Cronache
2015, luglio: Noterelle d'uno dei 250
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Ovvero: «L'aikido è bellissimo: ognuno lo fa come caspita gli pare.»
Stage Internazionale di Aikido dell'Aikikai d'Italia
Maestro Hiroshi Tada
La Spezia, luglio 2015
Primo giorno
Ed eccoci qui, ancora una volta... tutti insieme intorno a Lui.
Come ogni volta, per molti di noi, avverti subito un impatto emotivo nell'entrare nel palazzetto dello sport, con le sue ampie volumetrie, le decine di tatami distesi, la gigantografia di Ueshiba Morihei appesa in alto che incombe e vigila...e capisci che sei arrivato, che sei qui, a La Spezia!
Saluti gli amici di pratica, ti guardi in giro per cercare facce conosciute, maestri che ti hanno “cresciuto” nei dojo o in stage che hai frequentato. Strette di mano, abbracci, sorrisi…qualcuno magari si astiene, ma che importa? Per ogni “astenuto" ce ne sono decine che ricambiano. Il mondo dell’Aikido è anche questo, una splendida e varia umanità.
Non perdiamoci in chiacchiere. Iniziamo.
Entra il maestro Tada Hiroshi. Ogni volta, da tantissimi anni, mi fermo ad osservare il modo con il quale entra sul tatami, quasi più che quando ci mostra le tecniche.
Vedo una fierezza ed una concentrazione senza limiti, una determinazione “determinata”, ti trasmette in modo inequivocabile l’impulso che ti devi mettere in “seiza” e entrare nello stato di anjodaza subito, immediatamente, senza esitazione.
Puoi anche paragonarlo al direttore di orchestra che entra sul palco, i musicisti si alzano, salutano (anch’essi con un leggero inchino) e comincia il concerto!
Quest’anno allo stage c’è un altro partecipante, atteso e accettato, ma non gradito: il caldo. Ma quest'uomo, l'unico, non avverte la temperatura esterna...
Non mi dilungo, “more solito”, sull’aspetto tecnico. chi mi legge ne saprà più di me…
Ma condividerò con voi la ricorrente, ormai da 50 e oltre anni, chiara e perfetta didattica del maestro Tada, la sua incredibile costanza e lucidità nel trasmetterci il “come” eseguire le varie forme; ma, soprattutto, il corretto atteggiamento mentale che dobbiamo avere nel praticare aikido, dentro e fuori dal tatami.
Magari, e lo ripeto a me spesso, sono concetti ascoltati decine di volte ai suoi stage, ma sono talmente profondi e stupendi che non ti stanchi mai di ascoltarlo e di cercare di impregnare il tuo animo e il tuo fisico di queste parole, per cercare di renderti migliore in quello che fai e in quello che sei...
Le lezioni della mattina e del pomeriggio, che ha chiuso con l’uso del bokken, sono praticamente volate, forse perché il primo giorno siamo ancora “avvitati” nella vita quotidiana che abbiamo lasciato a casa; dal secondo giorno si entrerà meglio nel “tunnel” dello stage, l’unico nel quale ci piace stare!
Quest’anno, se il mio più impegnativo uke, il caldo, non mi ostacolerà più di tanto, cercherò di imparare sempre e sempre qualcosa di più dal nostro maestro!