Randori
Kei Kumai: 1989 - Morte di un maestro del te
Article Index
Kei Kumai: Morte di un maestro del te (Sen no Rikyu)
1989
Eiji Okuda, Toshiro Mifune, Kinnosuke Nakamura, Shinsuke Oshida
Questa opera ha conosciuto uno strano destino: fece scalpore alla sua uscita e venne salutata come un capolavoro assoluto, ricevendo molti riconoscimenti in Giappone. In occidente ottenne il Leone d'argento al festival del Cinema di Venezia del 1989. Uscita poi nelle sale, vi rimase per diversi anni, anche se prevalentemente nei circuiti dei cinema d'essai dove rimaneva ininterrottamente in programmazione per tempi lunghissimi. Una recensione dell'epoca avvertiva: "Paninari, astenersi", per sottolineare che si trattava di un'opera imperdibile ma destinata solamente a chi era in grado di comprenderla ed apprezzarla. Eppure, nonostante tutto, fu una parte non indifferente del pubblico.
Da allora non si è praticamente cessato di parlarne, di citarla e di elogiarla. Ciò nonostante, è scomparsa dalla circolazione ed è assolutamente introvabile anche su nastro o disco, tantevvero che rarissime copie usate, prevalentemente in vhs, vengono vendute sul mercato statunitense e giapponese per cifre elevate: in media intorno ai 500€. Questa recensione si basa sull'unica versione italiana, pubblicata in vhs dalle Edizioni Paoline ad inizio degli anni 90. E' doppiata in italiano e la qualità audio e video è quella, scadente, delle riproduzioni su nastro.
La figura di Rikyu (1522-1591)
Non è possibile andare avanti senza prima conoscere qualcosa di più su Rikyu. La trama dell'opera, tratta dal romanzo Honkakubo Ibon di Inoue Yasushi, è molto semplice: Honkakubo, allievo del grande maestro di chanoyu Rikyu, ancora non trova pace dopo molti anni dalla morte del maestro, costretto a compiere seppuku per ordine del generale Toyotomi Hideyoshi, che all'epoca dominava in Giappone. Non sa rassegnarsi alla perdita della sua figura di riferimento e vuole comprendere le ragioni della sua morte. Ne verrà a capo, ma solo a caro prezzo questa conoscenza lo porterà a risolvere i suoi dubbi esistenziali.
Rikyu nacque col nome di Yoshiro Tanaka in Osaka, da Tanaka Yohei che prese poi il cognome di Sen. Non sappiamo molto sul periodo iniziale della sua vita, ma conosciamo almeno per grandi linee gli insegnamenti da lui ricevuti: studiò chanoyu con i maestri Kitamuki Dōchin (1504–1562) e Takeno Jô (1502-1555) e ricevette l'iniziazione allo zen presso la setta rinzai dal reverendo Dairin Sōtō (1480-1568) che gli diede il nome di Sohei. Si sposò ancora giovane con Oshin Myôju, da cui ebbe una figlia chiamata Ogin, che si dice fosse di straordinaria bellezza e che ebbe un ruolo importante nella vicissitudini del padre.
Nel 1580 circa divenne maestro di chanoyu del dittatore Oda Nobunaga e alla sua morte mantenne la carica presso la corte del successore Toyotomi Hideyoshi. Nel 1585 officiò la cerimonia del te davanti all'imperatore, che gli conferì il nome di Rikyu Kohei ed il titolo di Tenka Gosan, ossia punto di riferimento ufficiale per il chanoyu.
Negli anni successivi sviluppò e portò a compimento la sua filosofia del chanoyu, improntata ad austerità e semplicità, ai limiti della rudezza. In collaborazione col ceramista Raku Chojirô creò un nuovo stile di utensili e una procedura di fabbricazione ancora oggi chiamata raku e curò sistemazione ed ambientazione delle sale riservate alla cerimonia. La sua scuola venne conosciuta come Senke-ryu e da essa derivano le tre grandi correnti ancora oggi attive: Urasenke, Omotesenke e Mushakojisenke, che officiano il giorno 28 di ogni mese, ricorrenza della morte del maestro.
Per ragioni che non sono conosciute, Toyotomi Hideyoshi ordinò a Rikyu di compiere seppuku, nella primavera del 1591. Dopo avere officiato una memorabile cerimonia del te Rikyu si tolse la vita con una lama cui dedicò il suo poema di addio, di cui tentiamo di rendere il significato senza alcuna pretesa di trasmetterne il senso poetico.
Benvenuta al te,
spada dell'eternità!
Attraverso Budda
come attraverso Daruma
hai tagliato la tua via
Toyotomi Hideyoshi si dichiarò in seguito dispiaciuto della morte di Rikyu e diede disposizione che i suoi insegnamenti venissero tramandati e le sue disposizioni messe in pratica.