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Akira Kurosawa: 1946 - Nessun rimpianto per la mia giovinezza - La fine dell'incubo

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Yukie ha portato con se le ceneri di Noge e le ha consegnate alla madre (Haruko Sugimura).

Di notte - così non si seppelliscono nemmeno i cani commenta l'anziana madre - le depongono in una fossa che lei ha scavato con le sue mani.

La gente del luogo ha creduto che Noge fosse una spia e le due donne sono costretti a seppellirne i resti clandestinamente.

E' solo la prima di una lunga serie di prove che Yukie dovrà superare, passando attraverso l'inferno non per rivivere ma per iniziare finalmente, per la prima volta, semplicemente a vivere.

 

 

 

 

 

 

La casa è sprangata per evitare visite di malintenzionati, e ogni giorno appare sui muri qualche scritta ostile.

I genitori di Noge vivono come uccelli notturni, senza mai vedere la luce del sole ed uscendo solo nell'oscurità, per evitare di incontrare altre persone, a sbrigare le loro faccende.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Yukie fatica anche a farsi accettare.

Il suo desiderio è di rimanere a vivere assieme ai mancati suoceri, ma il padre di Noge (Kokuten Kodo) è piombato in uno stato apatico da cui nulla sembra riuscire a scuoterlo. Non le parlerà mai.

La madre dal canto suo è scettica sulle possibilità di una donna di città di adattarsi alla dura vita della campagna.

Yukie non si dà per vinta e chiede di essere messa alla prova ma la donna non ha tutti i torti: oltre a superare le difficoltà ambientali Yukie dovrà anche sfidare l'ostilità della gente.

 

 

 

 

 

 

Lo strenuo lavoro fisico richiesto dal lavoro dei campi mette a dura prova la resistenza di Yukie, solo l'ostinata volontà di rendersi degna di essere la moglie di Noge, di gridarlo con orgoglio anche di fronte ad un mondo ostile, la sorregge.

La sfida del lavoro per quanto impegnativa non le basta: libera dalle assi inchiodate la porta di casa e nonostante lo sbigottimento della vecchia esce per recarsi nei campi in pieno giorno, affrontando l'ostilità del paese.

Verrà attorniata e derisa dai bambini ogni giorno, mentre gli adulti la ignorano metodicamente, limitandosi a fissarla con ostilità , ad additarsela l'un l'altro o al contrario a chiudere la porta di casa al suo passaggio, o infine a deriderla nascosti dietro gli alberi quando cade al suolo spossata dalla fatica.

 

 

 

Il solo risultato che Yukie riesce ad ottenere è quello di conquistare perlomeno la stima e l'apprezzamento da parte della suocera. Lavorano fianco a fianco per mesi nel campo di riso, in mezzo all'acqua gelida.

La voce immateriale di Noge, che le ripete incessantemente i suoi incitamenti a non cedere, a perseguire i propri ideali a qualunque costo, le fornisce l'energia interna necessaria per non cedere, anche se il corpo è giunto al limite dello sfinimento e forse lo ha addirittura oltrepassato.

Negando l'evidenza anche a se stessa continua a lavorare anche con i sintomi della febbre provocanta dalla continua permanenza nell'acqua.

Crollerà proprio quando la suocera ride estasiato al vedere la grande distesa di piantine di riso in germoglio, che hanno piantato da sole.

Nemmeno quando è a letto scossa dalla febbre però il suocero le rivolge la parola.

 

Il giorno seguente una terribile sorpresa attende le due donne: i loro campi sono stati distrutti dagli altri contadini. I parenti delle  spie non devono nemmeno vivere.

Nel campo sconvolto sono stati piantati dei cartelli: "I traditori della patria non hanno diritto di coltivare".

Yukie li strappa con rabbia, ed inizia a raccogliere le piantine sradicate per tentare di recuperare qualcosa della semina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Con loro grande sorpresa vedono una figura barcollante avanzarsi correndo tra i campi: è il vecchio.

