Tecnica e storia

Le vie di comunicazione dell'arte degli spadai

Il Kinai, La regione centrale che ingloba la capitale imperiale Kyoto, si componeva originariamente, secondo il codice ritsuryô kokugun sei, di 4 province: Yamato, Settsu, Yamashiro e Kawachi. La creazione nell'ottavo secolo della provincia di Izumi che prendeva parte del territorio di Kawachi le portò a cinque dandole anche l'appellativo di Gokinai. Non è appurato se l'istituzione di questo distretto riprendesse modelli organizzativi cinesi o non fosse piuttosto il riconoscimento di una situazione di fatto, essendo accentrati nella zona i maggiori feudi che davano supporto al potere centrale. La regione mantenne intatta attraverso i secoli la sua funzione di importante centro culturale e commerciale, anche quando il potere militare degli shogun le sottrasse parte delle sue prerogative. Due delle maggiori scuole di spade, Yamato (Nara) e Yamashiro (Kyoto), nascono in territori appartenenti al Kinai.

Il Kinai, costituisce assieme alle 7 principali arterie di comunicazione, San'yodô, San'Indo, Nakaidô, Tokaidô, Tosandô, Hokurikudô e Saikaidô il cosidetto sistema Kinai Shichidô lungo le cui direttive avvengono per secoli gli scambi culturali e commerciali all'interno del Giappone. Le province toccate da una stessa via di comunicazione si consideravano appartenenti alla medesima regione, contraddistinta dal nome della strada che la percorreva. Non viene considerata in questa sede l'isola settentrionale di Hokkaidô, La strada del mare del nord, rimasta a lungo fuori dalle vie usuali di comunicazione.

Nelle province attraversate da una di queste vie erano frequenti gli scambi commerciali ed artistici, e i trasferimenti di artigiani da una località all'altra ove trovassero maggiore interesse per i loro manufatti. Erano quindi vie non solo di comunicazione ma anche di trasmissione.

Questa cartina, elaborata su suggerimento di Francesco de Feo, si propone come strumento di studio non solo per la storia del nihonto ma anche per le altre arti tradizionali giapponesi. La seconda versione più in basso affianca ai nomi in romaji di ogni provincia i rispettivi kanji. Le province feudali, non sempre comunque corrispondenti esattamente ad un feudo, hanno il nome di kuni () mentre le prefetture moderne, istituite a partire dall'epoca Meiji (1868) per sostituire al potere feudale quello centrale, hanno il nome di ken ().

 

Naturalmente col susseguirsi del tempo le tormentate vicende belliche del Giappone feudale portarono a numerose modifiche delle zone di confine, ad accorpamenti e divisioni. Si prenda quindi questa illustrazione come un punto di riferimento che va adeguato di volta in volta alla situazione storica e culturale che si va esaminando.

La San'yodô, Strada frontale della montagna, era la più antica e la più importante delle Sette vie (Shichidô) ; comprendeva partendo dalla capitale le 8 province di Harima, Mimasaka, Bizen, Bitchu, Bingo, Aki, Suô e Nagato. Si snoda a sud della catena dei monti Chugoku lambendo il mare interno che divide l'isola principale di Honshu da quella di Shikoku e gode di un clima mite che favoriva gli spostamenti. La più famosa delle principali scuole di forgia della spada, quella di Bizen, sorge appunto nella regione del San'yodô.

La San'indô, Strada posteriore della montagna, correva  a nord della stessa catena montuosa, di fronte al mare che divide il Giappone dal continente. La regione era composta da 8 province e partendo da Tamba si percorrevano via via Tango, Tajima, Inaba, Hoki, Izumo ed Iwami. Faceva parte della San'indo anche l'arcipelago delle isole Oki, in prossimità di Izumo.

La NankaidôStrada meridionale del mare, partendo dal territorio di Kii a sud del Kinai percorreva le isole di Awaji e di Shikoku, divisa a sua volta nelle province di Awa, Sanuki, Iyo e Tosa.  Viene menzionata già nel Nihon-shoki, opera risalente al VII secolo, ove vengono inviati ispettori lungo la rete stradale allora denominata Rokudô (Le sei strade).

