Tecnica e storia

Il cielo e l'acciaio

Scritto da Michelangelo Stillante

Il cielo e l'acciaio: astronomia e simbolismo cosmico nella forgiatura delle spade nel Giappone.

Conferenza di Adriano Gaspani – 26.06.2014 – Civico Planetario di Milano – U.Hoepli

 

Chiariamo bene e subito una cosa: qualsivoglia spiegazione si voglia o possa dare riguardo la modalità della creazione della katana giapponese, è semplice e cristallino constatare e capire che queste sono e sono state le migliori "spade" al mondo, ad ogni latitudine e per qualsivoglia periodo storico si consideri. Di fatto opere d'arte, costruite mediante svariate tecniche che caratterizzavano il maestro spadaio e la sua scuola, e caratterizzate da una qualità che non è mai stata eguagliata, in nessuna parte del mondo. Dotate di caratteristiche chimico-fisiche che richiederebbero per essere identificate a dovere e con precisione di sezionarle e analizzarle al microscopio onde conoscere la stratigrafia degli acciai con cui sono state composte; perché, di fatto, le katane giapponesi sono costituite da diversi tipi di acciaio.

Partiamo da un presupposto: la katana ed il wakizashi (spada lunga circa la metà della prima) a volte sostituito dal tantô (il pugnale che spesso preservava l'onore del samurai che lo utilizzava per compiere seppuku) erano dotazione di norma per ogni samurai; questo assieme, detto anche dai-sho (lunga-corta, intendendo la lama), facevano parte integrante della personalità del samurai dandogli un'anima; anzi, queste armi erano dotate esse, come ogni altra cosa in natura, secondo la credenza shintoista, di un kami (essenza divina) e nello specifico il kami della volpe, che sovraintendeva alla forgiatura della spada.

Con questa semplice premessa a commento delle primissime slide proiettate sulla volta del planetario civico di Milano, è iniziata, lo scorso 26 Giugno, la conferenza del prof. Adriano Gaspani dedicata alla costruzione della katana Giapponese intitolata "Il cielo e l'acciaio: astronomia e simbolismo cosmico nella forgiatura delle spade nel Giappone"

Una volta affermato ciò, il prof. Gaspani ha intrattenuto circa un centinaio di ospiti di tutte le età per quasi due ore esponendo, spiegando, approfondendo e fortunatamente sforando il tempo stimato della conferenza con circa 150 slide imperniate su struttura , credenze e curiosità dell'ambiente del Giappone medievale e sul procedimento di costruzione della spada giapponese.

In Giappone sono state prodotte la migliore spade al mondo anche perché il suolo giapponese è stato favorito geologicamente dei migliori ingredienti al mondo per ottenere questo risultato. Mentre in occidente si costruivano spade con il ferro, minerale di ferro, qui già si facevano katane in acciaio, acciaio ottenuto da sabbia ferrosa portata a carburazione e lavorata a dovere, sabbia che era ricavata dal letto dei fiumi, che portavano quasi nella mani dei forgiatori elementi estratti e potati a valle mediante erosione delle montagne, acciaio che è migliore anche del famoso acciaio di Damasco.

I primi cenni sulle straordinarie lame giapponesi li ritroviamo in un promemoria di viaggio redatto da Francesco Carletti (1573 -1636), un mercante fiorentino che girava il mondo "scroccando" passaggi dalle varie navi che incontrava nel suo peregrinare.

Naturalmente in Giappone vi arrivò con dei mercanti portoghesi, gli unici che all'epoca era autorizzati a commerciare con "Cipango" (il vecchio nome occidentale del paese del Sol Levante), e per di più relegati prima nell'isola di Tanegashima, dove per la prima volta approdarono nel 1543, poi nella sola baia di Nagasaki.

 

 

 

 

 

 

 

Partendo dalla religione, dalla dea Amaterasu, la creatrice di tutto, e naturalmente dal dio della guerra Hachiman, e ricollocando tutto nel XVI secolo, viene esposto da Gaspani come in Giappone siano nate diverse scuole dedite alla creazione e forgiatura di spade situate all'interno di territori governati da differenti daimyo (signore feudale, letteralmente grande nomei); cosicchè un feudo poteva in linea di principo essere più o meno avvantaggiato rispetto ad un altro nel caso che i suoi maestri spadai usufruissero di un buon territorio di "raccolta" del materiale primario per la creazione delle spade.

