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Kammer: Lo zen nell'arte del tirare di spada

Lo zen nell'arte del tirare di spada
Reinhard Kammer
Universale Economica Feltrinelli

 

 

BOLLINO ROSSO:

Testo classico spacciato per l'ennesima fumisteria sullo pseudo-tema Lo zen e...

 

Cosa ne direste di un libro intitolato Lo zen nell'arte del cammin di nostra vita, che nelle note di controcopertina comunica orgogliosamente trattarsi di un manuale classico del XVII secolo ma prende in esame una disciplina nata 2 secoli dopo, per giunta firmato da uno studioso contemporaneo? Probabilmente avreste qualche perplessità, e scoprendo che si tratta di una traduzione dal francese della Divina Commedia di Dante Alighieri, notoriamente scritta in italiano all'inizio del XIV secolo, probabilmente non diminuerebbero.

 

Ebbene, ci troviamo di fronte ad una operazione del genere, di basso livello commerciale e che squalifica completamente quella che avrebbe potuto essere una condivisibile proposta culturale. Si tratta infatti di una traduzione dal tedesco della traduzione dal giapponese del Tengu Geijutsu ron di Issai Chozanshi, non - ci perdonerete l'insistenza con cui sottoliniamo gli svarioni - di Shissai Chozan come detto nella ineffabile controcopertina né tantomeno di Reinhard Kammer come indicato in copertina.

 

Ed ovviamente non si tratta di un manuale di kendô, arte inesistente nel XVII secolo e nata solamente in epoca Meiji, ossia sul finire del XIX secolo, né ha nulla a che vedere con lo zen. La sciocca quanto deprecabile abitudine di apporre arbitrariamente titoli come Lo zen nell'arte di.... oppure Lo zen e l'arte di... a qualunque opera che possa far intravedere agli addetti alle vendite la tenue speranza di un buon successo economico, è in questo caso particolarmente paradossale: la solita controcopertina recita:

 

"In Giappone il termine kendô - la via della spada - indica l'arte del tirare di spada di ispirazione Zen".

 

A parte ogni considerazione sulla esattezza o meno di tale affermazione, viene vistosamente smentita dal curatore stesso del testo, ove afferma nella introduzione, nello esporre le teorie di Issai Chozanshi:

 

"... il buddhista non può essere un vero maestro dell'arte della spada. La perfezione è riservata a colui che segue la via indicata da Confucio, e con ciò la via dell'universo."

 

Ci sarebbe molto da riflettere su questa affermazione, forse non completamente sovrapponibile con le idee di Chozanshi e piuttosto opinione personale di Kammer, che ha anche scritto un libro in merito, ma cerchiamo piuttosto di vedere se è possibile salvare qualcosa dell'opera in esame, e se non raccomandarne perlomeno non sconsigliarne l'acquisto. Dispiace ovviamente coinvolgere in un giudizio negativo un testo classico opera di un grande maestro, e in una edizione curata da uno studioso di fama come Kammer, probabilmente all'oscuro dell'uso disinvolto che viene fatto in Italia del suo lavoro e del suo nome. E dispiace soprattutto sconsigliare studiosi e semplici lettori dalla lettura di un testo fondamentale, un classico. Ma questo è il nostro parere.

 

Suggeriamo a chi nonostante tutto ritenga di non potersi privare della lettura, e lo comprenderemmo benissimo, di sommergere con lettere di giustificate proteste la casa editrice, che con la sua spregiudicata politica commerciale in realtà ostacola l'accesso alla conoscenza: quale lettore avveduto comprerebbe mai un libro con un titolo del genere e con "spiegazioni" così vistosamente fuorvianti? Perfino la foto di copertina si direbbe astutamente stampata al contrario - l'etichetta prescrive che l'impugnatura si trovi a sinistra - per scoraggiare anche a prima vista i veri cultori della spada e della cultura giapponesi.

 

Per chi ha la possibilità di affrontare l'inglese, proponiamo piuttosto la lettura della versione del Tengu Geijutsu ron curata da William Scott Wilson, di cui abbiamo in programma la recensione. E' sufficiente mettere a confronto le due edizioni per rendersi conto visivamente della differenza di impegno e della diversa mole di materiale di supporto.

 

Chiudiamo con una avvertenza: il termine tengu viene di consueto tradotto con "demone", e non si tratta di una accezione del tutto sbagliata. Vengono però identificate con tengu numerose diverse creature leggendarie. Nel mondo delle arti marziali ricorre soprattutto e frequentemente la figura del demone della montagna che apprende i segreti delle arti marziali ad un giovane destinato a divenire un grande guerriero od un grande maestro. Alcuni vogliono che si tratti di una allusione all'insegnamento degli yamabushi, monaci guerrieri residenti in remoti conventi isolati nelle montagne.

 

The demon's sermon on the martial arts
Issai Chozanshi
tradotto in inglese da William Scott Wilson
Kodansha, 2006

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