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Akira Kurosawa: 1991 - Rapsodia in agosto - Clark

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Gli adulti sono convinti che il disastro sia ormai compiiuto, Clark verrà sicuramente per chiedere di porre fine a questo tentativo di riannodare i legami familiari, dimenticando tutto.

Kane si ribella: ha solamente detto la verità, come è sempre stata abituata a fare in vita sua.

E le sembra bizzarro che dopo aver lanciato la bomba i responsabili non amino sentirselo dire.

Quella bomba avrebbe dovuto porre fine alla guerra, ma in realtà nei 45 anni che sono passati non ha mai cessato di uccidere.

 

 

Clark è arrivato. I ragazzi non hanno resistito al disagio di dover affrontare una situazione talmente spiacevole, la rottura per ragioni troppo più grandi di loro di una relazione umana che riprendeva dopo tanto tempo.

La bomba continua ancora ad uccidere, e non solamente i corpi ma perfino le emozioni, i sentimenti, le relazioni.

Clark non ha nulla del giapponese nel fisico, ma parla ancora la lingua con sufficiente padronanza, anche se cercando le parole con una certa lentezza.

In una cosa non è più, assolutamente, giapponese. Tralascia ogni preambolo ed ogni forma di cerimonia per arrivare direttamente al nocciolo della questione.

E' dispiaciuto di non avere saputo prima della morte dello zio. Quando ne sono stati informati tutti ne hanno pianto.

Non è venuto per rifiutare la colpa ed il rimorso, ma per accettarli. E' venuto per scusarsi.

I ragazzi, vagando per la città senza meta dopo aver abbandonato l'aeroporto per non vedere Clark, hanno ritrovato la stessa sensazione che avevano avuto nella loro prima esplorazione.

Nagasaki sembra aver voluto dimenticare dimenticato la sua tragedia, sembra o vuole sembrare una città ove nulla sia successo.

Sentono il bisogno di tornare ancora una volta nella scuola dove insegnava il nonno.

 

 

 

 

La loro sorpresa è grande quando proprio lì vengono raggiunti da Clark.

Mentre veniva accompagnato dai figli di Kane, ha rifiutato di andare in albergo, chiedendo di essere ospitato dalla zia Kane.

Quando gli è stato chiesto cosa volesse vedere di Nagasaki, è stato categorico: voleva recarsi prima di ogni altra cosa nel luogo dove si era spenta la vita dello zio, assieme a quella di tanti bambini e dei loro insegnanti.

 

 

 

 

 

Il gruppetto riunito ha appena il tempo di scambiarsi pochi convenevoli, mentre Clark conferma la sua volontà di averli tutti alle Hawai.

Un altro gruppo, più numeroso e composto di persone anziane, mute e raccolte in quella che sembra una cappa di dolore, si sta avvicinando alla lapide e alla contorta struttura metallica.

 

 

 

 

 

 

Sono tutti segnati nel corpo e portano i segni di altre ferite ancora più profonde nell'animo.

Diversi portano grandi occhiali neri e sono verosimilmente privi della vista.

Si raccolgono silenziosi intorno alla lapide, che lucidano con cura, rinnovando amorevolmente le aiuole ed i fiori attorno al luogo.

Tadao ha il coraggio di chiedere loro chi sono: sono i bambini sopravvissuti alla tragedia, che vengono a commemorare i loro compagni scomparsi.

 

 

 

Kane e Clark legano imediatamente, tra la sorpresa generale.

seduti assieme ad ammirare la luna, intanto aprlano.

Lui si scusa di non avere compreso subito, pur sapendo che la famiglia era originaria di Nagasaki.

Lei riesce solo a ripetere "Va bene.. va tutto bene...".

 

 

 

 

 

 

 

Clark partecipa alle preghiere per i morti nella piccola rustica cappella, affollata di persone, perlopiù anziane, che ripetono incessantemente i mantra dei morti nel 45. anniversario della catastrofe.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Shinjiro, come tutti i bambini, può essere distratto dalla minima cosa anche nei momenti più solenni.

In questo caso una lunga colonna di formiche intente al loro lavoro nello spiazzo davanti alla cappella.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma stavolta, come avviene spesso, ha ragione il bambino: ha visto qualcosa di più importante.

l'interminabile colonna di formiche risale lungo lo stelo di una pianta, fino a mostrare una splendida rosa nel pieno di una maestosa fioritura.

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche Clark, come la vecchia Kane, sembra trovarsi più a suo agio con i ragazzi che con le persone della sua età.

Una gita presso la cascata, dove si spruzzeranno spensieratamente d'acqua, è d'obbligo.

Ma proprio qui li raggiunge una notizia che prima o poi sarebbe comunque arrivata, e che sarebbe stata comunque dura da accettare, ma che in quel momento tronca anche, di colpo, l'inizio di una bella storia.

Suzujiro, il padre di Clark, ha ceduto alla malattia. E' scomparso.

 

 

L'aereo che riporta Clark alle Hawai, o almeno un aereo che si illudono sia quello, sorvola la vecchia casa di Kane.

Come per un ultimo saluto.

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