Secondo la credenza shintô la costruzione delle spade, così come quella dei templi, doveva avvenire in luoghi orientati a nord, secondo la direzione dell'asse magnetico terrestre. Tale posizione era ottenuta adagiando su una superficie piana un cucchiaio di magnetite che, lasciato libero di oscillare, si orientava secondo tale direzione.

Non era solo l'asse magnetico terrestre ad influenzare la costruzione e il destino di una spada, ma venivano considerati anche il periodo del mese, la casa lunare di nascita della spada, il periodo dell'anno, il kami che sovraintendeva e la risultante delle varie alleanze tra le corrispondenze dei vari elementi ...

Unici elementi comuni per la creazione di una buona spada erano che Venere dovesse essere visibile in cielo e che il forgiatore iniziasse il proprio lavoro durante il novilunio e terminasse al successivo novilunio.

Le posizioni che la casa lunare doveva occupare al termine della forgiatura era di vitale importanza per la sorte della spada e anche la fornace (tatara) doveva essere costruita e accesa secondi i nodi dell'orbita lunare al punto che c'erano degli studi approfonditi sugli allineamenti celesti.

Planisfero di Planifero di Shibukawa Haruni (1639 – 1715)

L'influenza degli astri e la loro interpretazione erano considerati talmente importanti che una particolare combinazione celeste del 1207/8, quando avvennero 13 noviluni ed era in vigore il calendario Hsuan Ming, vide una singolare competizione di forgiatura di spade istituita dall'imperatore Tsuchimikado (meglio conosciuto come Go-Toba) su consiglio dell'ex imperatore Takakura suo padre il quale aveva abdicato a favore del figlio seguendo un costume molto frequente nella storia giapponese.

Ai tredici forgiatori in competizione, uno per ogni mese dell'anno più uno che rappresentava il novilunio mediano, denominati Kiku-Ichimonji, venne dato il permesso d'iscrivere sulle loro spade accanto alla loro firma il simbolo imperiale per eccellenza, il crisantemo. La loro firma era stabilito infatti che fosse ichi, il numero 1, poi venne loro concesso di aggiungervi il crisantemo (kiku).

Ricordiamo qui solo due dei più grandi forgiatori passati alla leggenda, protagonisti di numerose citazioni nei fumetti, film o serial. Il primo che sembra osservasse tutte le indicazioni per la forgiatura di una buona spada nonchè dotato evidentemente di un buon talento, il secondo che sembra trasmettesse alle sue lame una incontenibile sete di sangue e quindi di cattivo auspicio .

Masamune Okazaki (XIII sec.)

Muramasa Sengu (XVI sec.)

" ... In Giappone esiste ancora un ristrettissimo numero di abilissimi artigiani ufficialmente nominati ed autorizzati dallo stato giapponese che forgiano le spade, a mano, su ordinazione, applicando accuratamente le antiche tecniche, e che hanno la qualifica di "tesori nazionali viventi". Questi artigiani, economicamente supportati dallo stato giapponese, hanno il compito di preservare le antiche tecniche tradizionali affinché non vadano perse.... "

Naturalmente questa non è che una descrizione parziale di tutto ciò che è stato esposto, e l'argomento non si esaurirebbe con lo studio dei pochi documenti disponibili, perché ce ne sono tantissimi che dovrebbero essere tradotti ma scritti in un giapponese arcaico oggi desueto e che pochissimi giapponesi riescono a leggere..

Due ore tirate senza interruzione oltre l'orario previsto, ma son durate purtroppo troppo poco. Il prof. Gaspani ha però promesso una conferenza sulla simbologia e sull'araldica giapponese quindi non vedo l'ora di vederla programmata e di parteciparvi.

 

Immagini: gentile concessione del prof. Adriano Gaspani

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