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Ryōhanji
Incluso dall'Unesco tra i patrimoni dell'umanità il tempio di Ryōhanji è stato ed è citato nonché illustrato pressoché ovunque, dalle riviste di architettura ai siti "new age". Tuttavia è un po' fuori dall'efficientissimo sistema di bus turistici di Kyoto e chi lo vuole visitare deve uscire un poco dagli itinerari di routine, di conseguenza non è affollato come gli innumerevoli altri luoghi d'arte dell'antica capitale. Ma non mancano in ogni caso i visitatori.
Non vedo. Non sento. Non parlo. Ma...
Dà da pensare... le tre famose scimmiette che rispettivamente non vedono, non sentono, non parlano (ma in realtà si dividono un unico non compito) sono universalmente da noi conosciute e considerate come esempi negativi. Rappresentanti per eccellenza della trascuratezza, della ignavia, della pusillanimità. Ma siamo sicuri che sia proprio così?
Alla ricerca. Del tempo non perduto.
Una delle possibili chiavi di una ricerca personale nelle radici della cultura giapponese è la visita di alcuni luoghi topici. Va chiarito immediatamente che si tratta di un tentativo non sempre destinato ad andare a buon fine, perché le trasformazioni del territorio nipponico sono state radicali e a volte non rimane più nulla delle vestigia del passato né tantomeno dello spirito dei tempi passati. Ma le eccezioni, per quanto non facili da identificare, non mancano.
Ken Domon: maestro della memoria
Ken Domon (1909-1990), che qui vediamo in un autoritratto del 1958, viene considerato il maggiore artista fotografico giapponese del XX secolo, e un maestro del realismo. Non ci dichiariamo completamente d'accordo con questa definizione, ma per giudicare di persona, dopo avere da questo articolo avuto una idea delle sue immagini, dovrete fare il possibile per visitare la magnifica mostra che espone le sue opere. Presso l'Ara Pacis di Roma, dal 27 maggio al 18 settembre 2016.