Cronache

2009, febbraio: la scuola Tsuda, l'aikido che non si fa - Aikido: 1

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L'aikido

La prima differenza che viene sottolineata dai cortesi praticanti a chi per la prima volta partecipa ad un seminario della Scuola Tsuda è che la lezione è divisa in due parti.

La prima individuale, ripetendo fedelmente quanto proposto dall'insegnante, la seconda con un compagno.

In realtà la differenza rispetto ad una lezione di aikido "normale" si limita alla disposizione sul tatami all'inizio della lezione, intervallati invece che su un'unica fila di fronte al kamiza, mentre quello che segue potrebbe tranquillamente essere definito come una sessione di aikitaiso che precede la parte tecnica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qui le differenze ci sono, si vedono e soprattutto si apprezzano.

La Scuola Tsuda ricerca costantemente l'esecuzione della tecnica attraverso il raggiungimento del momento di massima armonia tra i due partner, che materialmente coincide con quello di minima o nulla resistenza da parte di uke.

Per quanto si tratti di un concetto che dovrebbe tornare familiare al praticante dell'aikido "tradizionale" o "classico" nella realtà l'applicazione non è immediata e facile.

Si percepisce una sensazione di forzatura quando si tenta di portare ugualmente al termine la tecnica senza aver centrato il momento di massima coincidenza delle energie sommate di uke e tori, ma la reazione istintiva è di proseguire nonostante ci si renda conto di non aver impostato il "rapporto" nel migliore dei modi, specialmente quando ci si sente a torto forti di una buona conoscenza tecnica della forma e di un buon numero di anni di allenamento.

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