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Origami: Questa volta parliamo di OriAiki-do
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OriAiki-do, ovvero origami ed aikido
Gianna Alice
L'aikido è la più moderna delle antiche arti marziali, o se preferite la più antica di quelle moderne (venne fondata nel 1926 circa dal grande maestro Ueshiba Morihei, ma risale ad arti di cui si ha notizia oltre 1000 anni prima, prima fra tutte il Daito ryu aikijujutsu). Gianna Alice oltre che origamista di chiara fama è anche da molti anni una praticante di akido. Ecco le ragioni per cui la troviamo intenta a questi piacevoli miscugli.
Premessa:
Il termine oriaiki-do fino ad ora non esisteva, è di mia creazione e spero abbia un seguito… questo tema è già stato affrontato dalla sottoscritta tempo fa ma ora è giunto il momento di approfondirlo. Mi ha decisa a questo il fortunato incontro con P. T., yudansha dell’Aikikai che come me si diletta di modulari e con il quale sono subito entrata in sintonia. Quando gli ho detto che intendevo proporre l’oriaikido ho subito avuto il suo sostegno morale ed abbiamo condiviso alcune considerazioni; lo ringrazio quindi per il sostegno morale e per la collaborazione. Fatte le premesse iniziamo.
Che cos’hanno in comune l’aikido e l’origami? La carta! La carta? Ma siamo matti? Che io non rientri proprio nella media delle persone normali lo si vede (me lo ha detto persino il maestro Tada tempo fa con una bella risatina… cosa che ho considerato un sommo complimento), ma questa è grossa!
Abbiate qualche attimo di pazienza e mi darete ragione addentrandovi nell'oriaikido.
Per iniziare provate a fare un qualunque taisabaki, quello che preferite e che pensate che vi venga meglio degli altri … Lo avete fatto? Adesso rivedetevelo ad occhi chiusi concentrandovi sull’ashisabaki (che comunque dovrebbe essere un monoblocco con il taisabaki, ma lasciamo perdere ora le disquisizioni su questo tema).
È davvero perfetto? È leggero e sicuro come quello del maestro Tada ? E' forse fluido come quello del mio maestro, Zucco? Se sì, forse vi state sopravvalutando o siete shihan… ma le vie del Signore sono infinite…
Ma insomma questa carta cosa c’entra??? La carta nell’aikido non la si piega, è invisibile ma non per questo non esiste, infatti dovrebbe essere sempre tra il tallone ed il tatami.
Parole sacrosante del maestro Tada che dice: “Tallone leggero come se sotto ci fosse un foglio di carta”.
Ora con la carta il taisabaki dovrebbe migliorare, almeno per gli origamisti che certamente non oserebbero calpestarla. Strana ricetta: per migliorare il taisabaki si può diventare origamisti...
Altro punto: il relativo e l’assoluto. Come in tutte le discipline si può praticare aikido od origami a diversi livelli. Per l’aikido non sta a me tenervi una lezione, ci sono tanti maestri, ma per l’origami c’è una situazione molto simile.
Si può piegare per puro divertimento, anzi il divertimento deve sempre esserci, perché se si toglie il gusto di fare le cose penso che tutto diventi senza senso.
Con questo originale modello di elmo, metamorfosi di un modulare, la "nostra" Gianna Alice ha vinto il 1° premio a Tokyo nel 2004.
E non si è certamente fermata lì.
Aveva già pubblicato in Giappone un libro di modulari: "Alice's fushigina rittai origami". poi
nel 2008 ha pubblicato il libro Kabuto.
Qui vengono presentati più di 50 kabuto (elmi da battaglia giapponesi) da lei realizzati in origami.
Ora sta preparando un altro libro di origami modulare che verrà pubblicato forse già entro l'anno.
Chi è interessato alla pubblicazione può Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Quindi prima di tutto ci si deve divertire, alias provare piacere, poi felici e contenti di realizzare le prime forme subentra il gusto di provare a cimentarsi con modelli sempre più complessi.
