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Segnalare errori e orrori è un dovere, e qui li riuniamo tutti. La storia del collaboratore che se ne occupa, la leggete sotto, ce ne ricorda vagamente un'altra, che protervi professori tentarono invano di farci memorizzare quando ancora si studiava la mitologia, ingloriosamente respinti dalla granitica resistenza degli allievi tutti. Ma nonostante tutto qualcosa penetra sempre. Rimane.

Tantissimi anni fa il re Midaru no kami tornò dalla gara di canto tra gli dei con un vistoso eboshi sulla testa a celargli chioma e orecchie: era il dono divino per la sua competenza in giuria, non poteva levarlo per alcun motivo. Ma tempo dopo chiamò un barbiere, i capelli erano cresciuti a dismisura. Quel barbiere ero io.

Giurai di non rivelare nulla di quello che avrei visto, gli tolsi il berretto e mi trovai davanti uno spettacolare paio di orecchie d'asino: erano la ricompensa - e il voto - che gli dei avevano dato alla capacità di giudizio di Midaru.

Avevo giurato, tentai di resistere. Invano. Un giorno scavai una buca accanto a un ruscello, il Pattorokawa. Spifferai tutto nella buca, la ricoprii e me ne andai per i fatti miei tirando un gran respiro di sollievo. Ma dei bambu nacquero dalla buca, ed ancora oggi i passanti li sentono ad ogni refolo di vento sussurrare la storia delle orecchie d'asino del re Midaru. E nulla arriva lontano come i sussurri. Mentre gridare al vento è inelegante e inefficace.

Vivo ancora sotto mentite spoglie, temo di essere scoperto ed azzittato una volta per tutte. Però ci ho preso gusto. S¡, la verità va seppellita dentro una buca profonda, coperta accuratamente. Il resto, lo faranno un seme capitato per caso nella buca ed un refolo di vento. Da alora, ogni tanto, scavo una buchetta e ci infilo dentro qualche piccola o grande verità. Ed un seme...

Fikaromoto (Il barbiere di Sagami)

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