Testi

Musashi Miyamoto : Gorin no sho

Il libro dei cinque anelli

Miyamoto Musashi

Oscar Mondadori

ISBN 88-04-37464-9 p. 141

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo testo trova la sua collocazione migliore nella sezione riservata alle arti marziali, ma a buon diritto viene considerato ormai anche un classico della letteratura giapponese.

 

L'autore, Miyamoto Musashi, nacque sul finire del XVI secolo, ma la data della sua nascita e la prima parte della sua vita rimangono avvolte nel mistero; è certo che rimase orfano ben presto e ancora adolescente abbracciò la via delle armi affrontando il primo duello mortale a 13 anni. Arima Kihei, combattente esperto di lancia oltre che di spada fu la sua prima vittima, abbattuto con un colpo di bokuto, la spada di legno usata a questi tempi sia per  l'allenamento che per i combattimenti nei dojo: lo shinai di bambu che evitava colpi mortali sarebbe arrivato nell'uso oltre un secolo dopo. Musashi continuò ad utilizzare in duello il bokuto per tutta la sua burrascosa vita di ronin, samurai selvaggio senza padrone e senza meta: oltre sessanta samurai caddero contro di lui in duello.

 

E' incerta la sua partecipazione alla grande battaglia di Sekigahara, dalla parte dei perdenti Ashikaga, incerte le ragioni della sua sanguninosa faida contro la famiglia degli Yoshioka, talvolta attribuita ad un precedente duello in cui avrebbe perso la vita il padre di Musashi, Munisai. Ma non sembrano necessarie ragioni particolari per giustificare il comportamento di un uomo che aveva fatto del duello la sua ragione di vita. Giunto alle soglie della trentina Musashi ebbe il suo ultimo duello, con l'unico rivale che veniva considerato degno di lui: Sasaki Kojiro.

 

Il duello ebbe luogo nell'isola di Ganryu (il nome le venne attribuito dopo il duello: era in realtà lo pseudonimo di Sasaki Kojiro). Musashi si mantenne fedele anche in questa ultima occasione al suo comportamento abituale, si presentò in notevole ritardo e in tenuta inappropriata ad un duello, cose che difficilmente mancavano di disturbare l'avversario del momento facendogli perdere la concentrazione, dopo aver ricavato un bokuto dal remo di scorta della barca che lo traghettava verso il suo destino.

 

I due avversari vibrarono il colpo fatale simultaneamente, ma Musashi rimase illeso per quanto la fascia che gli cingeva la fronte venisse tagliata di netto, mentre il suo bokuto si abbatté sulla fronte di Sasaki, che ebbe la forza di tentare una disperata reazione vibrando un colpo di punta, ma cadde poi al suolo esanime. Si dice che Musashi abbia fabbricato un bokuto insolitamente lungo per sorprendere in questo modo Sasaki, tenendone anche nascosta fino all'ultimo la lunghezza tenendolo immerso nell'acqua. Difficile dire se questo sia vero: certamente anche Sasaki aveva una spada, opera di Nagamitsu di Bizen, molto più lunga del normale e ben difficilmente un guerriero della sua forza si sarebbe lasciato disorientare da pochi centimetri di differenza.

 

Fu l'ultimo duello di Musashi, che da allora fu stimato consulente presso diversi signori feudali, e si riscattò dalla sua precedente vita curando l'arte e la cultura. Sembra che la scomparsa del suo signore Hosokawa Tadayoshi abbia avuto effetti devastanti su Musashi, che da allora non fu più lo stesso. All'età di 60 anni si ritirò nella caverna di Reigendo ove scrisse il suo testamento spirituale dedicato all'allievo Terao Katsunobu: il libro dei cinque anelli, quello di cui stiamo parlando.

 

Per la prima volta voglio rendere testimonianza scritta della mia esperienza nella Via durante molti anni e di quel sentiero di Heiho a cui ho dato il nome di Niten Ichi ryu... Sono Shinmen no Musashi no kami Fujiwara no genshin, nato come bushi nella provincia di Arima, giunto all'età di sessanta anni.

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Allo scadere dei trenta anni ho riflettuto sulla mia vita passata e ne ho concluso  che le mie vittorie non erano dovute alla piena padronanza dei principi dell'arte.

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Dopodiché ho passato il mio tempo senza più una via da ricercare. Ho applicato l'illuminazione sui principi di Heiho* a vari arti e mestieri, senza sentire la necessità di avere in tali campi alcun insegnante, o maestro.

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Ugualmente per scrivere questo libro non mi ispiro alla Legge del Buddha o agli insegnamenti di Confucio, né riprendo gli antichi libri di cavalleria e di tattica militare. Nella luce del sentiero del Cielo e di Kwannon, la notte del decimo giorno, del decimo mese, all'ora della Tigre, semplicemente prendo il pennello e incomincio a scrivere.

 

Chi no maki: Il libro della terra

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Nel libro della terra affronto in generale la Via di Hehiho e le basi del pensiero e della filosofia della mia scuola

 

Mizu no maki: il libro dell'acqua

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Il secondo è il Libro dell'Acqua, in cui paragono lo spirito a questo elemento: l'acqua assume la forma del recipiente che la contiene, che esso sia quadro o rotondo, oppure può diventare un rivolo, o un mare selvaggio

 

Hi no maki: il libro del fuoco

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Un fuoco può essere piccolo o grande ma la sua caratteristica è di mutare improvvisamente e drasticamente. Così in questo libro prenderò in esame il combattimento su vasta scala.

 

Kaze no maki: il libro dell'aria

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Esso non riguarda la scuola Ichi, ma le altre scuole. ... Finché non si conoscono gli altri non è possibile conoscere se stessi.

 

Ku no maki: il libro del vuoto

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Esso è dedicato al vuoto per indicare che in heiho non c'è inizio e non c'è fine, non ci sono segreti nascosti.

 

Esistono numerose versioni dell'opera di Musashi, ricordiamo tra l'altro quella delle Edizioni Mediterranee, tra le migliori. L'edizione Mondadori è meno "ricca" ma è curata dal maestro Cesare Barioli, studioso del judo e della storia delle arti marziali, e nella sua semplicità si presta maggiormente all'uso essendo un libretto tascabile che può accompagnare ovunque. E forse è più in sintonia col pensiero di Musashi, sempre minimalista e tendente all'essenziale.

 

P.B.

 

* Musashi si riferisce con il termine di heiho alla via del guerriero, che in tempi più moderni viene spesso definita bugei, budo, bushido. Il termine ricorre anche in altri autori, basti pensare all'Eiho Kadensho di Yagyu Munenori, pressappoco coevo.

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