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Hayao Miyazaki: 1997 - La principessa Mononoke

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Hayao Miyazaki: La principessa Mononoke

1997

Scriveva Hayao Miyazaki nel 1995, presentando la sua proposta di realizzazione dell'opera cui intendeva dare il nome di Ashitaka setsuki (La storia di Ashitaka):

Scopo del progetto:  Raffigurare ciò che costituisce l'immutabile base dell'esistenza umana attraverso i secoli, sovrapponendo l'attuale era, che sta attraversando cambiamenti verso il ventunesimo secolo, con la confusa era Muromachi, che si svolse durante il processo di mutamento dal collasso del sistema medioevale all'era moderna. Un dramma storico intessuto del seguente ordito: il combattimento tra gli uomini e i Mononoke per ottenere la testa del dio-animale, Shishi Shin, e dalla seguente trama: l'incontro e la liberazione tra la ragazza che era stata allevata dagli Inugami (dei cane) e odia gli umani ed il ragazzo che è sottoposto ad una maledizione mortale. .... Alla fine, la ragazza dirà al ragazzo: "Ti amo, Ashitaka. Ma non posso perdonare gli umani." Sorridendo, il ragazzo dovrebbe dire: "Va bene. Vivi con me." Voglio fare un film così.

Potete consultare qui il testo completo, in italiano.

 

Hayao Miyazaki (Tokyo 1941), laureato in Scienze Politiche ed Economia, si rivolse tuttavia ben presto verso il mondo artistico, entrando a far parte come disegnatore degli studi Toei e poi della A Production. SI devono a lui alcuni personaggi conosciuti in tutto il mondo, come Heidi, Conan, Lupin III ed Anna dai capelli rossi. Paradossalmente nessuno di questi ha alcuna attinenza con il Giappone.

Il successo di uno dei suoi primi lungometraggi, Nausicaa della valle del vento, gli diede la spinta per fondare assieme all'amico Isao Takahata, regista e produttore, lo Studio Ghibli. Era il 1984 e per la prima volta un film d'animazione, pur mantenendo un linguaggio accessibile ai bambini, affrontava tematiche che dobbiamo definire alte, non limitandosi al racconto di una favola astratta fine a se stessa e dando più di uno spunto per profonde riflessioni sul senso della vita.

Ghibli è il nome di un vento del deserto africano, unico ambiente in cui ironicamente l'artista sosteneva che avrebbe forse trovato la libertà creativa indispensabile a lui e Takahata. Attraverso lo Studio Ghibli produsse tutte le sue opere successive, ma attualmente preferisce rimanere dietro le quinte lasciando la direzione delle animazioni dello studio ai suoi numerosi collaboratori ed allievi. E' rimasto probabilmente l'unico maestro indiscusso che abbia rinunciato alla computer grafica continuando ad utilizzare le tradizionali tecniche manuali.

Da allora, visionario ma sempre attento ai grandi temi della vita reale, Miyazaki crebbe costantemente nella stima del pubblico e della critica. Venne definitivamente consacrato a fama mondiale con il riconoscimento dell'Orso d'oro attribuitogli nel 2003 al Festival di Berlino per Chihiro e poi con il conferimento del Leone d'oro alla carriera al Festival di Venezia del 2005.

Risale al 1997 la sua finora unica opera di ambientazione jidai: La principessa Mononoke (Mononoke hime). Purtroppo a lungo non distribuito in Italia, costituisce il capolavoro assoluto di Miyazaki superando per ambizioni narrative e per grandiosità di realizzazione il pur giustamente osannato La città incantata (Sen to Chihiro no kamikakushi). Ebbe una lunga gestazione, le linee fondamentali sono già presenti in un manga, Shuna no tabi (Il viaggio di Shuna) che risale al 1983, ma l'impulso decisivo venne dato a Miyazaki dalle visite alla grande ed intatta foresta della sperduta isola di Yakushima e poi alla secolare foresta di Shirakami, patrimonio dell'UNESCO..

Ashitaka è il protagonista principale dell'opera, che ha comunque aspetti corali e ove appaiono numerose altre figure portanti. Nonostante l'affermazione di Miyazaki che riteneva questi altri personaggi assolutamente minori non possiamo infatti trascurare il loro importante peso nella vicenda.

E' un giovane principe dell'etnia Emishi, che da 500 anni vive isolata nelle selvagge terre del nord est dove è rimasta relegata dopo la sconfitta contro le forze del Mikado. Apparentemente Miyazaki si ispira per delineare i contorni di questo popolo agli Ainu - di cui effettivamente si pensa che gli Emishi fossero gli antenati - che vennero man mano spinti a nord dalla crescente egemonia della etnia nipponica e confinati infine nella gelida isola di Hokkaido. L'opera è ambientata in un periodo non meglio precisabile sul finire dell'epoca Muromachi (1336-1573), come attestano i riferimenti all'uso delle prime armi da fuoco.

L'arrivo di Nago, un mostruoso demone che si cela sotto l'aspetto di un gigantesco cinghiale, sconvolge la vita di Ashitaka. Egli cavalca Yakkuru, un cervide dal nobile aspetto, e  affronta il demone che minaccia di distruggere il suo popolo e di travolgere le ragazze intente alla raccolta dei campi, uccidendolo con una freccia. Ma contaminato ad un braccio dal sangue con cui è venuto a contatto è condannato come confermano antiche profezie a morire fra atroci tormenti.

La sciamana del popolo anticipa con il suo dolore per la morte del mostro il tema fondamentale dell'opera: la tolleranza anzi l'amore verso ogni forma di vita e verso la natura. Ashitaka per espiare la sua incolpevole colpa, perché ha ucciso per salvare il suo villaggio dopo avere invano scongiurato il demone di placare la sua furia, dovrà lasciare la sua terra ed il suo popolo per andare incontro in altri luoghi al destino finale, che la profezia lascia aperto ad una soluzione positiva. Dovrà però essere conquistata a caro prezzo.

Porta con se un ammasso metallico trovato nelle viscere del mostro, quello che causandogli incessante dolore ne scatenava la furia, ed un pendente di cristallo a forma di pugnale, pegno d'addio lasciatogli dalla sorella Kaya.

Nel corso delle sue avventure incontrerà San, una selvaggia ragazza che vive con un branco di lupi combattendo al loro fianco contro gli esseri umani. E' conosciuta come la principessa Mononoke.

 

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