Testi tecnici
Tada Hiroshi: Aikido ni ikiru
L'annuncio della pubblicazione in italiano della autobiografia del maestro Hiroshi Tada è un stato avvenimento epocale che non consentiva indugio. Era necessario parlarne immediatamente, senza attendere di essere arrivati all'ultima delle 408 pagine, che andranno comunque periodicamente rilette e meditate col trascorrere del tempo.
Hiroshi Tada
Aikido ni ikiru
Vivere nell'aikido
2024, 408 pagine
Casadei Libri
Disponibile anche su Amazon
Prima di procedere a questa introduzione, non possiamo parlare di recensione per il motivo sopra accennato, è opportuno ricordare che senza l'opera del traduttore Koji Watanabe questa pubblicazione non sarebbe stata possibile. Non solamente grazie alla sua perfetta conoscenza sia del giapponese che dell'italiano, ma anche e soprattutto perché è la voce italiana del maestro, accompagnandolo da decenni in ogni suo seminario, lasciandolo libero di esprimere il suo pensiero nella sua lingua nativa e trasferendone il messaggio nella nostra. Come lui stesso rimarca il libro gli offre la possibilità di una mediazione non più immediata ma ragionata, calcolata, e per questo non assimilabile ma ugualmente essenziale.
Già all'inizio Tada sensei fornisce informazioni nevralgiche finora sfuggite probabilmente anche a molti di coloro che lo hanno frequentato a lungo e seguito il suo insegnamento. Era già noto ad esempio che nel corso dei secoli alla stirpe dei Tada, residente nell'isola di Tsushima - situata nello omonimo stretto di mare che separa il Giappone dal continente asiatico - era richiesto di costituire il primo baluardo contro tentativi di invasione del suolo nipponico.
Apprendiamo ora dalla viva "voce" del maestro che Tsushima non era solamente una ben protetta porta di ingresso al Giappone, ma era anche se non soprattutto una porta aperta verso l'esterno, che permetteva lo scambio di ambascerie e l'instaurazione di rapporti di vicendevole collaborazione tra popoli e culture diverse, e che questo compito è stato affidato nel corso dei secoli alla famiglia Tada.
Non c'è quindi da meravigliarsi che Tada sensei sia stato in grado di esercitare al meglio al giorno d'oggi la sua funzione di "pontefice" tra la cultura tradizionale giapponese, e non solamente marziale, e il "nostro" mondo. E il messaggio contenuto in questa sua opera ci consente di migliorare il nostro contributo a questa giustissima causa.
Il titolo dell'opera non può essere tradotto fedelmente nelle lingue occidentali, come avverte opportunamente Watanabe (p.21), ma i concetti donatici da Tada sensei - qui come altrove - possono essere ugualmente afferrati e fatti propri. Ricorrendo però a strumenti che travalichino la mera analisi logica delle frasi o delle tecniche di aikido: sarà necessario che la trasmissione, la trasfusione, avvenga ishindeshin (p. 32):: da mente-cuore a mente-cuore, rinunciando al superfluo uso delle parole e della materia e, ci permettiamo di aggiungere, dando la prevalenza al cuore pur senza rinunciare alla mente.
L'autore di queste note non ritiene opportuno sovrapporre il suo pensiero a quello del maestro, o proporsi di "spiegarlo" come se non fosse già chiaro, limpido, trasparente.
Si limita pertanto a consigliarne lo studio a chiunque.
Anche, ma non soprattutto, a quanti non conoscano l'opera del maestro o non ne condividano le linee guida
Paolo Bottoni