imperiali, che raccolgono le spoglie mortali di imperatori vissuti dal lX all'XI secolo.
O i suggestivi interni, immuni da ogni ostentazione ma proprio per questo più serenamente godibili.
Ma allontandandosi dalla famosa veranda è raro incontrare altri visitatori.
Accanto all'edificio riservato al chanoyu, che come di consueto è immerso nel verde ed è di proporzioni estremamente ridotte, è possibile ammirare, ma anche qui nessuno sembrava farci caso, un singolare tsukubai, destinato alle abluzioni rituali e collocato abitualmente a livello del suolo, per obbligare il visitatore a chinarsi umilmente.
Ha la forma di una antica moneta, e l'intento è chiaramente provocatorio trattandosi di un oggetto destinato a una forma di arte cerimoniale dove il superfluo è bandito e la materialità non è concepibile.
Riporta incisi quattro ideogrammi, dal significato apparentemente incomprensibile.
In realtà vanno letti associando a ognuno di essi il kanji 口 (kuchi, apertura o bocca) rappresentato dal foro quadrato al centro della moneta.
Si può solo allora leggere WARE (io) TADA (solo) TARU (sufficiente, buono) SHIRU (conosco).
Conosco solo il buono (l'utile, il sufficiente, il gradevole...). Ma è solo una delle tante legittime interpretazioni.
Nel parco che si snoda attorno al grande stagno si potrebbero passare giorni e giorni, vedendo ogni istante qualcosa di nuovo e inaspettato.
La presenza dello stagno, e le copiose precipitazioni tipiche del Giappone, permettono una crescita lussureggiante delle essenze.
E' completamente sconosciuta in molte località, per quanto le estati siano torride, la desolante visione della siccità.
La vegetazione è apparentemente lasciata crescere disordinatamente senza alcun tentativo di creare ordine, e senza la ricerca della simmetria che connota molti giardini europei.
Gli interventi ci sono però, spesso a posteriori, quando un albero malato o dalle scelte di crescita infelici richiedon l'intervento umano a supporto.
Si tratta però talvolta di attenta programmazione dell'uomo, che guida la natura ad assumere aspetti suggestivi ma apparentemente casuali se non addirittura erronei e improduttivi. E che non nasconde sembra anzi voler evidenziare questi "difetti".
Il Ryōhanji è un piacevole e sorprendente portale di ingresso verso un mondo dove operano armoniosamente assieme l'uomo, la pietra, l'essenza arborea, l'acqua.
Un viaggio verso l'imprevedibile, lo sconosciuto, per ritrovare e riconoscere sé stesso.