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Akira Kurosawa: biografia - La scoperta della vocazione

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Kurosawa crebbe in un periodo che definì permeato con "il profumo Meiji ed i suoni Taisho" (l'epoca Meiji terminò nel 1912, l'epoca Taisho va dal 1912 al 1926). L'aspetto da vecchio gentiluomo del padre apparteneva sicuramente all'epoca precedente, i suoni della campana d'allarme di legno dei pompieri, il fischietto del riparatore di pipe, i richiami degli infiniti venditori ambulanti, legati all'alternarsi delle stagioni, che quell'epoca di rapido progresso tecnologico avrebbe ben presto cancellato, rimasero indissolubilmente legati alle sue memorie di ragazzo.

Arrivato alle scuole superiori, Kurosawa dovette subire l'addestramento paramilitare che era d'obbligo, e in quanto capoclasse era destinato alla formazione come aspirante ufficiale. Entrò però in immediato contrasto col capitano dell'esercito delegato all'insegnamento: commenta nella sua autobiografia che mentre il padre era un ufficiale gentiluomo all'antica, una tipica figura dell'era Meiji, l'epoca Taisho e poi ancora di più la successiva epoca Showa erano dominate dal fanatismo. Fu l'unico capoclasse della sua scuola a non ottenere il diploma di idoneità al comando.

In questo periodo ebbe anche esperienze negative con due scuole di scherma, la prima legata al grande samurai Chiba Shusaku, il cui discendente però trascurava l'insegnamento affidandolo ad un assistente, che fu un giorno investito da una delle rare automobili dell'epoca. Lo stupore e lo scandalo del giovane Kurosawa furono grandi: rammenta di aver pensato all'epoca che era come sentire che Miyamoto Musashi, reputato da molti il più grande samurai della storia, fosse stato colpito da un calcio del suo cavallo. La seconda scuola era guidata dal maestro Takano Sazaburo, che gli diede l'impressione di essere un insegnante brutale nei confronti degli allievi.

Forse per questo si intensificò l'interesse di Kurosawa per un mondo totalmente differente, quello dello spettacolo. Questo interesse sicuramente si deve al padre. In aperto contrasto con la sua apparenza all'antica amava portare i figli non solo agli spettacoli tradizionali di famosi cantastorie come Kosan o Kokatsu ma anche ai music-hall ed al cinema. La spinta definitiva gli venne dal fratello maggiore Heigo che divenuto di professione henshi ossia commentatore ed animatore dei film muti che venivano proiettati all'epoca, gli assicurava l'entrata gratuita in tutte le sale ove lavorava.

Fu così che l'onnivoro Kurosawa prese visione di praticamente tutta la produzione filmistica internazionale dell'epoca, tra cui stranamente manca praticamente del tutto quella italiana. E' forse per questo che rimase profondamente sorpreso e colpito dalla stagione del neorealismo italiano, cui così spesso rende omaggio nelle sue opere pur non avendone mai fatto menzione esplicita.

La tutela di Heigo si estendeva in tutti i campi: fu infatti lui ad introdurre il fratello alla lettura dei grandi classici della letteratura internazionale e soprattutto ai grandi scrittori russi, fu lui a condurlo ancora ragazzo tra le rovine del grande terremoto del Kanto (1923), esperienza che lasciò in Kurosawa tracce terribili ma necessarie, fu lui ad incoraggiarlo nel seguire la sua strada di pittore e ad ospitarlo nella sua casa popolata di artisti bohemiennes e di pittoreschi personaggi di strada lasciando il nido paterno.

E' comprensibile che la tragica morte di Heigo, suicida nel 1933 in seguito alla depressione per la perdita del lavoro - l'avvento del cinema sonoro aveva di colpo eliminato la necessità di un commentatore - ma già in precedenza preda di impulsi autodistruttivi, abbia sconvolto Kurosawa.

Ma seppe uscirne, e senza dimenticare mai i tratti negativi di Heigo, tentò di trasformarsi in un suo alter ego in positivo.

Nel frattempo aveva deciso di avvicinarsi al mondo del cinema, insoddisfatto della pittura che era costretto a praticare come un mestiere che gli desse da vivere, senza margini per una vera ricerca artistica.

 

 

 

 

 

 

 

 

Dopo alcuni anni di apprendistato come assistente nel 1936 Kurosawa venne ammesso nella casa di produzione Photo Chemical Laboratory, che confluì poi nella Toho.

Fu lì che incontrò il regista Kajiro Yamamoto che fu suo maestro.

Yamamoto non era una figura di primo ordine nel mondo artistico giapponese, era solamente un buon mestierante in grado di dirigere opere di repertorio.

Ma seppe trasmettere a Kurosawa i rudimenti  del mestiere, e senza il mestiere non può nascere l'arte.

 

 

 

 

 

 

I trascorsi come pittore furono comunque un buon investimento per Kurosawa. Nel 1943, a 33 anni, ebbe l'occasione di dirigere la sua prima opera, una biografia romanzata in cui appare il fondatore del judo, il maestro Jigoro Kano.

Tra le scene iniziali vi è un agguato a Kano, teso di notte lungo un canale da combattenti delle scuole rivali, e così Kurosawa disegnò la sceneggiatura della prima scena del suo primo film, distribuito nel 1943, che termina con la proiezione dell'ultimo degli aggressori dentro al canale.

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