Se si è abbastanza fortunati un bel giorno si riesce ad inventare qualcosa di semplice, ma non ci si accontenta e l’ego ci sprona a fare modelli complessi, pieni di pieghe che si accavallano, che ci danno la sensazione di essere bravi… poi finalmente un giorno non se ne ha più bisogno e si torna alla semplicità, a quei modelli tanto belli da vedere perché sono essenziali, dove non c’è nulla da aggiungere e nulla da togliere, purezza di linee e di forma, estasi pura…
Dopo l'origami-elmo, ecco un elmo con l'origami.
Un kabuto, elmo da battaglia..
Come maedate, l'emblema frontale che serve ad identifcare il guerriero anche quando il suo volto è celato) reca un gohei realizzato in origami con del metallo simile all'ottone.
Ecco perché i modelli semplici e belli sono i più difficili da creare e paradossalmente sono rari… Pulizia dei modelli di origami, pulizia delle tecniche di aikido, essenzialità delle forme in un caso e dei movimenti nell’altro. Pulite devono essere le tecniche e pulite le pieghe… Poi c’è il vuoto mentale… Ciò che me lo ha confermato e che mi ha cambiato la vita è stato l’incontro con la fatidica T. Fuse che mi ha invitata a trascorrere una giornata con lei, nella sua magnifica casa immersa nella foresta giapponese. Infatti è qui che, quando le ho chiesto come faceva ad inventare tanti modelli, mi sono sentita rispondere “Inventare? Io non invento nulla, le pieghe sono già tutte nella carta”.
A stare con lei mi sono svuotata completamente ed è così che nel viaggio di ritorno, seguendo tracce invisibili prendeva forma tra le mani il mio primo modello… Ci sono diversi modi di creare, la creazione è un’arte imprecisa. Personalmente non mi è ancora capitato di creare un modello volutamente cercando di realizzare qualcosa, ma sempre questo esce involontariamente dalle mani... Solo dopo, quando lo guardo con stupore, mi rendo conto che prima non esisteva… è un prodotto del vuoto mentale che per me è come una droga. Il difficile per me ormai non risiede nel trovare i modelli, ma nel disegnarne poi i passaggi. Vorrei essere Visnù per poterlo realizzare velocemente dato che finchè non l'ho fatto non lo posso fotografare … quindi vorrei avere molte mani … Penso che disegnare i diagrammi, abilità grafiche a parte, sia una ricerca dell’essenziale, da esprimersi con la logica il più ripulita possibile. E’ un po’ come programmare per un computer, occorrono passaggi logici e concisi, guai sbagliare, anche se errare è la prassi.
Movimento assoluto e relativo… è relativo piegare ed assoluto creare...
Poi c’è anche un po’ di zen... Prima la montagna non è che una montagna, poi diventa una "montagna" ed infine torna ad essere semplicemente una montagna. D'altronde ciò che distingue un bambino da un adulto è la consapevolezza (almeno così dovrebbe essere...). E come per i samurai i fragili e leggeri fiori di ciliegio, così la carta, data la facilità con cui la si può distruggere, porta con se la sensazione della caducità della vita... piegare e distruggere, nascere e morire, il ciclo della vita…
Fin qui nessuna distinzione tra un origami tradizionale ed un modulare. Ma i modulari perché sono così vicini all’aikido? I modulari sono per lo più tridimensionali, ed anche le tecniche… Già le tecniche… non le ho dimenticate, eccole!!! Tecniche di oriaikido (che abbrevierò OA) per eseguire le quali occorre appoggiare un foglio di carta su un tavolo:
1) OriAikiDo: katatetori aihanmi ikkyo
Con la mano sinistra prendo il lembo destro della carta e lo rovescio. Provate e vi accorgerete che con la sinistra state facendo un hidari katatetori aihanmi ikkyo.
Se preferite eseguire un migi katatetori aihanmi ikkyo basta prendere con la mano destra il lembo sinistro del foglio e rovesciarlo.
Aikido: hidari katatetori aihanmi ikkyo: Hayato Osawa sensei Hombu Dojo shihan. Roma, febbraio 2010.
2 ) OriAikiDo: katatetori aihanmi kotegaeshi
Con la mano destra prendo il lembo destro della carta e lo trascino un po’ verso destra (come per leggere il foglio sottostante) poi lo rovescio.
Provate e vi accorgerete che con la destra state facendo un migi katatetori aihanmi kotegaeshi.
