Gendai
Akira Kurosawa: 1991 - Rapsodia in agosto - Il ritorno del presente
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Una volta ripreso il filo dei suoi ricordi, Kane sembra non volerlo più abbandonare.
Contemplando la splendida luna piena, ricorda del giorno in cui Suzukichi, bagnato fradicio perché caduto nel torrente, venne riportato a casa da uno strano personaggio.
Era piccolo, magrolino... con un grande naso... e con la pelle verde.
Lo stupore dei ragazzi le sembra immotivato: si trattava semplicemente di un kappa!
Si tratta probabilmente dello yokai (mostro o demone) di cui maggiormente si parla nella cultura popolare giapponese, che ama le favole e le parabole. Troverete maggiori informazioni in un articolo della rivista Aikido - XXXVII p. 53, pubblicata dall'Aikikai d'Italia.
Vive di norma vicino all'acqua, e per quanto il suo aspetto sia bizzarro ha perso nel corso dei secoli il suo carattere maligno e viene considerata una simpaptica e servizevole creatura del mondo agricolo.
I ragazzi probabilmente non possiedono il retroterra necessario a comprenderlo, vengono semplicemente inquietati dallo strano racconto e pregano la nonna di non continuare a spaventarli.
Solo Shinjiro sembra averne intuito le intenzioni, ed è visibilmente divertito.
Kane ha nel frattempo preso la sua decisione: accettato l'invito del fratello sconosciuto, o dimenticato, recandosi alle Hawai per incontrarlo.
Gli scrive: verrà, ma solo dopo la commemorazione del 9 agosto per i 40 anni dalla morte del marito e delle altre vittime della bomba.
Ma non sarà così semplice.
Ritornano intanto i genitori dei ragazzi: prima Tadao e la moglie, che erano andati in avanscoperta alle Hawai.
Portano con loro grandi casse di ananas, provenienti dalla grande piantagione dei parenti hawaiani.
Arrivano poi gli altri due.
Ben lungi dall'esserne contenti, sono molto preoccupati dalla decisione di Kane, e soprattutto della lettera che ha scritto.
Avevano voluto nascondere sia a Suzujiro che al suo figlio ormai americanizzato, Clark, che il marito di Kane era rimasto ucciso dalle bombe americane.
Secondo la mentalità giapponese si tratterebbe di una vergogna troppo grande da sopportare.
E temono, soprattutto, che questo imprevisto turbi i loro piani: la piantagione delle Hawai è enorme.
E non solo i parenti vivono in quello che è sembrato loro un castello, ci sono anche allettanti prospettive economiche in una collaborazione con loro e la lor ditta, che produce ed esporta ovunque i famosi ananas.
A inquinare ancora di più i loro sogni di grandezza arrivano altri due imprevisti.
Kane è assolutamente scandalizzata dal materialismo ed arrivismo dei suoi stessi figli.
Se lei è interessata al fratello è solo per la gioia di poterlo rivedere e conoscere la sua famiglia, non perchè pensa di poterne o volerne ricavare alcun vantaggio materiale.
E si ritira di nuovo, con i diletti nipoti, che condividono la sua disapprovazione del materialismo della generazione di mezzo, a contemplare la luna.
La luna che splende alta su quella stessa vallata dove nell'agosto del 1945 si era innalzata la nuvola atomica, e dove campeggiava il maligno occhio del lampo.
L'ultimo imprevisto si materializza in un telegramma: Suzujiro ha ricevuto il messaggio di Kane, e annuncia che suo figlio Clark sta arrivando in Giappone.