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Akira Kurosawa: 1963 - Anatomia di un rapimento - La prima reazione

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Gondo dichiara subito, anche per tranquillizare la moglie che è in preda al panico, che darà ai rapitori tutto quello che vogliono e che non intende chiamare la polizia, per non prendere il minimo rischio. Ma la vicenda prenderà immediatamente una piega diversa.

Inaspettatamente ricompare Jun, il figlio, sorpreso dalla confusione che trova e dalla reazione emotiva dei genitori non appena lo vedono: non è stato rapito, lì per lì si pensa ad uno scherzo di pessimo gusto.

 

Ci vuole poco però perché si capisca cosa è successo veramente: è stato rapito per errore Shinichi, il figlio dell' autista.

L'atteggiamento di Gondo cambia di colpo: si precipita a chiamare la polizia, la sola cosa che vuole ora è di vedere i responsabili catturati ed assicurati alla giustizia.

Probabilmente non prevede che insistano nelle loro richieste, né che Shinichi possa essere in pericolo.

Inizia una lunga, nervosa, attesa dell'arrivo delle forze di polizia; tutti rimangono perplessi quando di fronte all'abitazione si arresta un camion di aspetto anonimo, che porta sulle fiancate le insegne di una ditta di traslochi.

Ne escono diversi uomini in tenuta da lavoro, che suonano alla porta ed entrano nella casa.

Qui iniziano velocemente a togliersi le trasandate tute da operai: sono una squadra specializzata della polizia, guidata dall'ispettore capo Tokura (Tatsuya Nakadai), che indossa sotto il rude travestimento abiti impeccabili, e che si presenta a Gondo.

Il travestimento era necessario: l'abtazione, in cima alla collina nel paradiso - tengoku - può essere sorvegliata dalla umanità brulicante che si trova in basso nell' inferno del degrado urbano - jigoku.

Non è escluso che il rapitore o i suoi complici siano di guardia muniti di binocolo, meglio non far loro comprendere che è stata chiamata la polizia.

Sarà Tokura che da quel momento assumerà l'iniziativa dando una caccia senza tregua ai rapitori, che si riveleranno diabolicamente abili e pronti a prevenire e sventare ogni mossa delle forze dell'ordine.

Il gruppo di investigatori si organizza immediatamente per essere in grado di ascoltare e registrare ogni conversazione telefonica, e i preparativi terminano appena in tempo.

Non appena arriva una seconda telefonata dai rapitori Tokura si mette in ascolto dalla cuffia, e allo stesso tempo aziona il registratore.

Per molto tempo ancora, dopo che la telefonata si è conclusa, il gruppo delle persone coinvolte nel rapimento e i poliziotti continuano ad ascoltare e riascoltare quanto detto dall'anonima voce al telefono.

I rapitori si sono resi conto dell'errore, ma non per questo hanno intenzione di cambiare nulla al piano originario.

Rimane la richiesta di riscatto: per riavere indietro il figlio del suo autista Gondo dovrà pagare 30 milioni di yen, riducendosi praticamente alla rovina proprio nel momento in cui pensava di avere coronato con successo gli sforzi di tutta la sua vita.

Gondo non sa più cosa dire.

Non ha nemmeno più il coraggio di fissare in volto Aoki, l'autista, che appare annientato, distrutto.

McBain, che lo chiama Reynolds, ce lo descrive come un trentacinquenne invecchiato precocemente e con un atteggiamento rinunciatario e pavido di fronte alla vita, che infierisce su di lui. Ha perso la moglie l'anno precedente, e il figlio è tutto quanto gli rimane al mondo.

Kurosawa sorvola sui particolari, ma chiede all'attore (Yutaka Sada) di rendere visivamente inequivocabile, pur apparendo in poche sequenze, quanto dettagliato per iscritto da McBain.

Il contrasto e l'inconciliabilità tra Gondo, che si riteneva al sicuro dall'alto del suo tengoku, e gli esseri pavidi che popolano il jikogu, da lui disprezzati platealmente, si ripresentano anche all'interno del suo stesso mondo ed incrinano le sue certezze.

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