Classici

Nihongi: dalla preistoria alla protostoria del Giappone

Nihongi
Chronicles of Japan from the Earliest Times to a.d. 697
Translated from the original Chinese and Japanese by W.G. Aston
Tuttle Publishing, 1972

 

Il Nihon Shoki (日本 書紀) o Nihongi (日本 紀), termini che si possono tradurre entrambi come Cronache del Giappone, costituisce assieme al Kojiki un complesso - cui si usa dare il nome di Kiki - che raccoglie le prime informazioni scritte sulla storia del Giappone. Entrambe le opere risalgono grossomodo al VII-VIII secolo d.C., ma presentano alcune importanti differenze.

Innanzitutto, dal punto di vista letterario va detto che il Kojiki è stato il primo tentativo di tramandare i fatti del Giappone utilizzando la lingua autoctona, per quanto utilizzando gli ideogrammi cinesi in quanto il giapponese era un idioma esclusivamente orale. Il Nihongi è invece interamente scritto in cinese, e numerose note furono accluse per aiutare il lettore giapponese dell'epoca nel percorso di lettura.

E' firmato dal principe Toneri, che dichiara di avere agito dietro ordine dell'imperatore completando intorno all' anno 720 trenta volumi ed un allegato, andato perduto, dedicato alla genealogia. Si pensa che si sia servito come fonti di opere più antiche perite in un incendio, due compilate dal principe Shotoku e che avevano il titolo di Tennoki e Kokki, ed il Soga no Umako. Nonché, quasi sicuramente, di tradizioni orali raccolte negli ambienti di corte e di di contributi esperti di lingua madre cinese, secondo le attendibili ipotesi avanzate dagli studiosi esaminando il linguaggio utilizzato nei differenti volumi.

Analogamente al Kojiki anche il Nihongi può essere diviso in un prima parte in cui si narrano le vicende degli dei ed una seconda, molto più cospicua, che raccoglie le tesimonianze sugli imperatori succedutisi a memoria d'uomo, dal mitico Jimmu fino all'imperatrice Jito.

Come per la maggior parte delle opere analoghe, basti pensare ai personaggi pluricentenari della Bibbia o ai sette re di Roma, gli studiosi rimangono molto dubbiosi sulla cronologia e tendono a ipotizzare che le durate delle vite o dei regni siano state dilatate. Per coprire in qualche modo periodi oscuri di cui poco o nulla si sapeva, o per retrodatare gli avvenimenti onde conferire loro un'aurea di lontananza temporale che li trasportasse ai confini del mito mantenendo una apparenza di cronaca.

Si pensa anche che alcuni leggendari imperatori di cui vengono riportate scarsissime notizie siano stati introdotti di sana pianta allo stesso scopo: una retrodatazione delle origini della dinastia imperiale, e dell' etnia autoctona, per nobilitare entrambe. Tornando a cercare analogie con la nostra storia potremmo parlare dei mitici re di Albalonga elencati nelle Origini del popolo romano di autore anonimo: un lungo elenco di nomi senza alcuna informazione rilevante, che alcuni studiosi pensano siano stati intercalati sul finire del I secolo a. C. per coprire esattamente il periodo ricorrente dall'arrivo di Enea nel Lazio alla fondazione di Roma, calcolando convenzionalmente in 25 anni, corrispondenti grossomodo ad una generazione umana, il periodo di ogni regno.

Sappiamo che le più recenti scoperte archeologiche hanno invece confermato non solo che i miti legati alla origine di Roma sono molto più antichi, ma che non poche delle saghe tramandate - ad esempio la dominazione o perlomeno la forte presenza etrusca nella roma primordiale, trovano riscontri inaspettati da nuove indagini che oltrepassano gli strati superficiali ove si erano fermati quasi sempre gli archeologi dell'800.

Anche nulla ci autorizza al momento a pensare che ci siano situazioni analoghe nella storia del Giappone, è certo tuttavia che se anche il Nihongi fosse semplicemebte una raccolta di leggende senza fondamenti storici sarebbe ugualmente di straordinaio interesse: perché ci rappresenta le origini del Giappone come immaginate e sognate dai giapponesi, e questo ci fornisce informazioni importantissime sulla forma mentis di quella civiltà.

Un'altra importante differenza tra il Kojiki ed il Nihongi è la mole delle due opere: mentre la prima è di dimensioni relativamente ridotte e si può studiare in tempi non troppo dilatati, il Nihongi ha dimensioni ragguardevoli.

Per giunta non è disponibie per quanto ne sappiamo alcuna edizione italiana, e una recensione più approfondita dell'opera - che andrà condotta sulla base del testo inglese - richiederà non poco tempo e forse si rivelerà in definitiva inutile: è possibile od utile ad esempio azzardare un riassunto od una recensione della Bibbia?

 

 

 

 

 

 

 

 

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