Se non siete soddisfatti di usare una sola mano, basta usare anche la sinistra per rovesciare il foglio…
Non ve lo aspettavate vero?
Aikido: katatetori aihanmi kotegaeshi. Yoji Fujimoto sensei, Hombu Dojo shihan, Vice Direttore Didattico dell'Aikikai d'Italia. Roma, febbraio 2010
E ci sono anche i gaeshiwaza…
Esempio: in un foglio quadrato, lato omote (quello colorato) verso l’alto piegate le 2 mediane poi rovesciatelo e sulla parte ura fate le 2 diagonali. Richiudete e vi trovate tra le mani una “base triangolare” ; schiacciatela al centro fino a rivoltarla ed ecco che diventa una “base quadrata”! È quasi un gioco di prestigio che vi stupisce come quando tutti concentrati nel far bene la tecnica il vostro maestro vi spiaccica sul tatami con una controtecnica da spezzare in due il vostro orgoglio!
Vedere che la carta va su e giù mi ricorda la ginnastica iniziale dove divaricando le gambe si aprono le braccia, poi con un salto si richiudono entrambi e così via ….. e, per insistere,quando sarete in vena, provate questi taisoo …
Toccare, a gambe divaricate e braccia larghe, con la mano destra il piede sinistro (ricordando che non si dovrebbero piegare le gambe) … ed ecco spuntare una diagonale, poi se ripetete dall’altra parte trovate anche l’altra diagonale…
Fatto questo, a piedi uniti e braccia in alto piegate il busto (ricordando che non si dovrebbero piegare le gambe) fino a toccare la punta dei piedi (meglio se riuscite ad appoggiare tutto il palmo per terra, ma questo è per gli “esperti”) … ecco che vi ritrovate una mediana… forse sto esagerando ma è così divertente, comunque ricomincio con le cose serie…
Per chi ancora non è avanzato molto nello studio dell'aikido né in quello dell'origami, ci permettiamo di avanzare una proposta di visualizzazione delle temerarie tecniche di Gianna Alice
Qui si tratterebbe semplicemente di fare un po' di OriAiki-taiso, ossia ginnastica preparatoria dell'aikido, utilizzando degli origami.
Provare per credere. Questo tipo di esercizio di aikido, che si chiama zengo kusshin hô, potrebbe essere l'equivalente del piegare il foglio a metà in origami.
Un consiglio: a scanso di equivoci, vi suggeriamo comunque di non chiedere di sostenere il prossimo esame di passaggio di grado in aikido utilizzando tecniche troppo smaccatamente origami...
Per facilitare il confronto, vi proponiamo la stessa tecnica, nell'esecuzione del maestro Hideki Hosokawa.
Nell'ultima foto vediamo ancora il maestro Hosokawa. Dirigeva all'epoca il Dojo Centrale di Roma dove sono state scattate queste immagini, destinate ad un quaderno tecnico che pubblicai sulla rivista Samurai nel novembre 1983.
Esegue un'altra tecnica di aikitaiso che potrebbe sicuramente eccitare più di un origamista, figiuriamoci un oriaikidoista. Si chiama tandoku kaiten hô. E, scusandomi per la sacrilega intromissione, restituisco la parola alla nostra esperta di OriAikiDo.
P.B.
Cosa dire poi del legame che lega tori ad uke e l’origamista alla carta? Sono certamente sempre in due... inoltre la sensibilità con cui si deve maneggiare la carta, consci delle sue possibilità a seconda del tipo, è simile a quella con cui tori deve “adattarsi” ad uke, il che non significa in entrambi in casi che non si possa restare “assoluti” nei propri movimenti.
Nel realizzare una tecnica occorre cercare la massima precisione, che si ottiene con la ripetizione in anni ed anni di pratica. Per chi fa modulari il dover ripetere talvolta per ore le stesse pieghe è certamente una forma di suburi in cui si affina la precisione ed i movimenti diventano più puliti e si facilita il distacco dalla mente cosciente. Inoltre come in aikido occorre conoscere alcuni movimenti di base per potersi allenare, in origami occorre conoscere alcuni kihon (i giapponesi li chiamano proprio così!) o forme basi (per gli italiani) per poter produrre dei modelli. In ogni caso occorre non disdegnare ciò che ci sembra troppo semplice perché i movimenti semplici di solito racchiudono molti segreti che si scoprono solo lavorando con umiltà.
