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Akira Kurosawa: 1950 - Scandalo - I contendenti preparano la battaglia

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Nel frattempo il frastuono mediatico non dà il minimo cenno di volersi calmare, anzi la situazione sembra diventare peggiore di giorno in giorno.

Sotto lo studio di Ichiro si aggira un uomo sandwich, che fa allegramente pubblicità per gli articoli di Amour.

Ovviamente gli editori hanno deciso di lavorare il ferro finché è caldo e la rivista continua a denunciare lo ' scandalo" che si vanta di avere scoperto, aggiungendo ogni volta nuovi fantasiosi ed insinuanti particolari.

 

 

 

 

 

 

 

Non è più possibile sfuggire alle morbose attenzioni del pubblico.

Mentre i due discutono, invano Ichiro prega l'uomo di spostarsi da qualche altra parte, si aprono le finestre.

Grappoli di persone curiose, comprese quelle dall'aria apparentemente più aliena dalla caccia ai pettegolezzi, assistono alla scena, tentando di afferrarne ogni dettaglio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sumie tenta di sollevare il morale di Ichiro, che in questo momento è veramente ai minimi livelli.

La sua natura lo porta a combattere senza soffermarsi a valutare le possibilità di vvittoria, senza lunghi e complicati calcoli sulle strategie più opportune.

Ma non era assolutamente preparato a combattere un nemico così insidioso e così pervasivo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel frattempo Hiruta è partito con entusiasmo per assolvere al suo incarico.


Si è recato nella redaizone di Amour per verificare se ci siano le condizioni per un accordo extragiudiziali.

La sua ingenua parlantina però non scalfisce l'imperturbabilità di Hori.

Ha già inquadrato il personaggio che gli si trova davanti, sa come trattarlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

In un attimo, senza che il malcapitato riesca a renderse conto di come sia successo, le parti si invertono.

E' Hori a prendere in mano la situazione, a pressarlo, a piegrlo alla sua volontà.

Ha immediatamente compreso, con l'astuzia di chi è abituato a barcamenarsi in un mondo arido e crudele, di avere di fronte a se una persona irrimimediabilmente debole e perdente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Naturalmente Hiruta sa di essere quello che è, ma la sua natura non gli permette di vedere lontano.

E' destinato a rimanere facilmente quanto effimeramente incantato da ogni suo irrealistico proposito di rivalsa o redenzione.

Ogni, volta, implacabile, la cruda realtà lo lascia solo di fronte alle sue debolezze: sempre le stesse.

Ed ogni volta, inevitabilmente, Hiruta cede.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sconfitta è innegabile. Bruciante.

Corrotto da Hori, l'uomo si affretta col denaro ricevuto ad acquistare dei doni per la figlia.

Ma non riesce a convincere se stesso di essere nel giusto: sa di avere perduto l'ennesima battaglia, prima ancora di avere incrociato le armi.

La sua espressione, lo stesso atteggiamento del corpo, ripiegato su se stesso come per ripararsi dall'ennesimo colpo di una sorte maligna, sono eloquenti

 

 

 

 

 

 

 

 

Sarebbe difficile ingannarsi su questo, ma l'affetto può coprire ogni cosa.

Non per questo Masako si lascia trare in inganno.

Ha sviluppato l'elevata sensibilità di chi non sa quanto tempo gli rimane da vivere, e di chi privato di un senso compensa sviluppando gli altri.

Ha compreso da diverso tempo la natura infleice del padre, e sa con certezza che ogni suo improvviso colpo di fortuna coincide con un cedimento morale.

Non può quindi essere felice dei doni del padre, sa che non provengono - non possono provenire - da una azione lecita.

 

 

 

 

 

Hiruta è solo, nello squallido ufficetto sul terrazzo.

Sta tentando di lottare con se stesso, per l'ennesima volta, pur sapendo che per l'ennesima volta non sarà la parte migliore di lui a vincere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sua decisione finale è già palese.

La porta, da sempre, dentro di se.

Al momento di uscire non ha il coraggio di guardare ancora la foto della adorata figlia, è costretto a girarla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si sta recando alle corse oer scommettere.

Il vizio del gioco che lo divora e gli fa balenare davanti agli occhi la possibilità di miracolose ed istantanee soluzioni a tutti i problemi, suoii e dei suoi cari.

Naturalmente perderà ancora, ma il maligno Hori è là, per "soccorrerlo".

Altro denaro corre tra i due.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hiruta è ormai definitivamente preso nella rete.

Non ha più nemmeno la forza per dibattesi.

Ma in realtà, l'ha mai avuta?

Il processo sta per iniziare, ma lui non è più nullaltro che un fantoccio inerte nella mani di Hori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le precauzioni comunque non sono mai troppe.

Per difendere la causa del giornalista e della testata viene designato un principe del foro: il dottor Kataoka (Sugisaku Aoyama), che si suppone farà un sol boccone dello sprovveduto Hiruta.

Ammesso e non concesso che questi osi tentare di assolvere al suo mandato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hiruta in realtà ha già rinunciato, e vede come unica via di scampo quella di convincere anche Ichiro a rinunciare alla querela.

Si reca da lui con una scusa pronta: non ci sono speranze di successo se la seconda parte lesa, la signora Miyako Saijo, si dissocia dalla causa.

E' destino che al povero Hiruta non gliene debba andare bene una: Ichiro le presenta Miyako in persona, che si trova lì: ha appena acconsentito a costituirsi in tribunale.

Lo spavento di Hiruta è tale che stringe spasmodicamente il manubrio della motocicletta, azionando il clackson senza accorgersene, finché non interviene il peroplesso Ichiro a staccargli la mano dal pulsante

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