La Tokaidô, Strada orientale del mare, è la più famosa di tutte in quanto univa la capitale shogunale Edô alla capitale imperiale Kyoto, ma aveva assunto grande importanza già in epoca precedente quando gli shogun stabilirono la loro residenza a Kamakura, situata anchessa lungo la Tokaidô. E' nota universalmente soprattutto perchè correndo tra paesaggi maestosi ed incantati venne illustrata nei capolavori di sommi artisti come Hokusai ed Hiroshige. Le 15 province che vengono attraversate dalla Tokaidô sono: Iga, Ise, Shima, Owari, Mikawa, Tôtômi, Suruga, Kai, Izu, Sagami - sede della omonima scuola del gokaden e conosciuta anche col nome di Soshu -  Musashi, Awa (da non confondere con l'omonima provincia facente parte della Nankaidô), Kazusa, Shimosa ed Hitachi.

La Tosandô, Strada orientale della montagna, percorreva aspri territori montagnosi per raggiungere le province del nord, correndo parallelamente alla costa interna ma a debita distanza. In epoca Edô venne utilizzata come via alternativa per congiungere le due capitali, con il nome di Nakasendô o Kiso Kaidô od ancora Ura kaidô, Strada del rovescio, essendo la Tokaidô la Omote kaidô, La strada del dritto. Il percorso della Tosandô toccava le 7 province di Omi, Mino (sede della omonima scuola), Hida, Shinano,  Kozuke (ed inizialmente Musashi, che fece poi parte invece dell'itinerario della Tokaidô), Shjimotsuke, e Mutsu. La nostra carta divide la provincia di Dewa (出羽) nelle 2 province di Ugo e Uzen, create al crepuscolo dell'epoca Edô.

La Hokurikudo, Strada settentrionale della terra,  unisce il distretto delle capitali alle regioni costiere del nord. Attraversa le 7 province di Wakasa, Echizen, Kaga, Noto, Etchu, Echigo e l'isola di Sado.

La Saikaidô, Strada occidentale del mare, menzionata nel Nihon-shoki, univa tra di loro le province dell'isola di Kyushu ed alcune isole, cui si aggiunse in epoca tarda l'arcipelago delle Ryu-kyu (Okinawa).  La regione rivestiva una grande importanza strategica, come testa di ponte ideale verso il continente e le culture coreana e cinese. Attraversava le province ed isole di Chikuzen, Chikugo, Buzen, Fukuoka, Bungo, Hizen, Higo, Hyuga, Osumi, Satsuma, Iki e Tsushima.

 

Poter interpretare correttamente gli ideogrammi delle locazioni geografiche è importante nella identificazione dei maestri spadai ma le relative diciture che possono apparire nelle firme o nei testi di riferimento non sempre vanno interpretate alla lettera. Quando si trova menzione ad esempio di Bungo no kami Masayasu non bisogna credere che questo maestro risiedesse in Bungo (Saikaidô) in quanto si tratta di un titolo onorifico apposto talvolta nel suo mei ma non collegato alla provincia di residenza.

Risiedeva ed operava in realtà nella città di Seki nella provincia di Owari (Tokaidô) ove fu attivo nel periodo Kanbun (1661-1673), nel pieno della produzione Shinto - e di conseguenza viene menzionato normalmente come Owari Masayasu (o Masatomo, o Masanori). Le sue opere come quelle di altri artisti di Owari risentono della influenza della scuola di Mino, che come vediamo dalla carta è limitrofa ad Owari. Masayasu viene classificato chu jo saku (livello medio alto) nell'elenco stilato da Yoshio Fujishiro e perfezionato da Matsuo Fujishiro sensei nel Nihon Toko Jiten, pubblicato nel 1935.

Owari fu centro nevralgico nel tormentato periodo delle guerre Sengoku, basti ricordare che era originario di Owari il grande condottiero Oda Nobunaga, che fece di questa provincia il fulcro del suo riuscito tentativo di ottenere la supremazia assoluta sull'intero Giappone e mantenne sempre una grande influenza politica, economica e di conseguenza culturale, anche per la sua collocazione geografica che permetteva di controllare sia il Tokaidô che il Tosandô e di con possibilità di bloccare anche l'Hokuridô, tagliando di fatto in due l'intero Giappone.

La città di Seki è da circa 8 secoli rinomata per la lavorazione dell'acciaio, e vi ebbe sede l'arsenale militare ove vennero forgiate o certificate le shingunto, spade militari dell'esercito giapponese. Ancora oggi è molto fiorente la produzione di lame, sia su scala industriale che artigianale.

Questo è solo un limitato esempio di come la consultazione di una carta del Giappone feudale e del sistema Gokinai Shichidô possa agevolare il lavoro di ogni sorta di studioso della tradizione giapponese.

 

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