La precisione e la ripetizione comunque non dovrebbero restare fini a se stessi ma sfociare nell’indipendenza della creazione, sia cartacea che di difesa personale. In origami sembra non si possano far rientrare concetti tipo kamae, shisei, maai, riai, rensogyo… ma non è così. Provate a tener in mano un modulare complesso da assemblare e capirete che senza maai o vi cade o il modulo non entra o lo schiacciate …. L’approccio alla carta esiste ed occorre esserne consapevoli altrimenti, senza il giusto atteggiamento ci si innervosisce e basta…
Ancora più evidente è il riai, fantastico sia in aikido che in origami. Senza riai risulta impossibile non solo creare ma anche ripetere modelli complessi di altri senza guardare i diagrammi. Personalmente sono molto sensibile a questo per cui se non sono nella giusta condizione mentale mi riesce difficile portare a termine un modello complesso concepito da altri e mi è capitato, cercando di fare una volpe, a modello quasi finito, di chiedermi dove era la testa e dove la coda... Certamente si può riprodurre un modello senza tutto questo, ovviamente, ma con riai c’è tutta un’altra soddisfazione!!!
Se volete anche memorizzare le pieghe per poter rifare il modello, ecco un bell’allenamento di rensogyo! Poi ci sarebbe da affrontare il discorso della vibrazione, ma penso che per questa volta avete già abbastanza materiale su cui rimuginare per cui è bene finire così, ma se mi pensate sola con le mie “pieghe aikidoistiche” vi sbagliate. Per ora siamo già in 4 (“i magnifici 4”) ad essere oriaikidoka , alias GA, PT, DZ, LG , e tutti dell’Aikikai, ma sicuramente mimetizzati sul tatami ce ne saranno altri che spero di conoscere presto. In ogni caso mantenetevi in doppio allenamento perché entrambi, i praticanti di aikido e la carta, si piegano ma non si spezzano! Se trattati con le dovute maniere naturalmenteeeeeee.
Bologna, novembre 2008
E' il 30° anniversario del riconoscimento giuridico dell'Aikikai d'Italia, e naturalmente viene celebrato con un grande raduno di aikido.
Al termine della lezione di aikido a loro dedicata, un folto gruppo di bambini compie sotto la guida di Gianna Alice i primi passi nel mondo dell'origami.
Un esempio lampante di OriAiki-Do!
Qualche parola utile:
Aikido | |
ashisabaki | movimenti delle gambe (spostamenti) |
hidari | sinistra |
gaeshiwaza | può essere reso in italiano con contro-tecnica. Si reagisce ad una tecnica di aikido - di immobilizzazione o proiezione - con una appropriata controtecnica, approfittando della mancanza di controllo |
kamae | posizione di guardia, non solo fisica ma anche mentale |
maai | giusta distanza e giusto tempo |
migi | destra |
omote | lato visibile, anteriore dei praticanti (uke e tori, detti più precisamente kakari e tori) |
rensogyo | allenamento dell'immaginazione |
riai | conoscenza (comprensione dei perché) |
shihan | titolo dei maestri a partire dal 7° dan |
shisei | atteggiamento |
suburi | allenamento ripetitivo di un movimento |
taisabaki | movimenti del corpo |
taisoo | ginnastica |
tatami | materassi piuttosti duri, circa 90x180cm, ch formano il pavimento della casa tradizionale giapponesi; vengono anche usati per la pratica delle arti marziali, e si usa chiamare genericamante tatami la zona ricoperta con essi ove ci si allena |
tori | esecutore della tecnica di difesa |
uke | colui che attacca, kakari |
ura | lato nascosto, parte posteriore dei praticanti (uke e tori, detti più precisamente kakari e tori) |
Origami | |
gohei | strisce di carta rigorosamente bianca, tagliate e ripiegate secondo una precisa sequenza, usate nei riti shintoisti |
kihon | tecniche essenziali per il dominio di un'arte (utilizzato anche nelle arti marziali) |
modulari |
gli origami modulari sono composti da diverse parti chiamate moduli che vengono poi assemblate |
omote | lato della carta che si desidera compaia a origami terminato |
ura | retro della carta |