Jidai
Hayao Miyazaki: 1997 - La principessa Mononoke - La battaglia notturna
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Nonostante tutto tra Ashitaka ed Eboshi non vi è antipatia, ognuno comprende o tenta di comprendere le ragioni e le scelte dell'altro.
Ashitaka continua a parlare con la donna mentre lei dall'alto delle mura spara con il suo archibugio per tenere lontano gli shojo (spiriti scimmie), che vengono ogni notte a ripiantare gli alberi nel tentativo di far ricrescere la foresta. Lei gli chiede se non sia disposto ad aiutarla.
Sarebbe meglio per tutti: con la scomparsa del dio cervo i mostri tornerebbero ad essere semplici animali, la foresta diventerebbe accogliente, i lupi tranquilli e anche la selvaggia Mononoke, allevata dai lupi, sarebbe umana. Ora invece è la sua peggiore nemica, e vuole solo la sua morte.
San, che tutti nella città conoscono come la principessa Mononoke, si sta infatti dirigendo assieme ai suoi inseparabili lupi verso le mura di Tatara ba, decisa ad una incursione notturna.
Viene avvistata dalle postazioni, ma nonostante il fuoco di sbarramento e i fitti spuntoni di protezione riesce ad arrampicarsi fin sugli spalti, travolgere le sentinelle ed entrare nella città.
Elude ogni tentativo di fermarla, rompe od evita ogni sbarramento.
Ha un solo obiettivo in mente: arrivare fino ad Eboshi ed ucciderla. Dall'alto dei tetti dove si è rifugiata momentaneamente per sfuggire alla caccia che le danno per le strade, la avvista.
Con un balzo scende a terra e si prepara all'attacco.
Eboshi è ben difesa, attorno a lei stanno le sue fedelissime donne, pronte a tutto.
I nuovi archibugi possono essere utilizzati anche da loro, e non esitano ad aprire immediatamente il fuoco contro Mononoke per proteggere la loro signora.
San, temibile combattente, ha già dimostrato che le lance e le spade degli uomini, che pure hanno formato un cerchio apparentemente invalicabile a protezione di Eboshi Gozen, valgono a ben poco contro di lei.
Uno dei colpi coglie perfettamente nel segno.
Mononoke hime viene colpita in pieno ma per sua fortuna indossa un elmo di protezione che le copre completamente il viso.
L'elmo va in frantumi sotto il colpo, ma le salva la vita.
Ashitaka fa cessare il fuoco e accorre immediatamente presso di lei, per verificarne le condizioni e tentare di rianimarla.
Miayazaki ha avuto modo di farci comprendere che Hashitaka ha continuato a pensare a quella selvaggia ragazza, e che pur rendendosi conto che è posseduta da qualcosa di insano - l'odio - se ne sente suo malgrado fortemente attratto.
Le sue buone intenzioni non vengono contraccambiate: per quanto stordita Mononoke reagisce violentemente, e Ashitaka riesce a stento ad evitare i suoi colpi.
Deve anzi lasciarla andare, per non dover combattere a morte con lei.
Se l'obiettivo di Mononoke è Eboshi, l'obiettivo di Eboshi è Mononoke.
Mentre la popolazione di Tatara Ba assiste attonita, rendendosi conto che la lotta è ad un livello tale che un loro intervento è impensabile, le due si affrontano, ognuna decisa a farla finita con l'altra.
Nel frattempo l'ira per quella situazione assurda si è impossessata di Ashitaka.
Gli effetti dell'ira moltiplicano quelli della maledizione che incombe su di lui, e dal braccio piagato escono delle inquietanti volute traslucide.
Tuttavia Ashitaka, le cui forze divengono sovrumane in queste condizioni, riesce con un supremo sforzo di volontà a non farsi travolgere da sentimenti negativi, e riesce ad indirizzare le sue capacità a fin di bene.
Si interpone tra le due impedendo che si colpiscano, e vedendo che è impossibile calmarle le colpisce con dei micidiali atemi senza far loro del male ma tramortendole entrambe.
Si carica poi Mononoke sulle spalle per portarla via dalla città, sottraendola all'ira degli abitanti.
Una delle ragazze, Kiyo, aveva nel frattempo ricaricato il suo ishibiya, e lo tiene sotto mira intimandogli di fermarsi.
Intorno a lei c'è chi la supplica di abbassare l'arma, chi la scongiura di tirare immediatamente.
La donna confusa aziona, forse involontariamente, il meccanismo di sparo.
Ashitaka viene colpito in pieno alla schiena, e passato da parte a parte.
La maledizione paradossalmente lo aiuta: riduce la sua sensibilità al dolore, aumenta le sue forze. Sembra che il colpo non lo abbia nemmeno scalfito
Nessuno osa più fermarlo, si incammina con passo sempre più lento, lasciandosi dietro una scia di sangue, verso le porte della città.
Le guardie hanno ordine di non aprirgliele: le aprirà da solo, delle porte che solo molti uomini assieme riuscivano a smuovere, e scomparirà nelle tenebre.
Salirà con grande fatica su Yakkuru, caricandovi sopra Mononoke ancora svenuta, allontanandosi quanto più possibile.