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Hiroshige: Le petit Tokaidô

C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d'antico: io vivo altrove, e sento che sono intorno nate le viole. Non è una novità il particolare metodo di stampa adottato dai testi illustrati giapponesi, quella caratteristica rilegatura a fisarmonica che consente di aprire il libro e scorrerlo, in modo a noi inconsueto ma che diviene immediatamente familiare e gradito. Già in passato è stato conservato da diversi editori occidentali che ristampavano le opere dei grandi artisti nipponici, e recentemente le proposte si sono infittite, presentando album di Hiroshige ed Hokusai. Le petit Tokaidô adotta un inconsueto formato tascabile, che toglie qualcosa alla bellezza delle stampe ma permette di portare con se, anche durante un breve viaggio, il lungo incantevole viaggio da Edô a Kyoto, ove ci conduce per mano la maestria di Hiroshige.

 

Hiroshige: Le petit Tokaidô

Presentazione di Nelly Delay (in francese)

Hazan, 2010, 25€

I più attenti tra i nostri lettori avranno già notato che esistono diverse versioni del Tokaidô di Hiroshige, in cui le tappe sono sempre le stesse, ma trattate con diversa ispirazione. Quante? Non meno di trenta.

Non si stupiscano quindi nel vedersi riproporre più volte opere che solo apparentemente sono le stesse.

Il Tokaidô, la Via del mare, unisce la capitale Edô ove risiede lo Shogun, massima autorità temporale (attualmente Tokyo) all'altra capitale Kyoto residenza del Tennô e del simbolico potere imperiale.

Iniziamo dunque, attraverso questo piccolo grande libro, questo nuovo antico viaggio lungo il Tokaidô.

 

 

Potete, attraverso la cartina, rendervi contro del sistema di comunicazione del Giappone durante il periodo che si chiamò appunto di Edô, e, nel caso specifico, del percorso lungo il quale Hiroshige ci porterà, in 56 tappe, da Edô fino a Kyotô.

In realtà il Tokaidô si estendeva anche al nord di Edô lungo le provincie di Shimosa e Hitachi, per ricongiungersi poi con il Tosandô, il cammino che portava fino all'estremo nord di Honshu, l'isola principale del Giappone.

L'isola di Hokkaidô, situata più a nord, venne colonizzata solo nel XX secolo e non viene quindi considerata in questa rappresentazione del Giappone classico.

Il libro vero è proprio è contenuto dentro una custodia di cartone rigido, che lo protegge dall'usura ma comunque può tranquillamente essere lasciata a casa quando si viaggia con il libro, aumentandone la portabilità. La moneta rende il senso delle proporzioni del tutto.

Un succinto libretto di 48 pagine riporta (in un francese non arduo) la presentazione e la descrizione dell'itinerario e delle singole tavole, ognuna delle quali come ormai sappiamo, corrisponde ad una tappa del percorso, che i viaggiatori dell'epoca compivano di solito a piedi.

Erano infatti vietati per ragioni di sicurezza interna i veicoli muniti di ruote, e solamente i feudatari potevano permettersi di essere portati in palanchino lungo tragitti così lunghi mentre erano in pochi a possedere un cavallo o poterlo affittare.

 

 

 

 

Il viaggio comincia come di consueto dal ponte Nihonbashi a Edô, alle prima luci dell'alba. Il monte Fuji (Fuji-san) assiste impassibile sullo sfondo.

Già da qui possiamo notare una visione del ponte completamente diversa da quella più nota, che possiamo vedere in un altro libro che abbiamo già recensito e che tratta ugualmente del Tokaidô di Hiroshige, ma diviso in 53 tappe.

La consultazione del libro è naturalmente più agevole e lo studio può essere maggiormente approfondito avendo l'accortezza di portare con se il libretto, che al contrario del Petit Tokaidô vero e proprio ha una rilegatura un po' fastidiosa che rende purtroppo difficile tenerlo aperto.

 

 

 

In questa tavola è raffigurata la stazione di Mariko, ventunesima del percorso.

Si tratta non di una locanda ma di una casa da te dove i viaggiatori hanno l'abitudine di fare una breve tappa prima di riprendere il cammino, e che viene tradizionalmente raffigurata sotto una fitta cappa di neve.

L'alternarsi delle stagioni è sempre uno dei motivi dominanti di questi percorsi artistici lungo un itinerario allora reale ma oggi perduto per sempre, che si snodava tra il mare e la montagna.

 

 

 

 

 

Naturalmente nulla vieta di lasciare a casa, o abbandonato nel bagaglio, il prezioso libretto.

E' bello infatti anche lasciarsi trascinare dalla realistico e visionaria arte di Hiroshige, e percorrere assieme a lui, nel silenzio del corpo e della mente, quel lungo cammino partito dal ponte di Nihonbashi ad Edô che porta infine, dopo tanto percorso, al ponte di Sanjô a Kyotô.

 

 

 

 

 

 

 

Hiroshige si congeda da noi all'interno di Kyotô, davanti alle porte dell'inviolabile palazzo imperiale, a Kyoto Dairi.

Un corteo di dignitari arriva dalla sinistra, avviandosi verso il portone d'ingresso.

Solo a loro sarà consentito accedere all'interno.

 

 

 

 

 

 

 

 

Cosa vi fosse dentro rimarrà per noi un mistero.

Richiudiamo il piccolo grande libro, e siamo noi ora a ringraziare e prendere congedo.

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