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Akira Kurosawa: 1960 - I cattivi dormono in pace - Il vero Nishi

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Wada sta cercando di trovare il coraggio di lanciarsi nel cratere.

Una figura appare improvvisamente tra i fumi e le esalazioni del vulcano, sbarrandogli il passo.

Wada retrocede, intimorito, ma l'uomo gli è addosso, e lo colpisce con un violento ceffone. Paradossalmente Wada risponde con queste parole: "Mi scusi... adesso vado".

Invano, viene ancora raggiunto e gli viene impedito con la forza di gettarsi nel vuoto.

 

L'uomo ci viene finalmente mostrato: è il gelido, anonimo, apparentemente insignificante Koichi Nishi.

Appare ora trasfigurato, animato da una forza materiale e interna che domina completamente il fragile Wada.

Gli rimprovera di esere nullaltro che un fantoccio nelle mani dei corruttori, che sta cercando con una morte tragica e ridicola di sottrarsi alle sue responsabilità. Perché gli dice questo? Perché lui non è quello che sembra.

La ritmata, ossessionante musica di sottofondo di questa scena ricorda in qualche modo il Bolero di Ravel che accompagnava 10 anni prima le sequenze di Rashomon.

Siamo ora nella sede dell'Ente. Il presidente Iwabuchi sta tenendo una conferenza stampa.

Alle sue spalle, come sempre inappuntabile ma insignificante, Koichi Nishi.

Le domande dei giornalisti sono incalzanti: cosa ha provocato queste due morti così comode?

Il biglietto di addio di Wada è stato infatti ritrovato sull'orlo del vulcano: si dà per certo che si sia tolto la vita.

Sprezzantemente Iwabuchi risponde che le domande andrebbero rivolte alla magistratura, che con un trattamento disumano ha indotto i due uomini a togliersi la vita.

Wada in realtà è vivo, e tenuto sotto custodia da Nishi, assistito da un misterioso uomo di nome Itakura (Takeshi Katô), che non risponde alle incessanti domande di Wada, che vuol capire chi sia veramente Nishi.

La conversazione viene interrotta dall'arrivo proprio di Nishi, che avverte Wada di prepararsi per uscire: dovrà infatti andare al suo funerale.

Fischiettando con disinvoltura Nishi completa il disfacimento di Wada, portandolo veramente ad assistere, celati all'interno di una macchina, al suo funerale.

 

Il poveretto è scosso alla vista della moglie e della figlia, e chiede ancora di essere lasciato morire, chiede ancora le ragioni del misterioso interessamento alle sue sorti.

Nishi non risponde. Gli fa ascoltare piuttosto, mentre i superiori di Wada, Shirai e Moriyama, arrivano per portare le loro condoglianze, un discorso registrato furtivamente al ristorante dove vanno spesso. Festeggiano e commentano cinicamente quella morte necessaria e provvidenziale.

Nishi pensa che Wada sia ormai pronto per avanzargli la sua richiesta: è disposto ad assisterlo nel compiere la sua vendetta?

Lo sapremo presto.

Shirai, un'altra delle persone chiave dell'apparato di corruzione, viene seguito dalla macchina da presa in un suo complicato itinerario.

Si reca in taxi, guardandosi continuamente alle spalle per controllare di non essere seguito, presso una società che affitta locali per magazzino e deposito. Lì ritira da una borsa una chiave ed un timbro, che sono le credenziali per entrare nel caveau di una banca, dove riceve in consegna una terza chiave.

 

A questo punto accede ad una camera blindata, ove è custodita una valigia.

La apre, ma rimane esterefatto: contiene soltanto una foto, la foto del palazzo che già conosciamo, quello dell'Ente, con una finestra constrassegnata da un segno a penna.

La stessa finestra dove era stata messa una rosa nella ormai famosa torta nuziale.

 

 

 

 

La valigia avrebbe dovuto contenere una ingente somma di denaro, e Shirai adesso, visibilmente scosso, sta tentando di spiegare l'accaduto a Iwabuchi e Moriyama.

Solo lui e Wada conoscevano la procedura di accesso, non sa spiegarsi cosa sia accaduto ma solo  ipotizzare che sia coinvolta la stessa persona che aveva mandato quell'inquietante messaggio in precedenza, durante la cerimonia nuziale.

 

 

 

Iwabuchi rimarcando che solo lui e Wada erano al corrente della procedura, gli chiede per un controllo di verificare le chiavi ed il timbro del caveau. Shirai le ha lasciate in anticamera, nell'ufficio di Nishi.

La va a ritirare, non potendo immaginare che Nishi di nascosto vi ha appena infilato il denaro che mancava dalla valigia.

Shirai è apparentemente colto in fragrante mentre si sta appropriando del denaro depositato come compenso della corruzione.

Nishi assiste impassibile, apparentemente occupato ad evadere pratiche senza alcuna importanza, ma che sono per lui più importanti di qualunque altra cosa gli succeda attorno.

Da quel momento Shirai, già ridotto in uno stato psicologico estremamente fragile, viene preso di mira incessantemente.

Nei momenti più imprevisti gli viene spesso fatto apparire lo 'spettro' di Wada, in realtà Wada in carne ed ossa che ha accettato, sia pure ancora riluttante, di collaborare al piano di Nishi.

Shirai non sa più cosa credere: sapere che Wada vive ancora potrebbe spiegare l'ammanco del denaro e discolparlo, d'altra parte Nishi e il suo partner Itakura fanno sempre in modo che Wada scompaia come per magia, senza che si possa controllare se è veramente lui.

Shirai stremato si reca una sera alla casa di Iwabuchi, e lì lo trova Nishi rincasando.

Sta tentando di convincere lo scettico Iwabuchi che Wada non è veramente morto e lo perseguita, ma senza ottenere alcun risultato.

Iwabuchi ordina a Nishi di cacciarlo.

 

 

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