Jidai
Masato Harada, 2017: Sekigahara - Alle armi
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Il lettore ha conosciuto ormai le figure principali di questa vicenda, quasi tutti personaggi storici per quanto non sia possibile dire se Harada abbia saputo tracciarne un ritratto aderente alla realtà, sebbene rimanga quasi sempre verosimile.
La morte di Hideyoshi, chiaramente imminente, scatenerà una sanguinosa guerra di seccessione. Tra chi vuole osservare la volontà del defunto taiko mantenendosi al fianco dell'erede Hideyori finché non raggiunga la maggiore età, guidati ma non senza reticenze dal parvenu Ishida. E chi vuole impadronirsi del potere, Uno fra tutti: Yeyasu Tokugawa.
Verrà tralasciato il resoconto della lunga narrazione dei prodromi della battaglia, chi intende visionare l'opera ha diritto di farlo senza che gli venga svelato quanto avverrà sullo schermo. Riprenderemo appunto con la battaglia, su cui è inutile tentare di mantenere un velo di mistero.
D'altronde è già stato detto all'inizio: Ishida Mitsunari non avrebbe potuto vincere.
Sarebbe arduo per molti seguire le vicende di tanti personaggi che muovono le loro pedine a latere dello sfibrante duello tra Ishida e Tokugawa, formalmente alleati ed entrambi membri del consiglio di reggenza.
Potrebbe non valere questa osservazione per lo spettatore giapponese medio, cui il semplice nome del personaggio può richiamare alla mente la sua storia e il suo ruolo, come può succedere a noi quando vediamo apparire sullo schermo Garibaldi o Cavour,
Merita una menzione particolare un personaggio che può sembrare inventato, messo là per dare un po' di colore alla storia e arricchirla di una vicenda sentimentale che non fa male al botteghino. L'enigmatica Hatsume no Tssubone è esistita veramente, e si pensa che Tokugawa l'abbia inviata a spiare Ishida ma lei abbia infine deciso di passare dall'altra parte. Che ci fosse di mezzo un sentimento d'amore o no non è certo ma alcuni studiosi lo pensano.
Nel luglio 1600 dopo un lungo snervante e crudele gioco di scacchi in cui nessuna delle pedine, da una parte e dall'altra, è esente dal sospetto di connivenza col nemico, vengono rotti gli indugi.
Ishida Mitsunari invia la dichiarazione di guerra a Yeyasu Tokugawa,
Si ritira poi pensieroso nella sala che ospita l'armatura del taiko Toyotomi Hideyoshi, Anche lui ormai indossa l'armatura e sul nero jinbaori, il corsetto da battaglia, è riportato il suo motto: Dai Ichi Dai Dai man Dai kichi.
Lunghe colonne di soldati iniziano a muoversi per raggiungere le posizioni strategiche. Sarà una lunga lotta, in cui l'armata dell'ovest guidata di Ishida cercherà di mantenere separate e ritardare negli spostamenti le forze di Tokugawa che potrebbero assalirlo sia dall'ovest che dall'est prendendolo tra due fuochi o riunirsi sovrastandolo numericamente.
Nugoli di spie, e tra loro Hatsume, prendono nota di ogni spostamento e riferiscono nel più breve tempo possibile.
La preparazione del conflitto deciderà già in misura rilevante del suo esito finale.
Prende posizione con le sue truppe anche il personaggio chiave della futura battaglia, colui che in definitiva determinerà le sorti del Giappone nei secoli successivi.
E' Kobayakawa Hideaki, giovanissimo generale prediletto in passato da Toyotomi Hideyoshi, ma accusato da Ishida di ripetuti comportamenti criminali durante la guerra di Corea ne perse il favore e il ricco feudo assegnatogli.
Ishida da quel momento è stato odiato da Kobayakawa. Ha fatto il possibile per riconciliarsi con lui ma non è completamente sicuro della sua fedeltà.
Come d'altronde nemmeno Tokugawa, che ha ripetutamente e in segreto contattato Kobayakawa, è sicuro di averlo portato dalla sua parte.
E' il mese di luglio del 1600.
Iniziano i primi scontri tra le due avverse fazioni, che tuttavia non sono ancora pronte allo scontro finale.
Le prime teste dei nemici uccisi in battaglia cominciano ad affluire.
E' affidato a delle donne specializzate in questo macabro compito l'incarico di renderle presentabili e attraenti quando verranno formalmente mostrate ai comandanti per il loro riconoscimento.
La direttrice dei lavori raccomanda di non lesinare il rossetto sulle loro labbra.