Nihontô
La cultura guerriera del Giappone trova la sua massima espressione materiale nella spada: allo stesso tempo strumento di combattimento e di formazione interiore, il nihontô, la spada giapponese, è anche apprezzata come opera d'arte.
Ha una storia più che millenaria, che per quanto complessa merita di essere conosciuta e studiata, e alcune "regole del gioco" che occorre conoscere.
Utilizzeremo la terminologia giapponese, rimandando al futuro glossario la descrizione dettagliata del significato letterale dei termini.
I termini giapponesi identificano in maniera univoca ogni particolare od ogni elemento di studio, e l'utilizzo di un linguaggio comune permette agli studiosi di intendersi anche quando divisi da distanze di lingua, di cultura, di epoca.
I praticanti di arti marziali ad esempio sono in grado di capirsi ed allenarsi assieme condividendo termini come ippon seoi nage (judo), kataterori gyakuhamni (aikido) o inyo shintai (iaido). Allo stesso modo termini come nagasa, yasurime o sori non possono e non debbono essere sostituiti da traduzioni più o meno fedeli.
Ogata Gekkô (尾形月耕, 1859-1920). Il mitico spadaio Munechika forgia con l'aiuto del dio Inari, raffigurato in sembianze di volpe, una spada per l'imperatore Ichijo.
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Tecnica e Storia
Introdotte probabilmente in Giappone nei primi secoli di quella che è per noi l'era volgare ed ispirate ai modelli cinesi e coreani le prime lame giapponesi furono lunghe, diritte e ad un solo taglio (chokuto). A partire dall'ottavo secolo cominciano ad apparire le prime lame con le peculiarità che renderanno leggendario il nihonto: la lama si incurva, e soprattutto appare un sistema di tempra differenziato che esalta le caratteristiche del tagliente e lo differenzia anche esteticamente dal resto della lama, dando alla spada giapponese un aspetto inconfondibile. L'era della spada classica (koto) termina con i grandi cambiamenti epocali del periodo Edo (1600) ed inizia l'era della nuova spada (shinto). Divenuta soprattutto oggetto di culto od opera d'arte, la spada rischia di perdere le sue caratteristiche funzionali, finché alla fine del XVIII secolo il rinascimento della spada (shinshinto) riscopre ed esalta le tecniche e le scuole del passato.
Testi
Oltre 1000 anni di arte non possono essere compresi se non attraverso un lungo ma non spiacevole percorso di ricerca. E' indispensabile per una piena comprensione dei capolavori poterli conoscere, ammirare direttamente, ma per ricostruire la loro storia, per poter usufruire del prezioso ausilio degli studiosi, è necessario leggere molto. La letteratura sulla spada giapponese è sterminata, come merita del resto l'importanza del soggetto: il nihonto viene considerato da molti la spada per eccellenza, l'esempio insuperato e forse insuperabile di una cultura nazionale che si appoggia fortemente, per millenni, al culto della spada. Le opere italiane in materia erano fino a poco tempo fa praticamente assenti, solo di recente si è iniziato a pubblicare qualcosa in merito. Ma si tratta di eccezioni, saremo obbligati a citare e recensire quasi sempre opere in lingua straniera.
Glossario
La base di questo glossario, che è in preparazione, è quello reperibile on line sulla Japanes Sword Guide curata da Richard Stein, cui hanno collaborato molti esperti e che costituisce un ottimo punto di riferimento. I termini sono però suddivisi per argomenti: sono accorpati, a titolo di esempio i termini ato mei, dai-mei, gaku mei ed altri ancora sotto l'ombrello della tipologia mei (firma), in modo da avere una panoramica dei vari tipi di firma che si possono incontrare in una lama giapponese. Allo stesso modo sono raggruppati i termini che riguardano il nie (trama dell'acciaio), lo ha (tagliente a tempera differenziata) e così via.
Non sempre i termini vengono elencati in ordine alfabetico, seguendo a volte logiche differenti: le tipologie di lama ad esempio vengono elencate in ordine crescente di dimensioni, dal piccolo pugnale da nascondere nelle vesti alla grande spada da combattimento; sono divise in tipologie di pugnali e spade e poi di armi in asta o di uso particolare.
Alla maggior parte dei termini sono associate immagini esplicative, che non sempre però riteniamo necessarie. Può essere il caso di una incisione sulla lama di tipo atobori (apposta in secondo tempo) o di una firma dai mei (apocrifa ma autorizzata). In questi casi è difficile fornire esempi: solo un esame diretto approfondito permette all'esperto di distinguerli dalle incisioni apposte in corso di fabbrica o dalla firma originale.