Home
Indice articoli
Kenji Mizoguchi: Meitô Bijomaru (La spada Bijomaru)
1945
Shotaro Hanayagi, Isuzu Yamada, Ichijro Oya, Eijiro Yanagi, Kan Ishii
Il successo del cinema giapponese presso il pubblico occidentale sarebbe probabilmente stato maggiore, o addirittura trionfale, se il destino avesse concesso a Kenji Mizoguchi una carriera artistica lunga quanto quella di Akira Kurosawa. L'opera che viene considerata il suo capolavoro, Ugetsu - una lunga saga ambientata in epoca Edo - ottenne il Leone d'argento a Venezia nel 1951. L'anno precedente era stato Rashomon di Akira Kurosawa ad ottenere il Leone d'oro, avendo uno straordinario impatto sia presso il pubblico che presso la critica. Lo stesso Kurosawa ha sempre citato Mizoguchi tra le presonalità che hanno maggiormente influenzato la sua visione artistica,

Kiyohide Yamatomori (Eijirô Yanagi) esamina la prima spada di Kiyone Sakurai: senza difetti
Le azioni dei personaggi di Mizoguchi vengono guardate dall'esterno, asetticamente, senza gli approfondimenti psicologici cui Kurosawa ci ha abituato per i suoi eroi, che siano volgari malfattori di strada o grandi daimyo.
Meitô Bijomaru è una caratteristica produzione del tempo di guerra: si trattava di opere basate su sceneggiature accuratamente vagliate dalle autorità militari e spesso pesantemente "corrette" per conformarle alla volontà di esaltare le caratteristiche eroiche del popolo giapponese, girate con mezzi ridotti se non addirittura di fortuna e con durata limitata ad un'ora circa data la scarsità di pellicola. Anche Tora no o fumu otokotachi, di Akira Kurosawa, appartiene a questo periodo e a questo genere.

Anche Kozaemon Onoda (Ichijirô Oya) e la figlia Sasae (Isuzu Yamada), rimangono ammirato dalla spada di Kiyone Sakurai (Shôtarô Hanayagi): ma è senza anima, si spezzerà quando messa alla prova