Travolto dalla furia ha però recuperato la parola ed inizia ad inveire contro i crudeli e sciocchi contadini che hanno emesso ed eseguito di persona quella inumana sentenza.

Yukie e la suocera sorridono: quella assurda ed implacabile ostilità e quella nuova tragedia hanno avuto perlomeno il merito di farli diventare una famiglia unita.

 

 

 

 

 

 

 

Nella sequenza successiva Kurosawa indugia sulle mani di Yukie che si muovono agili sulla tastiera. La donna è colta da un attimo di nostalgia per la sua vita trascorsa, noiosa ma indubbiamente comoda?

L'immagine sfuma, le mani di Yukie sono ora immerse nell'acqua, intente al lavoro quotidiano nella risaia.

Un passante la chiama: sta cercando la casa dei Noge: lei può indicarla?

E' solo lentamente, riemergendo da un altro mondo, che Yukie riconosce Itokawa.

Ed è solo a stento e con stupore che lui la riconosce a sua volta.

 

 

 

 

 

E' venuto su richiesta della madre di Yukie, per convincerla a tornare a casa.

Ma fa immediatamente un passo sbagliato, criticando le scelte sbagliate di Noge.

La reazione di Yukie lo lascia stupito, ma non ammette repliche.

Dapprima si limita a fissarlo muta, con un enigmatico sorriso, e quando poi lui chiede di visitare la tomba di Noge glielo proibisce.

E gli rammenta che non è in grado di giudicare le scelte di Noge: solo il tempo potrà  permettere di comprendere se fossero giuste o meno.

A Itokawa, consapevole di essere di fronte a qualcosa che non sarà mai in grado di comprendere, non resta che allontanarsi.

 

 

 

 

La guerra è finalmente finita.

Il professor Itokawa è tornato alla Università di Kyoto per tenervi un discorso,.

E per ricordare quel suo vecchio allievo, Ryukichi Noge, che sedeva un giorno in platea assieme agli altri, quel suo allievo da cui lui ha potuto imparare tanto.

Ed è nella speranza di veder nasce un altro Noge, un secondo, tanti altri ancora, che ha deciso di tornare alla Università e riprendere l'insegnamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

La tastiera del pianoforte conosce ancora le mani di Yukie.

E' tornata in visita ai suoi genitori.

Invano la madre la incita a rimanere, essendo raggiunto il suo scopo, quello di dimostrare con i genitori di Noge di essere stata la degna compagna del loro figlio.

Yukie fa notare le sue mani: si sono trasformate, sono ormai quelle incallite ed indurite di una contadina. Il suo posto è sempre là.

Accanto alla trasformazione delle mani chiaramente ne è avvenuta anche un'altra, più importante, nell'animo di Yukie.

 

 

 

 

 

Sente che ritornando nella campagna potrà realizzare quello che era l'ideale di Noge: vivere una vita che si possa lasciare infine quando sarà il momento, senza la sensazione di averla sprecata, gettata al vento, senza alcun rimpianto per la propria giovinezza.

Yukie si reca ancora una volta presso il lago dove lei ed il gruppo di studenti erano andati in gita tanti anni prima.

Indugia sui bordi di quel ruscello dove Noge l'aveva presa in braccio, quasi di prepotenza, per portarla sull'altra riva.

Degli universitari in gita attraversano a loro volta il torrente. Cantano la stessa canzone che cantavano loro quel giorno.

Lei li fissa, pensierosa.

 

 

 

 

Sta ora ritornando dai suoceri, camminando a piedi su una strada sterrata che sembra interminabile.

Passano dei camion, che portano contadini sul cassone, e l'ultimo si ferma.

L'hanno vista, e vogliono darle un passaggio.

Tra i contadini solo volti sorridenti, felici di vederla tornare a casa.

Yukie sta vincendo la sua battaglia.

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