Tecnica e storia
L'olimpo della spada - II - Un po' di storia
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Un po’ di storia e di storie
La fama della katana è arrivata nei giorni nostri oltre mare, ma già nel tardo periodo Heian (794– 1185) a riprova della squisitezza della sua fattura, la katana era riconosciuta come una esportazione pregiata del Giappone e viene citata dal mercante Ou-yang Hsiu (1007-72) in una poesia “A poem about the Katana”. Questo poema e altri lavori si possono trovare in “The Literary Works of Ou-yang Hsiu (1007-72)” di Ronald C. Egan.
La qualità delle spade, inizialmente, era ancora molto lontana da quella che si sarebbe raggiunta non solo con l’esperienza metallurgica ma anche con le prove “sul campo” (tameshigiri, taglio di corpi o parti di corpo per provarne l’efficacia). Da scavi nella prefettura di Saitama e Shimane sono venute alla luce, corrose e danneggiate, spade in ferro con iscrizioni in caratteri cinesi risalenti al 471. Alcune però con finiture in oro e bronzo, sempre nella prefettura di Shimane, sono arrivate fino a noi miracolosamente in buono stato di conservazione.
Dal settimo secolo in poi le spade hanno mantenuto un buono stato di conservazione, principalmente lame dritte del tipo “tachi” di origine cinese, importate o prodotte internamente. Intorno al X secolo iniziano ad assumere in via definitiva la loro forma arcuata, per un cavaliere molto più efficace nel colpire un soggetto, a cavallo o appiedato.
Sempre in questo periodo inizia la produzione delle katana a sezione pentagonale (shinogi zukuri) al posto di quelle triangolari hira zukuri: la resistenza agli urti, la capacità di taglio su differenti materiali, la flessibilità senza piegarsi o rompersi che questa struttura conferisce alla katana ne fa la preferita dagli spadai e naturalmente dai samurai.
Nei territori tra le odierne prefetture di Okayama, Shimane e Tottori, le scuole fioriscono grazie all’abbondante presenza e alla qualità della sabbia di ferro: Awataguchi, Ichimonji, Rai, Fukuoka, Osafune e Aoe, sono solo alcune che possiamo citare per non perderci.
Goro-nyudo Masamune, ne abbiamo parlato nella parte 1, fu a detta di molti il più brillante fabbro del periodo del massimo splendore, tanto che oggigiorno si assegna un premio “Masamume” per il lavoro migliore in questo campo. Lo stile di Masamune influenzò enormemente l'artigianato della spada in varie regioni al punto che ci furono fabbri chiamati “Masamune Juttetsu” (I dieci discepoli di Masamune). Sebbene la maggior parte di essi visse in seguito senza avere alcun rapporto effettivo tra maestro e discepolo, questo mostra l'influenza del pensiero di Masamune in varie regioni.
Con la guerra Onin, 1467-1477, ha inizio il periodo denominato Sengoku jidai o Periodo degli Stati Combattenti, durato fino al 1603 quando venne riconosciuto lo shogunato Tokugawa, impostosi di fatto dopo la famosa battaglia di Sekigahara (1600) e poi consolidatosi mantenendo una relativa pace fino al 1868.
Il Sengoku jidai vide purtroppo un deterioramento generale della qualità delle spade, a beneficio della produzione di massa del periodo di guerra.
Ma anche per l'introduzione a partire dal 1543 dei fucili importati dai portoghesi sbarcati sull’isola di Tanegashima sebbene il processo di produzione delle lame fosse in rapido progresso grazie al miglioramento della tecnologia siderurgica, delle fornaci tatara da cui si ricavava l'acciaio grezzo e delle forge a soffietto utilizzate dagli spadai.
Nonostante il periodo di generale decadimento della qualità e vista anche la fornitura stabile di acciaio di alta qualità, si ha lo sviluppo del “chumon-uchi” o “spade su ordinazione”: notabili e samurai richiedevano opere agli spadai più accreditati.
I due principali fabbri del periodo si possono identificare in Magoroku Kanemoto e Muramasa. Naturalmente non solo durante il periodo Sengoku ma anche durante il periodo Edo ci furono maestri spadai degni di menzione, tra i quali Kotetsu Nagasone, Kunihiro Horikawa, Shinkai Inoue e Sukehiro Tsuda.
In questo periodo, denominato shinto (nuova spada), fiorirono particolarmente, ordinate da benestanti mercanti, lussuose wakizashi (con lama da uno a due shaku, 30-60 cm) riccamente decorate. Arricchimento decorativo tuttavia evitato dai samurai conservatori ritenendolo un aspetto decadente dallo stile spirituale del guerriero, bushi.
Se la conoscenza tecnica progrediva ma non era diffusa ovunque, fu sviluppata, arricchita e diffusa la tecnica degli ornamenti e accessori (kodogu) della katana: tsuba (guardia), kozuka (coltello accessorio), menuki, fuchi e kashira (ornamenti del manico), kogai (accessorio per pettinare i capelli).
E naturalmente maestri spadai guadagnavano fama: Matashichi Hayashi, Yasuchika Tsuchiya, Toshinaga Nara, Somin Yokotani, Shozui Hamanoe Ichijo Goto.