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2008. Da Kunisada a Kuniyoshi: Estro e splendore - Il Giapponismo
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Il Giapponismo
L'apertura improvvisa e traumatica delle frontiere del Giappone nella seconda metà dell'800 ebbe tra i tanti effetti rivoluzionari anche quello di far conoscere al mondo occidentale l'arte giapponese. I principali veicoli furono soprattutto le grandi esposizioni mondiali dell'epoca, che suscitarono una natualre curiosità, forse epidermica nel grande pubblico ma sincera e desiderosa di conoscere di più nel mondo artistico, e poi i manufatti giapponesi che cominciarono ad arrivare regolarmente, sia opere d'arte vere e proprie, sia manufatti artistici come lacche o tessuti , sia oggetti di uso quotidiano come kimono, ventagli ed ombrelli di carta,sandali.
Nacque allora, per definire questo fenomeno di osmosi culturale e di imitazione delle tendenze artistiche giapponesi da parte degli artisti occidentali, il termine Giapponismo; una tendenza artistica che ebbe il suo culmine a fine 800 ma continuò ad avere effetti importanti nel XX secolo. Straordinaria in particolare fu l'influenza avuta dall'arte giapponese sull'impressionismo, e Vincent Van Gogh fu ammirato incondizionato di Hiroshige, di cui riprese insistentemente alcuni temi, ma non fu certamente il solo: sullo stesso percorso di ricerca artistica ispirata al Giappone ritroviamo anche Paul Gauguin, Georges-Pierre Seurat, Edgar Degas e altri ancora.
Gisbert Combaz (1869-1941)
Les Eléments, 1898
Si tratta di una serie di 12 cartoline postali ove l'ispirazione al mondo ukiyo-e, più o meno evidente, è sempre comunque percepibile. Del tutto palese in questa opera, che riprende il tema della carpa proposta da Hiroshige in Suidobashi Surugudai, arricchendola col tema delle onde reso celleberrimo dall'Onda di Kanagawa di Katsuhika Hokusai ma spesso ricorrente nell'ukiyo-e, ad esempio con Hiroshige nell'Onda di Naruto.
Avremmo voluto, per approfondire il tema della profonda influenza che ebbero le stampe giapponesi nella evoluzione dell'arte figurativa occidentale alla fine del XIX secolo, porre a confronto i criteri di selezione della collezione Contini con quelli della collezione di Claude Monet (1840-1926), celeberrimo pittore impressionista francese che crediamo inutile presentare al lettore, che fu un altro dei protagonisti dell giapponismo, e che trovo anchegli continua fonte d'ispirazione nell'arte giapponese.
Giardino Giapponese della casa Monet a Giverny
Da sinistra a destra
la principessa Matsukata, Claude Monet, Lily Butler, Blanche Hoschedé Monet e Georges Clémenceau (che avrebbe da lì a poco guidato la Francia attraverso la terribile vicenda della prima guerra mondiale)
La collezione fu raccolta dall'artista sul finire dell'800, è composta di oltre 200 stampe ed è conservata nella sua dimora di Giverny in Normandia, arricchita da un grande giardino di ispirazione giapponese che Monet aveva eletto a luogo prediletto delle sue ispirazioni artistiche. Lo vediamo qui, riconoscibile dalla lunga barba bianca, con la principessa Matsukata al suo fianco. Si trova probabilmente sul sentiero che conduce al ponte giapponese, e la fotografia risale verosimilmente al 1913 circa. Sono naturalmente presenti nella raccolta Monet molti degli artisti e dei generi presenti anche nella raccolta Contini. Lo spazio tiranno ci impedisce questo approfondimento, che suggeriamo ai lettori:
Geneviève Aitken e Marianne DelafondLa collection d'estampes japonaises de Claude Monet
La Bibliothèque des Arts, Lausanne, 2003
ISBN 2-88453-109-2
Questa composizione floreale (ikebana) concludeva infine degnamente la mostra di Bologna