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Respirazione e spiritualità
Con il termine «spiritus» I nostri padri latini intendevano designare la respirazione quale funzione fisiologica, quindi l'aria nei suoi composti di ossigeno e di idrogeno, arricchita di profumi naturali, sia la vita che da detta respirazione trae la sua scaturigine, da cui le locuzioni « spirare », « esalare l'ultimo respiro » e così via.
Spiritus, nell'accezione latina significava anche anima, laonde « esalare » l'ultimo respiro » equivaleva anche a dire « rendere l'anima a Dio ».
Quanto sopra detto già sarebbe di per sé sufficiente a spiegare le relazioni che intercorrono fra spiritualità e respirazione, ma, per venire al tema specifico dell'aikido, occorre premettere che esistono vari sistemi o « vie » (in linguaggio orientale « do ») per giungere a sviluppare e padroneggiare le energie latenti attraverso il processo respiratorio.
Tsukahara Bokuden: Le 100 regole della guerra
Tsukahara Bokuden (1489-1571)
The hundred rules of war
Traduzione di Eric Shahan
Createspace Indipendent Pub, 2017
Tsukahara Bokuden è una figura per molti versi leggendaria, eppure ha lasciato immortali e tangibili tracce nella vita di molti praticanti di arti marziali. Fu infatti praticante di Tenshin Shōden Katori Shintō-ryū, considerata la più antica scuola di spada tuttora praticata e una delle più diffuse al giorno d'oggi, e fondò più tardi una sua scuola che chiamò Kashima Shintō-ryū, anchessa sopravvissuta ai secoli e tuttora fiorente.
Kenji Mizoguchi: 1954 - L'intendente Sansho
Ricorrono nel 2023 100 anni dalla prima opera di Kenji Mizoguchi, uno dei più importanti maestri del cinema giapponese. Eppure quando accade di nominarlo ben poche persone, se non accanite cinefile, mostrano di conoscerlo: Vale la pena di accennare non ai perché, non li conosciamo, ma ai crudi fatti. Poco o nulla si sa dell'opera di esordio, Ai ni yomigaeru hi (L'amore riconquistato) e della sua prima produzione. Iniziò veramente la sua ascesa negli anni 40, e ne abbiamo già recensito I 47 ronin (1941), Miyamoto Musashi (1944), La spada Bijomaru (1945), Le donne di Utamaro (1946). Facile vedere come fosse un autore prolifico, al momento della sua prematura morte per leucemia nel 1956, a 58 anni, aveva diretto oltre 100 opere.
Masato Harada, 2017: Sekigahara
Masato Harada,2017: Sekigahara
Junichi Okada, Kasumi Arimura, Koji Yakusho, Takehiro Hira