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2019-20: Io e il Giappone: Visita al MUDEC di Milano - La seconda ambasceria giapponese in Italia
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La seconda ambasceria avvenne tra il 1613 e il 1620, questa volta seguendo la rotta pacifica, passando per il Messico, invece delle Indie Orientali.
Capo della spedizione fu Tsunenaga Hasekura Rokuemon, un samurai al servizio di Date Masamune, e che divenne il primo ambasciatore in America, e con lui prese parte alla spedizione anche Luis Sotelo, frate francescano che come molti faceva opera di proselitismo cristiano in Giappone.
Scopo della missione era aprire nuove rotte commerciali con la Spagna.
Attribuito a Archita Ricci (1560-1635), Ritratto di Hasekura Tsunenaga, 1615 ca. olio su tela.
Proprietà privata della famiglia Cavazza Isolani, Bologna.
NB: La seconda ambasceria è stata menzionata e per sommi capi riassunta allorquando si scrisse la recensione del libro Il samurai di Shusaku Endo.
Nella recensione viene anche pubblicato il medesimo ritratto, ma facente parte della collezione Borghese di Roma.
Viene però attribuito a Claude Deruet (1588–1660), pittore francese discepolo di Antonio Tempesta, che l'avrebbe dipinto dal vivo durante l'ambasceria.
I buoni propositi commerciali della seconda ambasceria però si scontrarono - e ne perirono, almeno temporaneamente - con i risvolti politici che intanto si susseguivano in Giappone, allorquando si decise di chiudere il paese agli stranieri (lasciando aperto solo il porto di Nagasaki) e feroci persecuzioni si abbatterono sui cristiani.
Tanti sono gli elementi che attraggono l’attenzionedel visitatore della mostra, vuoi per curiosità vuoi per interesse storico o per la bellezza emanata.
Ad esempio, dato il periodo storico e il luogo in cui alcuni avvenimenti accaddero, si possono vedere libri che ritraggono le torture a cui furono sottoposti i cristiani e i giapponesi sospettati di aver aderito al cristianesimo.
Lacche, cappelli da samurai (jingasa), ceramiche, armature da guerra, spade, oggettistica varia, dipinti, una copertura da battaglia per cavalli, maschere, kimono e statuette fanno presenza durante il percorso.
Tantissimi oggetti namban (barbari del sud, ossia di gusto europeo) provenienti dal Giappone ma anche dalla Cina, con particolari che non possono far altro che attirare la nostra attenzione.
Accanto, una portantina in legno, laccata in nero e decorata con particolari in oro.
Scatola per Calligrafia
Borsellino (inro) a cinque scomparti, talvolta utilizzato come portamedicine.
Legno intarsiato e dorato, madreperla.
Potete trovare qui alcune informazioni supplementari sugli inro.
Particolare di elmo jingasa del periodo Edo (1603-1868).
In realtà piuttosto che un elmo è un largo copricapo in legno laccato, riservato alla classe samurai, indossato prevalentemente con gli abiti civili.
Buddha, Confucio e Lao Tze riuniti a testimoniare le fondamenta religiose del Giappone
Fuori dalle sale e interposta tra le due esposizioni anche una serie di Kimono.
Sono stat creati da Hanae Mori per l’opera teatrale Madama Butterfly.
Hanae Mori (1926) è una celebre stilista giapponese, che ha curato nel corso della sua lunga carriera le uniformi della compagnia aerea di bandiera (JAL), delle delegazioni giapponesi ad importanti eventi, l'abito nuziale della principessa Masako in occasione delle sue nozze con l'attuale imperatore del Giappone, Naruhito.
Erano esposti anche disegni di studio dei vari personaggi, risalenti a varie rappresentazioni del passato, e bozzetti delle relative acconciature.