Cronache

2008, maggio: una gita fuori porta - Seconda parte

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Ospite proveniente dal Giappone, più precisamente da Osaka (casa madre della scuola Buikukai), il maestro Yabuuchi Hirotoshi.

 

Estremamente simpatico e sorridente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di lui mi è piaciuto molto il discorso che ha fatto prima di cominciare; su che era incentrato? Sul sorriso, ovviamente!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci ha chiesto di non praticare seri e imbronciati bensì di sorridere, praticare con gioia; ho riscontrato con molto piacere che il maestro è un tipo molto allegro e la sua è una pratica vigorosa pur rimanendo sempre armoniosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' stato piacevole praticare sotto la sua guida.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Abbiamo infine praticato sotto la guida del maestro Ezio Antonucci che ci ha mostrato purtoppo troppo brevemente il suo punto di vista nella pratica dell’Aikido. Spero di avere occasione di conoscerlo meglio in futuro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le mie impressioni più in generale: le donne sul tatami di Chieti erano veramente poche (a parte Lucienne che faceva per 30!) vi era invece una netta maggioranza di "omoni grandi e grossi".

 

Sono sicura che quando i tatami si popoleranno di fanciulle i praticanti cominceranno a considerare le donne praticanti come gli altri e non persone sicuramente in difficoltà da aiutare e correggere, e ad avere tra i loro obiettivi di pratica, oltre all’efficacia, anche la cura di uke e la consapevolezza che essere gentili non vuol dire fare una tecnica inefficace.

 

Ed in questo anche dopo Chieti molti saranno sicuramente aiutati dalle amorevoli cure della Bérenger!

Al termine dello stage ci sono stati gli esami per il passaggio di grado dan, con una metodologia un po' diversa dalla nostra.

 

Gli allievi memorizzano il programma e lo eseguono tutto di fila, senza che nessuno gli chieda niente; devono anche eseguire alcune tecniche e spiegarle al collegio esaminatore, per dimostrare così di aver compreso effettivamente.

 

Sono stati esami relativamente brevi rispetto ai nostri; una cosa che mi ha colpito è stata che gli esaminatori sedevano dietro ad un tavolo, su delle sedie: mi ha dato quasi l’idea di un'audizione!

 

Lo stage si è poi concluso con i vari ringraziamenti alle autorità, ai partecipanti, agli organizzatori. E con la consegna di una coppa per il dojo che aveva partecipato con il maggior numero di praticanti.

 

Se non ricordo male, ha vinto il Buikukai Catania che aveva infatti noleggiato addirittura un pullman con cui ha affrontato in allegra comitiva, erano numerosi ed entusiasti i bambini - vivacissimi come giusto e bello che sia ma attenti disciplinati al momento di esserlo - il lungo viaggio di andata e ritorno.

 

 

 

 

Concludendo: sono stata contenta di verificare di persona che anche "fuori porta" ossia nelle altre associazioni lo spirito che porta all’aikido è associabile alla parola armonia, al rispetto per le tradizioni e al desiderio di diffondere sempre più questa arte meravigliosa.

 

 

 

 

 

 

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